momo sfiorò la carta da parati gialla in camera da letto, poi diede un piccolo morso a una pesca bianca, di quelle che si coltivano in serra. dalla buccia rosa, quasi diafana, colò il succo. non era del tutto sicura che la rete neurale sottopelle fosse davvero entrata in contatto con il giallo della tappezzeria, né che le papille gustative percepissero realmente la dolcezza della polpa. c'è un confine invalicabile tra il nostro corpo e le cose esterne.per momo il mondo era avvolto da una membrana. a trent'anni continuava a pensare che ci fosse una specie di pellicola tra lei e tutto il resto. non quella delle maschere di bellezza che usava sul lavoro, ma piuttosto una barriera invisibile che la faceva sentire come una pulce d'acqua, avvolta dal proprio carapace traslucido e sola in mezzo a un mare che non la toccava mai, anche se la circondava...
Pagine
venerdì 13 dicembre 2024
membrana
mercoledì 20 novembre 2024
nel paese delle donne selvagge
quelli che vedono gli altri come mostri non si accorgono che i mostri ricambiano lo sguardo e osservano con molta attenzione. gli individui che si ritengono superiori agli altri non sono in grado di rendersi conto che anche loro possono essere valutati e giudicati.
perché il mondo funzionava così? la società era ingiusta! spesso gli uomini erano costretti a fingere di essere in grado di fare cose che non erano in grado di fare, mentre le donne dovevano far finta di essere incapaci di fare cose che in realtà sapevano fare. che assurdità! nel corso dei decenni e dei secoli quante donne si erano viste tarpare le ali e non avevano potuto manifestare il loro talento? e quanti uomini, invece, si erano visti attribuire come per magia qualità che non possedevano e poteri che non meritavano?
lunedì 11 novembre 2024
roaming
volevo venire qui per stare con la mia migliore amica, ma tu... sei... tu non sei più tu.
venerdì 8 novembre 2024
gli aghi d'oro
per la madre irlandese che vagava a battery park, con la sua creatura senza vita ancora stretta al seno; per il bottegaio italiano che aveva appena venduto l'ultimo avanzo di carne equina guasta agli occupanti delle baracche abusive erette ai margini della distesa di cantieri stradali oltre l'ottantesima; e per tutti gli altri nel mezzo - i poveri la cui povertà era tale che presto ne sarebbero morti; i delinquenti la cui delinquenza non offriva una protezione certa dalla povertà che aveva cercato di sfuggire; i mediamente agiati e moderatamente rispettabili; i moderatamente agiati e molto rispettabili; e i ricchi, la cui ricchezza era tale da non doversi preoccupare della rispettabilità - per tutti loro l'anno del signore 1882 era cominciato.
il tempo de gli aghi d'oro è l'intero 1882, il suo spazio il triangolo nero, il più malfamato tra i quartieri di new york, regno incontrastato di ogni vizio e peccato. mcdowell ci mostra una lunga carrellata della città all'alba del nuovo anno, dai vicoli più miserabili, pieni di bambinə mezzo assideratə che cercano di scaldarsi sulle grate degli scarichi, e di donne e uomini disperati che sopravvivono a stento in mezzo a ogni possibile declinazione del concetto di crimine e tra le peggiori privazioni; a quelli più raffinati e ricchi dove la new york bene si ubriaca di buon vino, gli uomini stringono alleanze utili alle loro carriere, le signore, infagottate nei loro abiti eleganti, ricevono i loro ammiratori nei ricchi salotti, la servitù corre da una stanza all'altra e lə bambinə rimangono confinatə nelle nursery.
tra l'opulenza più sfrernata e la corruzione più nera, due famiglie le cui sorti si erano già intrecciate si sfidano in una guerra che si fa sempre più aperta: gli stallworth, tra i più illustri e rispettabili (il maschile sovraesteso è voluto) cittadini di new york su cui domina la figura sottile, bianca e severa di james stallworth. il vecchio, arcigno patriarca è anche il più conosciuto giudice della contea, che deve alla sua mancanza di flessibilità e pietà buona parte della fama della famiglia. il resto della notorietà degli stallworth si divide tra lə figliə di james, edward - avvocato mancato e pastore di anime - e marian, l'elegante signora ben inserita in società il cui miglior risultato nella vita è stato sposare duncan phair, l'avvocato che tanto era mancato in famiglia a james. infine, la terza generazione del nome stallworth è nelle mani di helen e benjamin - figliə di edward ed entrambə parecchio problematicə per il padre quanto per il nonno, sebbene per motivi differenti - e dellə piccolə edwin e edith phair, consideratə dalla madre, marian, poco più che un'estensione poco interessante di sé stessa.
