lunedì 7 ottobre 2024

i cento amori di giulietta

appena ho visto helene, ho assaporato sulle labbra il gusto lieve e dolciastro del vino al miele, la reminiscenza di un bacio. succede tutte le volte che lei riappare nella mia vita, un ricordo ostinato che perdura dalla sera del nostro primo incontro, secoli fa.
certo, lei è del tutto inconsapevole della sua identità. o del fatto che la sua presenza - o assenza - nella mia vita abbia plasmato la mia intera esistenza.
oggi sarò pure sebastien, ma in principio il mio nome era romeo.
e il suo giulietta.

leggere i cento amori di giulietta non è stato facile perché ho passato la maggior parte del tempo con gli occhi lucidi e le lacrime sempre pronte a riversarsi giù, in uno stato di totale perdita di contegno e di assenza di vergogna. evelyn skye mi aveva convinta con damsel e adesso mi ha definitivamente conquistata con i cento amori di giulietta che, se da un lato è meno "politico" del primo, dall'altro è riuscito a farmi sentire totalmente coinvolta, trascinata nella storia che stavo leggendo. una storia d'amore bellissima, scritta senza mai scadere nel melenso, senza mai indugiare in scene da vecchio voyer senza scrupoli... e poi, insomma, parliamo della storia d'amore per antonomasia, quella di romeo e giulietta!
anche se in realtà le cose non sono andate proprio come ce le aveva raccontate shakespeare...

helene e sebastien si incontrano per la prima volta in una piccola cittadina dell'alaska. helene è appena arrivata, ha mollato tutto di colpo - il lavoro da giornalista che non decolla mai e, soprattutto, quel bastardo del suo futuro ex marito - e dalla california si è rifugiata nel gelo artico per poter diventare finalmente la nuova versione di sé che aspira a essere - quella che smette di tollerare le cattiverie e i tradimenti del marito, quella che tiene sempre gli occhi bassi, non alza mai la voce, sopporta tutto, non si lamenta mai e non rivendica mai quello che le spetta per diritto - e per scrivere, finalmente, il suo libro.
da quando ha memoria, colleziona brevi racconti, storie d'amore ambientate in tempi e luoghi diversi. helene sa che c'è qualcosa che le sfugge e che collega insieme tutto il materiale che ha accumulato fino ad adesso... ma cosa?
la sua unica certezza è che il protagonista maschile - anche se di volta in volta cambia nome, mestiere, città d'origine eccetera - è sebastien, l'amico immaginario che le fa compagnia e la sostiene di fronte a ogni difficoltà, nato nella sua mente per affrontare la malattia e la morte di suo padre quanto era ancora soltanto una ragazzina.
e adesso, eccolo lì: stesso volto, stessi occhi, stessi capelli, persino lo stesso nome! sebastien in carne ed ossa, dentro lo stesso pub in cui si è rifugiata a mangiare qualcosa di caldo la sera del suo arrivo in alaska, il primo giorno della sua nuova vita
com'è possibile che il suo amico immaginario, il protagonista dei suoi racconti, un personaggio inventato dalla sua immaginazione sia lì di fronte a lei, in carne e ossa?

il loro incontro non è certo una scena da film romantico, anzi. nonostante il destino sembra portarli costantemente una di fronte all'altro, sebastien è sempre scontroso, sgarbato e antipatico. in qualche modo, helene ha la sensazione che anche lui la conosca, ma è evidente che i sentimenti che lei prova per il sebastien che l'ha accompagnata per tanto tempo nella sua fantasia non corrispondono affatto a quelli che il sebastien della realtà prova per lei. ma perché lui è così respingente?

