mercoledì 29 gennaio 2025

katie

sapeva che non c'era niente di cui vergognarsi a essere poveri, ma non poté evitare una fitta al pensiero dei continui sacrifici cui erano costrette lei e la madre, per la scarsità e precarietà di mezzi. a volte le capitava di sognare a occhi aperti gli abiti del guardaroba di jewel. sognava di visitare new york e di vedere l'oceano. sognava una vita che non fosse tutta fatica e privazioni. sognava cento sogni al giorno, uno più bello dell'altro, ma ciò che non si sarebbe mai sognata era quanto fosse a portata di mano la possibilità di esaudirli.


con katie torniamo ai paesaggi dell'america dell'800 a cui ci ha abituatə michael mcdowell, un paese di eccessi, in cui le classi sociali si distinguono nettamente, dove lə poverə arrancano avanti giorno per giorno strappando qualche ora di vita in più alle malattie, alla disperazione e alla fame mentre lə ricchə si annoiano tra serate di gala, pizzi e gioielli.
se però ne gli aghi d'oro le disuguaglianze sociali e un certo tono politico erano elementi portanti della trama del romanzo e in gioco trovavamo due famiglie rivali, in katie lo status di ogni individuo sembra più voluto da un capriccio del destino che l'espressione di un preciso sistema sociale, e la lotta si consuma tutta tra due donne: katie e philomena.
quello che accomuna i due romanzi sono, prevedibilmente, i numerosi ed efferati crimini che si consumano tra le loro pagine - che mcdowell sa descrivere con uno stile orripilante quanto ipnotico e affascinante - e lo stesso, identico (e in qualche modo preoccupante) senso di soddisfazione che ci dà arrivare alla fine e poter assaporare una sorta di rivalsa.

katie la conosciamo nel prologo, quando è ancora bambina e manifesta già un'indole psicotica che rivela il suo potenziale di serial killer. philo, invece, la incontriamo all'inizio della storia vera e propria, ed è la tipica ragazza povera, poverissima, ma volenterosa che sogna di cambiare la sua vita senza sapere bene come riuscirci e che è sempre stata circondata di persone la cui unica funzione - dal punto di vista narrativo, si intende - è quello di impedire ogni cambiamento: una madre arrendevole, un padrone di casa impietoso e arrogante, una non-amica acida e cattiva.
le vite delle due ragazze potrebbero non incrociarsi mai se non fosse per una complessa serie di morti, vedovanze e nuove parentele acquisite che portano katie a diventare la nipote del nonno di philo che, dopo anni e anni di silenzio, scrive alla figlia - la madre di philo - per farsi salvare dalle grinfie della nuora, del suo nuovo marito e della sua figliastra che lo tengono praticamente prigioniero nella sua stessa casa, lasciandolo sopravvivere quel tanto che basta finché non si deciderà a firmare il testamento e lasciare tutto a loro.

nella comparsa a sorpresa del nonno e nella promessa di una fortuna economica per nulla indifferente, philo vede non soltanto la possibilità di migliorare sensibilmente il proprio status sociale ma anche, e soprattutto, l'occasione di vedere finalmente sua madre felice, di nuovo riunita al padre perduto tanti anni prima. fingendosi una domestica per andare in soccorso del nonno, philo fa la conoscenza con la famiglia slape: richard, padre naturale di katie, e hannah, moglie di seconde nozze e matrigna di katie che, fin da piccolina, aveva cresciuto insegnandole ogni possibile crudeltà e disprezzo.
il terzetto è l'incarnazione del male, della cattiveria e - soprattutto nella figura di richard - della stupidità. il piano di philo per salvare il nonno - e i suoi soldi - viene scoperto presto: il povero vecchio fa una fine da incubo mentre philo viene accusata di un delitto mai commesso e ritorna non soltanto a essere povera in canna, ma braccata dalla polizia e da katie, la folle, brutale e pericolosissima "cugina".

da questo momento in poi, philo e katie viaggeranno su due binari paralleli, incrociandosi e raccogliendo l'una i resti dei delitti dell'altra, spostandosi dalla provincia alle affollatissime strade di new york, lì dove la vita corre avanti frenetica e ogni momento può essere quello decisivo per chiunque: si può incontrare un'amica sincera, trovare l'amore, diventare la segretaria personale di una facoltosa benefattrice, assistere a ogni genere di spettacolo teatrale, farsi predire il futuro, restare coinvoltə in incidenti mortali o finire due metri sotto il pavimento di una desolata cantina.

katie è un romanzo che, come tutti quelli nati dalla penna di mcdowell e già pubblicati in italiano negli ultimi anni, si fa leggere senza lasciare allə lettorə un solo momento di tregua, affastellando colpi di scena e turpi omicidi mentre la narrazione entra ed esce nell'interiorità dellə personaggə, mostrandoci le loro virtù, le debolezze e - soprattutto, perché in fondo è questo che cerchiamo nei libri di mcdowell - l'orrore.
personalmente, per quanto l'abbia trovato estremamente appassionante (quasi ossessionante!), non lo ritengo all'altezza di blackwater o de gli aghi d'oro dove, rispettivamente, l'aspetto magico/sovrannaturale o il tema politico riuscivano a dare qualcosa di più al racconto. katie è la storia dello scontro tra una furiosa serial killer e una ragazza di sani principi che vuole una vita migliore, due personegge che però rimangono confinate nelle loro definizioni e che non tradiscono mai il loro ruolo.
consigliato allə fan dell'autore, ma sicuramente non è da questo che partirei per iniziare a conoscerlo.

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