ella e rob, lə gemellə figliə di daisy, sono lə temibilə e abilissimə tuttofare del clan shank, capaci di passare inosservatə, di nascondersi in mezzo allə altrə bambinə del triangolo nero e di estendere il controllo e la volontà di black lena per tutti i vicoli del quartiere.
mercoledì 30 ottobre 2024
commenti randomici a letture randomiche (89)
bevvero dal calice finché i loro occhi divennero neri, dopodiché lei immerse le dita nella ciotola di tasso e tracciò un pentacolo sulle loro giovani fronti.e mentre l'orologio del villaggio lontano batteva dolente l'una, cessarono di essere bambine e divennero finalmente streghe.
non ce l'ho con dio. ma la gente deve essersi infuriata, a quei tempi. no? a vedere tutto quello che amava e che le era caro, tutto quello che trovava bello e buono andarle in pezzi davanti agli occhi; anche se metà o più di quegli eventi era diretta conseguenza dei loro comportamenti, si saranno chiesti perché un dio avesse fatto accadere il resto, perché non l'avesse fermato e fosse rimasto a guardare in silenzio.
«sono stata talmente e incredibilmente fortuna che mi sembra quasi troppo per una persona sola. adesso aspetto che arrivi la sfortuna!»
venerdì 18 ottobre 2024
il libro della scomparsa
«come se il buio li avesse inghiottiti. come se il mare li avesse rapiti». così hai descritto i tuoi giorni e la gente che era stata cacciata via al di là del mare. non hai detto che il numero di abitanti si era ridotto da più di centomila a circa quattromila persone. no, non lo hai fatto. hai detto, invece, che senza di loro non riusciti più a riconoscere la tua città.
perché le madri palestinesi mandano i loro figli a tirare le pietre o compiere atti terroristici contro di noi? non capisco perché insistono a venire ogni giorno ai checkpoint e combatterci [...] in base alla mia esperienza come soldatessa, ho la sensazione che ai palestinesi piaccia essere malmenati e torturati oppure picchiare e offendere gli altri. altrimenti non si spiegherebbe il fatto che insistono con tutta questa violenza.
se esistesse un premio per lo stato più moderno e razzista che considera se stesso una "democrazia", il nostro paese lo vincerebbe di sicuro. [...] dovremmo sbarazzarci del complesso della vittima. non siamo vittime!
della tua memoria mi tornano in mente alcune storie, che ho sentito o letto, o che ho inventato quando ero stanco. ho l'impressione che le storie più belle siano quelle che inventiamo. [...] quelle che viviamo sono mutilate, persino quel che ho vissuto io lo è. come se la mia memoria fosse una casa di vetro che, per quanto piena di incrinature come rughe, ancora si regge in piedi, non crolla. riusciamo comunque a vedere attraverso quel vetro, ma c'è qualcosa di offuscato, confuso [...] la confusione a volte è dovuta al dolore che è più forte di quel che riusciamo a mantenere nel ricordo. e così chiudiamo la memoria in una scatola nera nella testa e nel cuore, ma fa male, ci divora dall'interno, ci corrode giorno dopo giorno. ci corrode, sì. qualche volta mi domando perché provo tutta questa tristezza. da dove viene? e di colpo mi rendo conto di conoscere la risposta: la tua memoria mi fa male, e la mia mi pesa.
