nessuno entra.nessuno esce.noi siamo nessuno.
in una emilia-romagna immaginata ma non troppo, nel pieno di una catastrofe climatica lontana da noi ma non troppo, sotto un regime distopico ma non troppo, ani e bi(anca) cercano il modo di sopravvivere nel campo dove sono state confinate.
il campo è una salina e il lavoro lì spacca le mani e corrode l'animo.
a lavorare il sale, immerse nell'acqua tutto il giorno sotto lo sguardo vigile delle stecche - o gli integri, come preferiscono definirsi - sono solo donne. denunciate per comportamenti che offendono la morale del regime, come bianca, o rinchiuse perché migranti senza diritti, come ani, o anche volontarie, come tutte quelle donne che hanno scelto la dura vita del campo alla fame e alla miseria del mondo esterno, le centinaia di raccoglitrici delle saline sono la manodopera fondamentale in un mondo in cui l'economia - e quindi il potere - gira tutta intorno al sale che, esauriti i combustibili fossili, è diventato l'unica fonte di energia disponibile.
formalmente le saline sono solo saline, ma nei fatti si tratta di vere e proprie prigioni dove rinchiudere le donne - soprattutto quelle scomode, le povere, le migranti, le non cis-etero, eccetera - e spremerle fino all'osso, abusando tanto del loro lavoro quanto del loro corpo.
è per questo che bi e ani non si limitano solo a sopravvivere, ma cercano ad ogni costo di scavalcare le mura del campo e riprendersi la loro libertà.
bianca e ani sono come il giorno e la notte: bianca è un biondo fiume in piena di parole che adora fare la buffona e sdrammatizzare le situazioni più difficili; ani è silenziosa e schiva, un cespuglio di arruffati ricci neri, minuta e agile. a unirle non è soltanto uno spontaneo e sincero sentimento di amicizia, nato fin dal loro primo incontro nel campo, ma soprattutto un odio profondo e totale per quel regime che ha distrutto la loro vita, le ha separate dalla loro famiglia e ha rubato la loro libertà.
ani e bi non si sono mai fermate, hanno vissuto ogni giorno, ogni ora per riuscire a fuggire dal campo, hanno fatto piani su piani, mappature dell'area di comando e progetti, ma l'occasione arriva nel modo più imprevedibile e violento.
il primo attacco dall'esterno, la prima violentissima esplosione annienta in pochi minuti l'incrollabile e organizzatissima routine delle saline, manda le stecche nel panico ma, al contempo, uccide integri e raccoglitrici indistintamente.
è così che ani perde l'unico motivo per cui non si è mai decisa davvero a scappare, l'unico legame che la teneva stretta al suo ruolo.
ed è così che la rivoluzione ha inizio.
il dolore di chi viene costantemente schiacciatə, abusatə, violatə, imprigionatə e spogliatə della sua dignità di essere umano fa in fretta a trasformarsi in rabbia, e lì dove esistono regimi che si basano proprio sulla sopraffazione e sulla violenza nasce la resistenza, pronta a tutto pur di ritrovare una dimensione in cui vivere libera e in pace.
senza avere più niente da perdere, ani e bi approfittano dell'attacco e del caos per sfuggire alle guardie, e se la scoperta che bianca ha il potere di manipolare le menti di chi ascolta il suo canto sconvolge ani, l'incontro fortuito con sua sorella gizem - da cui si era separata anni prima, al suo arrivo in italia, e creduta perduta per sempre - è ancora più shockante, e di certo molto meno romantico e strappalacrime di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare.
grazie a gizem, ani e bianca arrivano alla congrega di dozza, una delle tante comunità fuori dal controllo del regime, dove la gente vive in regimi di mutuo soccorso e autosostentamento e... magia. perché bianca non è l'unica ad avere capacità fuori dal comune, anzi: le streghe - le strighe - esistono.
storiche vittime del potere, adesso sono loro a dirigere la resistenza contro quel potere che le teme e vorrebbe annientarle.
clarissa la suprema, guida e riferimento per tutta la congregazione; velia, tabagista affettuosa e saggia; dina, una guerriera dalla forza straordinaria; jole, che sa comunicare con lə scomparsə, le anime dellə defuntə; ottavia, archivista straordinaria e memoria vivente di dozza; aatifa, guaritrice della congrega e pittrice che ricorda, attraverso la sua arte, chi ha dato tutto per la congrega. e soprattutto ebe - fuggita da una vita ricca e agiata in quella rocchetta mattei che ha sempre appoggiato il regime per proprio tornaconto, incurante delle sofferenze altri, che sarà teatro fondamentale dell'ultima parte della storia - e ora votata al bene collettivo.
le storie e i destini di queste donne si intrecciano a quelle di ani, bianca e gizem sullo sfondo di una rivoluzione appena nata e già pronta a esplodere con ferocia.
sono storie cariche di rabbia e di voglia di rivendicazione che riassumono millenni di altre storie e di altre vite, quelle di tutte le donne che non si sono arrese al potere costituito a ogni livello dell'organizzazione sociale, dal microcosmo delle loro case fino a travolgere il mondo intero.
sono le storie delle donne che di solito non trovano spazio nei racconti: donne trans, donne lesbiche, donne anziane, donne disabili, donne bellissime ma forti quanto e forse più degli uomini. da questo punto di vista, questi romanzi sono un riscatto enorme per tutte quelle donne che non hanno avuto troppo spesso il privilegio di essere protagoniste di una storia.
se brucia la notte ha il ruolo di introdurci in questo sistema-mondo distopico e magico, di presentarci le protagoniste e il territorio - che, proprio in virtù del suo essere sovrapponibile a una geografia reale, è altrettanto protagonista del racconto - e di iniziare un percorso (concludendosi con un plot-twist e un cliffanger che definire crudele è solo una dimostrazione d'affetto nei confronti delle autrici), s'infiammano le stelle inizia con uno scioglimento iniziale della tensione che dura solo un attimo, prima che il racconto riprenda la sua corsa verso il gran finale.
brucia la notte / s'infiammano le stelle segue un percorso circolare, o meglio un percorso a spirale che parte dalle saline e che, andando avanti, s'ingrandisce, cresce insieme alle sue protagoniste come una linea che si irrobustisce caricandosi tanto di rabbia quanto di quell'amore che alimenta le comunità nate dal basso, dove nulla è imposto e tutto è collettivo.
una linea che abbraccia un territorio che si allarga sempre di più, traslato dal mondo reale a quello fittizio-ma-possibile del romanzo, una linea che accelera attraverso un racconto costruito dall'alternanza delle voci e dei punti di vista di ani, bi, ebe e gizem, che trovano sempre di più la loro forza come gruppo proprio nelle loro differenze individuali.
brucia la notte / s'infiammano le stelle sono romanzi pieni di rabbia e di forza che partono dall'idea streghe vs. fascisti e si trasformano in una storia che raccoglie a piena mani dalla nostra realtà e dalla nostra storia recente.
è impossibile incasellarli in una qualche categoria specifica e questo per me è prova della loro originalità e del lavoro delle autrici, tiffany vecchietti e michela monti, che, se da un lato hanno fatto loro tante lezioni di storytelling nella loro lunga carriera di lettrici (per una volta, l'orribile adagio del chi scrive non legge non vale!), dall'altro sono state capaci di restituire qualcosa di unico - tanto nei toni e nello stile, che rendono entrambi i romanzi estremamente appassionanti, quanto nei temi e nei contenuti - profondamente radicato nel territorio e nelle sue tradizioni e ispirato da una coscienza politica transfemminista fortissima e solida.
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