quella di romeo e giulietta è una storia con radici profondissime, che attraversano secoli e continenti. shakespeare fu ispirato dal racconto di questo amore impossibile già noto nel medioevo - ad esempio, dante cita le due famiglie dei montecchi e capuletti (cappelletti) nella sua divina commedia - ma alcunə studiosə hanno trovato echi degli archetipi di questa storia già nella letteratura classica greca e latina.
cambiano i nomi, cambiano i luoghi e le epoche ma l'infelice destino dei due amanti resta uguale.
evelyn skye si inserisce in questa lunghissima tradizione raccontandoci un finale alternativo della tragedia shakespeariana, quello in cui romeo, in realtà, uccide giulietta per sbaglio durante il suo duello con paride e per questo viene maledetto: per quanto ci provi, non riesce a morire e il suo tempo si dilata quasi all'infinito, facendolo invecchiare di un anno ogni cinquanta. in questa vita quasi eterna, romeo è costretto a incontrare ogni volta l'incarnazione di giulietta - ignara della loro vera identità - ad amarla e ad esserne amato, e infine, proprio come la prima volta, a perderla tragicamente.
romeo non può morire, giulietta muore ogni volta.
e adesso, tocca a helene e sebastien recitare sul palco del loro destino: le loro anime sono legate da secoli e anche questa volta non possono restare indifferenti una all'altro. ma qualcosa, adesso, sembra seguire un copione differente. che sia un segno che la maledizione si può spezzare?

sebastien e helene incarnano due prospettive opposte (e l'alternanza delle voci narranti, nel libro, sottolinea al meglio questa differenza): per lui, ogni storia d'amore è destinata a finire tragicamente perché, per quanto follemente si possa amare ed essere amatə, il destino che aspetta ciascuno di noi è sempre lo stesso. helene riesce però a mostrargli l'altro lato della medaglia: non vale forse la pena vivere una vita forse breve, sì, ma che è riuscita a conoscere una gioia così grande e totalizzante come quella che giulietta prova ogni volta con romeo? sebastien guarda verso il futuro colmo di timori e di angosce, vivendo ogni momento come se fosse l'ultimo prima di anni e anni di perdita e dolore, mentre helene è capace di concentrarsi sul presente, di vivere pienamente il momento come se niente, a parte il qui e ora, avesse importanza.

i cento amori di giulietta è un romanzo che - oltre a coinvolgerci in una bellissima storia d'amore - ci spinge a trovare le nostre risposte oltre la parola fine. cosa succede quando una storia finisce, quando si gira l'ultima pagina del libro? ok, lə nostrə protagonistə felici e innamoratə si sono sposati e ora vivranno "per sempre felici e contenti", ma quanto dura questo per sempre? è ovvio che il lieto fine non è davvero la fine e, in questo senso, ha ragione sebastien: ogni grande amore è destinato a finire tragicamente con la morte di unə dellə due amanti, che sia dopo un giorno o dopo decenni. ma è anche ovvio che per lieto fine possiamo intendere anche il compimento di quell'amore, che lo si voglia intendere come il matrimonio, come la nascita di unə figliə o come la realizzazione si qualsivoglia obiettivo che per quella certa coppia ha significato e valore, e qui ci tocca seguire il ragionamento di helene: forse vivremo questa immensa felicità per poco tempo, ma sarà una gioia così grande che nulla ci farà rimpiangere averla vissuta.

evelyn skye ci suggerisce che forse, quello che veramente conta non è tanto il modo in cui decidiamo di interpretare la realtà ma quanto siamo capaci di affrontarla con consapevolezza, e di condividere pienamente e sinceramente questa consapevolezza con chi amiamo e scegliamo come compagnə nella nostra vita. leggere la nota finale è stato un colpo al cuore - le parole di skye sono così autentiche e sincere che è difficile trattenere le lacrime - ma bellissimo. non vi dico altro.
conoscere l'altrə e conoscere sé stessə - così come helene ha immaginato/ricordato tanti frammenti delle sue vite passate con romeo/sebastien - accettare il passato ed essere prontə ad accogliere il futuro con speranza e accettazione, forse è questo che può spezzare la maledizione, che può spazzare via la paura che ci impedisce di vivere le cose per paura di perderle.

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