si ricordò che una volta [...] alaa era sbottato quando lui gli aveva chiesto di piantarla con quella storia che tel aviv era giaffa con le sue borgate limitrofe. doveva essere un uomo contemporaneo che guarda avanti e non si lascia ostacolare dal passato. [...] alaa era andato su tutte le furie come mai prima di allora [...] «cosa significa che devo essere contemporaneo? che devo distendermi a pancia sotto? che puoi fare a brandelli la mia dignità e io intanto dovrei applaudirti? quando capirai che tel aviv è la bugia a cui tutti hanno creduto? e poi giaffa non era solo frutteti, e se anche fosse stata soltanto un deserto, questa menzogna a cui avete creduto non ci dà il diritto di ucciderci e cacciarci. lo sai? se anche fossimo le persone più arretrate al mondo, questo non vi darebbe il diritto di espellerci! non vi darebbe il diritto di ammazzarci! andate a combattere contro l'europa che vi ha cacciati e uccisi!»
giovedì 17 ottobre 2024
stranimondi 2024 ~ un racconto per (poche) immagini
foto di rito alla locandina ♥ |
la cartolina che più aspettavo mi è stata regalata proprio appena sono arrivata! |
a parte che è evidente che non sono capace di sorridere davanti a un obiettivo, stranimondi è stato il posto dove ho conosciuto stella dello scartafaccio e gloria e sephira di moedisia ♥ |
ghiandina-souvenir raccolta in uno dei giardini |
ecco il mio bottino, piccolino ma interessante |
io lontanissima, non sentivo niente! |
soprattutto il mio amico tim! |
lunedì 7 ottobre 2024
i cento amori di giulietta
appena ho visto helene, ho assaporato sulle labbra il gusto lieve e dolciastro del vino al miele, la reminiscenza di un bacio. succede tutte le volte che lei riappare nella mia vita, un ricordo ostinato che perdura dalla sera del nostro primo incontro, secoli fa.certo, lei è del tutto inconsapevole della sua identità. o del fatto che la sua presenza - o assenza - nella mia vita abbia plasmato la mia intera esistenza.oggi sarò pure sebastien, ma in principio il mio nome era romeo.e il suo giulietta.
anche se in realtà le cose non sono andate proprio come ce le aveva raccontate shakespeare...
helene e sebastien si incontrano per la prima volta in una piccola cittadina dell'alaska. helene è appena arrivata, ha mollato tutto di colpo - il lavoro da giornalista che non decolla mai e, soprattutto, quel bastardo del suo futuro ex marito - e dalla california si è rifugiata nel gelo artico per poter diventare finalmente la nuova versione di sé che aspira a essere - quella che smette di tollerare le cattiverie e i tradimenti del marito, quella che tiene sempre gli occhi bassi, non alza mai la voce, sopporta tutto, non si lamenta mai e non rivendica mai quello che le spetta per diritto - e per scrivere, finalmente, il suo libro.
da quando ha memoria, colleziona brevi racconti, storie d'amore ambientate in tempi e luoghi diversi. helene sa che c'è qualcosa che le sfugge e che collega insieme tutto il materiale che ha accumulato fino ad adesso... ma cosa?
la sua unica certezza è che il protagonista maschile - anche se di volta in volta cambia nome, mestiere, città d'origine eccetera - è sebastien, l'amico immaginario che le fa compagnia e la sostiene di fronte a ogni difficoltà, nato nella sua mente per affrontare la malattia e la morte di suo padre quanto era ancora soltanto una ragazzina.
e adesso, eccolo lì: stesso volto, stessi occhi, stessi capelli, persino lo stesso nome! sebastien in carne ed ossa, dentro lo stesso pub in cui si è rifugiata a mangiare qualcosa di caldo la sera del suo arrivo in alaska, il primo giorno della sua nuova vita
com'è possibile che il suo amico immaginario, il protagonista dei suoi racconti, un personaggio inventato dalla sua immaginazione sia lì di fronte a lei, in carne e ossa?
il loro incontro non è certo una scena da film romantico, anzi. nonostante il destino sembra portarli costantemente una di fronte all'altro, sebastien è sempre scontroso, sgarbato e antipatico. in qualche modo, helene ha la sensazione che anche lui la conosca, ma è evidente che i sentimenti che lei prova per il sebastien che l'ha accompagnata per tanto tempo nella sua fantasia non corrispondono affatto a quelli che il sebastien della realtà prova per lei. ma perché lui è così respingente?
