le cose non hanno uno scopo, come se l'universo fosse una macchina, in cui ogni parte svolge una funzione utile. qual è la funzione di una galassia? non so se la nostra vita abbia uno scopo, e non mi pare che la cosa abbia importanza. la cosa che ha importanza e che noi siamo una parte. come un filo di lana in un tappeto, o un filo d'erba in un prato. quello esiste e noi esistiamo. la cosa che stiamo facendo è come il vento che soffia sull'erba.
ho sempre amato moltissimo il vecchio adagio che recita attenzione ai tuoi desideri perché potrebbero avverarsi, perché credo che riesca a riassumere al meglio l'idea che qualsiasi cosa, anche quella fatta con le migliori intenzioni, può portare a un concatenarsi di conseguenze via via sempre più spiacevoli, se non addirittura drammatiche e irreparabili.
la falce dei cieli di ursula k. le guin, da poco ripubblicato da mondadori, sì rifà proprio a quest'idea.
estraneo al ciclo dell'ecumene, la falce dei cieli gioca con l'immaginario fantascientifico per indagare l'interiorità degli esseri umani, il mondo psichico. anzi, più precisamente, la sua dimensione inconscia, che confluisce poi nel regno dei sogni.
è qui che george orr, protagonista del romanzo, riesce a fare qualcosa di impensabile: i suoi sogni - o meglio, alcuni di essi, che lui definisce efficaci - trasformano la realtà, agendo retroattivamente su di essa e cambiandola senza che nessunə, tranne orr stesso, ne sia consapevole.
orr è dunque sia l'unico (probabilmente) essere umano in grado di mutare il tessuto della realtà, sia un archivio vivente di tutte le realtà-che-sono-state e che si sono perse a seguito di uno dei suoi sogni efficaci.
un potere spaventoso che orr non può controllare, proprio come nessunə di noi può controllare i propri sogni. un potere che orr non vorrebbe avere.
ed è proprio per il desiderio di sottrarsi a tutto questo che orr finisce in cura da uno psichiatra, il dottor haber. entrambi, orr e haber, vivono in quello che, negli anni '70 del secolo scorso, per le guin era un futuro prossimo e per noi è già passato (ed è difficile dire da quale delle due prospettive è la più terrificante): è il 2002 e a portland, nell'oregon, dove paziente e medico vivono, piove sempre. la popolazione mondiale è troppo numerosa e la malnutrizione è inevitabile. il cambiamento climatico ha reso il pianeta inospitale, nonostante l'umanità si aggrappi a quella cosa che chiama vita con le unghie e con i denti, e la guerra sconvolge i paesi del sud-ovest asiatico (visto che possiamo evitare di chiamarlo medio oriente?).
nessuno dei sogni di progresso, di pace e di benessere mondiale è stato realizzato, anzi.
sogni di progresso, pace e benessere.
sogni.
la prima volta che orr rivela i suoi timori ad haber, è rassegnato all'idea di non essere creduto. sa che per chiunque altro è impossibile immaginare che i sogni di un uomo anonimo come lui possano avere un potere così grande.
ma haber è un uomo di scienza e, prima di etichettare orr come il solito psicotico con manie di onnipotenza, decide di metterlo alla prova. grazie a un macchinario di sua invenzione, l'aumentatore, spiega a orr di poter controllare i ritmi del suo cervello (chiedo perdono di questa mia spiegazione a ogni neurologhə che si ritroverà eventualmente a leggerla) e di poterlo portare a sognare in modo efficace ma controllato. questo primo esperimento convince haber della sincerità orr, e gli spalanca le porte all'opportunità di realizzare ogni possibile miglioramento nell'intera realtà sfruttando i sogni di orr.
haber e orr sono due personaggi diametralmente opposti: haber non dubita mai, neppure un momento, della legittimità delle sue azioni. è sicuro che modificare il mondo, agire sulla sua storia per trasformare il presente e tendere verso un futuro che sia il più possibile simile alla sua personale idea di bene, sia non soltanto una possibilità ma una sorta di dovere. haber deve agire. deve imporre il suo giudizio sul reale per piegarlo alla sua logica e ai suoi desideri, perché crede fermamente che questi siano la migliore soluzione per tuttə, anche quando il prezzo da pagare è tremendamente caro.
se haber è il mutamento, orr è l'equilibrio, la stasi perfetta, la migliore interpretazione possibile del termine medio. orr non si affida a ciò che crede ma a ciò che sa, e sa che nessunə, neppure nella peggiore delle situazioni, può decidere del destino di miliardi di esseri viventi. orr sa che non può affidarsi a uno strumento incontrollabile come i sogni e sa, soprattutto, che nessunə può distanziarsi così tanto dalla natura umana per mutarsi in dio. perché se a ogni cambiamento di continuum - come lo chiama haber - le memorie delle diverse realtà restano e si sommano nella mente di chi ha sognato o ha pilotato il sogno, la realtà per quell'individuo andrà sempre più disgregandosi, portandolo infine alla follia. perché è l'irrealtà a farci impazzire, il vuoto generato dal disfacimento del tessuto del reale e l'impossibilità di rimanere connessə allə altrə.
sapeva che quando si nega ciò che si è, si finisce con l'essere posseduti da ciò che non si è: dalle ossessioni, dalle fantasie, dalle paure che accorrono a colmare il vuoto.
la falce dei cieli è il romanzo più filosofico - se per filosofia intendiamo l'indagine intellettuale su ciò che esiste, sul come e sul perché esiste - tra quelli che ho letto di ursula k. le guin.
nella storia, i piani della realtà si sovrappongono e noi lettorə, proprio come orr e haber, ci ritroviamo nei panni di chi riesce a vedere in trasparenza tra tutti gli strati creati dai sogni efficienti, trovandoci sempre più disorientatə in una trappola multidimensionale di realtà sostituite.
per farla brevissima: l'ennesimo capolavoro di una scrittrice straordinaria.
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