martedì 21 gennaio 2025

l'airone della pioggia

ma ancora più curioso fu quel che videro dopo: un airone gigantesco, del colore della pioggia, che con un balzo fulmineo emerse all'improvviso dall'acqua senza lasciare nemmeno un'increspatura.

mentre leggevo l'airone della pioggia immaginavo i paesaggi e lə personaggə come se fossero quellə di un film dello studio ghibli. le atmosfere e le tematiche in effetti si avvicinano moltissimo a quelle che si ritrovano nei film diretti da miyazaki, ma declinate in modo molto più cupe e adulte.
già dall'inizio, da quel capitolo zero che somiglia a una favola o a una leggenda antica, robbie arnott ribalta i toni del racconto popolare. c'era una volta una contadina molto povera e sfortunata. un giorno l'airone della pioggia decise di aiutarla, e la contadina iniziò a vivere una vita felice e prospera, senza avidità, condividendo con lə altrə la sua nuova fortuna.
ma gli esseri umani sono creature capaci di invidia, gelosia e crudeltà, e per colpa di uno di loro, della sua rabbia cieca e dei suoi atti scellerati, la contadina tornò a vivere nella sfortuna e nella miseria, abbandonata dall'airone della pioggia, fino al giorno in cui incontrò una morte solitaria e miserabile.

misterioso e capriccioso come un dio, l'airone della pioggia è una creatura nata nella leggenda. o almeno, ren l'ha sempre pensato così, fino al giorno in cui, dopo un'interminabile scalata tra le montagne quando era ragazzina, sua nonna non la condusse fino a dove viveva l'airone.
vivo, reale, lì davanti ai suoi occhi questa creatura impossibile, pallida e lucente, appariva proprio come nelle leggende: il corpo fatto d'acqua, capace di lasciare filtrare attraverso di sé i raggi del sole, di librarsi in volo e di fluire come un ruscello. non poteva più dubitare, adesso, della sua esistenza, né faticava a credere che avesse potere sulla pioggia e sulla siccità, sull'abbondanza e la carestia, sulla vita e sulla morte.

adesso, ren vive sulla montagna, lontana dal resto dellə abitanti del paese e dalla guerra. le sue giornate sono difficili e pericolose, il suo tempo è tutto votato alla caccia e alla raccolta, alla sopravvivenza che in buona parte dipende anche dalla sua amicizia con barlow, un uomo che le procura quello che non può trovare nei boschi in cambio di qualcuna delle sue prede.
la loro è un'amicizia strana, fatta di silenzi interrotti da poche parole, solo se necessario. ren non vuole conoscere la sua vita, non vuole parlare della sua famiglia né di suo figlio: sa, per esperienza, di quali follie siano capaci lə giovanə, quanto sia facile per loro scegliere male e ferire chiunque pur di seguire ostinatamente le loro idee.
le giornate di ren sono difficili e pericolose ma immerse in paesaggi selvaggi, ostili e bellissimi. robbie arnott sa raccontare il bosco con parole che sanno farci sentire il suono dei ruscelli e respirare l'aria fresca che passa tra le foglie. la vita di ren è spalancata sull'enormità dell'essenziale: procacciarsi il cibo, trovare rifugi caldi e sicuri, difendersi dai pericoli, strappare alla grandezza del mondo un giorno dopo l'altro.
ma il giorno in cui un manipolo di soldati, guidati da una donna giovane, bellissima e spietata, segna la fine di tutto. ferita e braccata, ren è diventata la preda della comandante harker e del suo obiettivo: catturare l'airone della pioggia.

la storia di harker inizia lontano dal bosco, al nord del mondo, in un paesino gelido accovacciato sulle rive del mare. lì, la gente custodiva gelosamente il segreto dell'inchiostro che commerciava con il resto del mondo, garantendosi prosperità persino in un angolo di mondo così sperduto e ostile.
orfana, harker viveva con la zia, la donna che le aveva insegnato il segreto della pesca e della produzione d'inchiostro e che rideva di ogni cosa, in modo incontrollabile e spesso incomprensibile.
la vita della piccola harker e di tutto il villaggio viene stravolta dall'insistenza di un forestiero deciso a massificare la produzione di inchiostro e di arricchirsi con quel segreto che nessunə era disposto a condividere con uno straniero.
ma l'avidità, si sa, non porta altro se non disgrazie e fallimenti e harker, perduto il suo posto sul mare, inizia a viaggiare, diventa una soldata, si unisce alla guerra e si piega agli ordini di chi, probabilmente, non avrebbe mai ascoltato quando era bambina.

l'airone della pioggia è stato definito una eco-favola ma credo che meriti qualcosa di più di un'etichetta così facile. robbie arnott ha uno stile asciutto, essenziale ma allo stesso tempo poetico ed evocativo, capace di mostrare paesaggi incantevoli e spaventosi, e di raccontare le turbolenze che investono l'animo umano. le storie di ren e harker, il modo in cui i loro destini si incontrano e si intrecciano quasi come fossero divinità capricciose a orchestrarne le coincidenze, dà al romanzo un tono sì fiabesco, ma più vicino al mito che al racconto per bambinə.

durante la lettura, l'incanto per i paesaggi naturali e gli elementi quasi magico-mitologici che ne fanno parte si contrappone con violenza al senso di rabbia e frustrazione che nasce dalla riflessione sull'avidità, sullo sfruttamento impietoso, sul desiderio di dominio di pochə che però stravolge la realtà di moltə, offendendone la memoria e mortificandone il futuro.
ci sono infiniti modi per criticare gli effetti devastanti del capitalismo, della guerra e del colonialismo ai danni delle popolazioni, umane e non, e delle loro terre. scegliere tra tutti questi il romanzo - focalizzarsi cioè su storie individuali e scandagliarle anche dal punto di vista più intimo, evocare immagini così nitide ed emozioni così forti - è forse la via più breve per toccare i nostri sentimenti e risvegliare la nostra più profonda consapevolezza del mondo in cui viviamo.
l'airone della pioggia è più che un'eco-favola, è una denuncia contro la frattura tra umano e non-umano in nome del potere e della ricchezza, una denuncia rabbiosa e addolorata che però si concede la speranza di una redenzione.

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