quella di romeo e giulietta è una storia con radici profondissime, che attraversano secoli e continenti. shakespeare fu ispirato dal racconto di questo amore impossibile già noto nel medioevo - ad esempio, dante cita le due famiglie dei montecchi e capuletti (cappelletti) nella sua divina commedia - ma alcunə studiosə hanno trovato echi degli archetipi di questa storia già nella letteratura classica greca e latina.
evelyn skye si inserisce in questa lunghissima tradizione raccontandoci un finale alternativo della tragedia shakespeariana, quello in cui romeo, in realtà, uccide giulietta per sbaglio durante il suo duello con paride e per questo viene maledetto: per quanto ci provi, non riesce a morire e il suo tempo si dilata quasi all'infinito, facendolo invecchiare di un anno ogni cinquanta. in questa vita quasi eterna, romeo è costretto a incontrare ogni volta l'incarnazione di giulietta - ignara della loro vera identità - ad amarla e ad esserne amato, e infine, proprio come la prima volta, a perderla tragicamente.
romeo non può morire, giulietta muore ogni volta.
e adesso, tocca a helene e sebastien recitare sul palco del loro destino: le loro anime sono legate da secoli e anche questa volta non possono restare indifferenti una all'altro. ma qualcosa, adesso, sembra seguire un copione differente. che sia un segno che la maledizione si può spezzare?
sebastien e helene incarnano due prospettive opposte (e l'alternanza delle voci narranti, nel libro, sottolinea al meglio questa differenza): per lui, ogni storia d'amore è destinata a finire tragicamente perché, per quanto follemente si possa amare ed essere amatə, il destino che aspetta ciascuno di noi è sempre lo stesso. helene riesce però a mostrargli l'altro lato della medaglia: non vale forse la pena vivere una vita forse breve, sì, ma che è riuscita a conoscere una gioia così grande e totalizzante come quella che giulietta prova ogni volta con romeo? sebastien guarda verso il futuro colmo di timori e di angosce, vivendo ogni momento come se fosse l'ultimo prima di anni e anni di perdita e dolore, mentre helene è capace di concentrarsi sul presente, di vivere pienamente il momento come se niente, a parte il qui e ora, avesse importanza.
i cento amori di giulietta è un romanzo che - oltre a coinvolgerci in una bellissima storia d'amore - ci spinge a trovare le nostre risposte oltre la parola fine. cosa succede quando una storia finisce, quando si gira l'ultima pagina del libro? ok, lə nostrə protagonistə felici e innamoratə si sono sposati e ora vivranno "per sempre felici e contenti", ma quanto dura questo per sempre? è ovvio che il lieto fine non è davvero la fine e, in questo senso, ha ragione sebastien: ogni grande amore è destinato a finire tragicamente con la morte di unə dellə due amanti, che sia dopo un giorno o dopo decenni. ma è anche ovvio che per lieto fine possiamo intendere anche il compimento di quell'amore, che lo si voglia intendere come il matrimonio, come la nascita di unə figliə o come la realizzazione si qualsivoglia obiettivo che per quella certa coppia ha significato e valore, e qui ci tocca seguire il ragionamento di helene: forse vivremo questa immensa felicità per poco tempo, ma sarà una gioia così grande che nulla ci farà rimpiangere averla vissuta.
evelyn skye ci suggerisce che forse, quello che veramente conta non è tanto il modo in cui decidiamo di interpretare la realtà ma quanto siamo capaci di affrontarla con consapevolezza, e di condividere pienamente e sinceramente questa consapevolezza con chi amiamo e scegliamo come compagnə nella nostra vita. leggere la nota finale è stato un colpo al cuore - le parole di skye sono così autentiche e sincere che è difficile trattenere le lacrime - ma bellissimo. non vi dico altro.
conoscere l'altrə e conoscere sé stessə - così come helene ha immaginato/ricordato tanti frammenti delle sue vite passate con romeo/sebastien - accettare il passato ed essere prontə ad accogliere il futuro con speranza e accettazione, forse è questo che può spezzare la maledizione, che può spazzare via la paura che ci impedisce di vivere le cose per paura di perderle.