mercoledì 7 agosto 2024

sirene

Mo dheirfiú.
Irlandese.
Mia sorella.
Com’era possibile che avesse sognato in una lingua straniera?
Una lingua che non aveva mai letto, mai sentito?

l'ultima lettura bolognese prima delle ferie e del rientro a casa è stata sirene di emilia hart, autrice di weyward che mi era piaciuto tantissimo. anche questa volta, non è di certo un capolavoro della letteratura ma un romanzo capace di darmi esattamente quello di cui avevo bisogno (e cosa si cerca nei libri se non questo?): sorellanza e solidarietà femminile, resistenza, lotta, scoperta di sé.

come in weyward, anche qui la storia si articola su piani temporali differenti.
2019 - australia: lucy si risveglia in camera di ben, ha le mani strette intorno al suo collo e sta quasi per strangolarlo. è confusa, non ricorda di come è arrivata lì ma ricorda benissimo cosa lui le ha fatto, come ha distrutto la fiducia che lei gli aveva concesso, i suoi sentimenti per lui e, soprattutto, come ha fatto a pezzi la sua reputazione e probabilmente il suo futuro. lucy sa che la sua carriera universitaria, il corso di giornalismo che ha sognato fin da bambina sono gravemente a rischio, sia per quello che ha subito sia per quella reazione incontrollata e totalmente inconsapevole.
in preda al panico e senza che nessuna delle sue amiche - né delle altre persone del campus, tutor e insegnanti compresə - sia dalla sua parte, lucy decide di scappare da sua sorella jess.
sono anni ormai che jess la ignora. il loro rapporto è sempre stato strano: lucy ha sempre adorato sua sorella maggiore, quella donna sempre sicura di sé, libera, indipendente, che è riuscita a fare della sua arte tutta la sua vita e che adesso è una pittrice famosa e apprezzata. ma, allo stesso tempo, è sempre rimasta ferita dal modo in cui jess l'ha tenuta lontana, aumentando sempre di più - e sempre inspiegabilmente - le distanze tra loro due.
adesso, jess abita a comber bay, in una vecchia casa squallida e sporca a strapiombo sul mare. comber bay è tristemente famosa per essere stata teatro di antichi naufragi e, più di recente, di misteriose sparizioni di uomini che, se pure all'apparenza sembravano persone comuni, nascondevano un'indole perversa e criminale.

lucy arriva a casa di jess e però jess non c'è. è sparita, senza portarsi dietro il cellulare e senza la sua auto. e mancano pochissimi giorni all'inaugurazione della sua mostra. ci sono, però, i quadri di jess, dipinti che raccontano una storia particolare: due donne che si tengono per mano davanti a una nave vecchia di due secoli, davanti a un mare in tempesta. lucy non dovrebbe conoscere quella storia eppure l'ha sognata. ha sognato quelle donne e ha sognato il mare ambiguo, che terrorizza e, al contempo, dà rifugio e speranza. lucy, proprio come jess, soffre di una rara malattia alla pelle - l'orticaria acquagenica - una condizione che ha sempre tenuto entrambe le sorelle lontane dall'acqua che per loro è come un veleno, capace di produrre sui loro corpi arrossamenti, lesioni e croste. eppure, lucy è sempre stata attratta inconsciamente dall'acqua e sospetta che anche jess - che ha vissuto in passato episodi di sonnambulismo come quello che hanno portato lucy quasi a strangolare ben - abbia provato lo stesso desiderio. adesso che è lì, nella casa deserta di sua sorella, senza alcun indizio su cosa sia successo a jess e con mille domande a cui dare risposta, lucy inizia a frugare (con un bel carico di sensi di colpa) tra le cose di jess...

ottocento - irlanda: una sfilza di prigioniere colpevoli di reati minori attende di essere imbarcata su una nave diretta in australia, in una colonia per detenute. tra queste, mary ed eliza si tengono per mano in attesa del loro nuovo destino, la polena a forma di sirena che incombe su di loro, il mare fino ad adesso sconosciuto che sembra una minaccia, una distesa infinita di acqua nera che le dividerà per sempre dal loro amato padre, che quando erano bambine ha portato via la loro madre e che minaccia di scorticare la loro pelle che non tollera di essere bagnata. proprio come quella di lucy e jess.
nella stiva della nave, tra lacrime, paura, escrementi e il puzzo delle donne rinchiuse per mesi e mesi, mary ed eliza iniziano a scoprire cambiamenti impossibili nei loro corpi, mentre stringono legami impensabili con le altre prigioniere, donne piegate dalla violenza e dal giudizio degli uomini.
la loro storia si fonde con la storia di comber bay, con le leggende che spaventano lə turistə e chi indaga sulle misteriose sparizioni e, soprattutto, con i sogni di lucy e jess...

anni '80 - australia: una giovane jess ci racconta la sua quotidianità dal suo diario, la vita a comber bay con i suoi genitori, la scoperta della pittura e dell'amore, di quello vero, inventato con goffaggine insieme al suo migliore amico, e quello che di amore non ha nulla, la maschera dietro cui si nasconde un mostro perverso e violento che, nonostante tutto, non riesce a spezzarla, ma che cambia irrimediabilmente la sua vita. e poi il richiamo del mare che arriva nel sonno, insieme ai sogni di due sorelle rinchiuse nel ventre di una nave, il canto delle sirene, la pelle che si ribella all'acqua, la storia misteriosa di una neonata abbandonata in una grotta a strapiombo sulle onde...

emilia hart costruisce la sua storia aggiungendo frammenti, indizi, echi e risonanze, scene che insieme raccontano una lunga, ininterrotta storia che attraversa i secoli e che vede protagoniste donne che non si arrendono alle violenze e ai soprusi, donne che si stringono per mano e che si difendono davanti a chi vuole spezzarle, piegarle, umiliarle, distruggerle. donne bellissime e mostruose e feroci, libere dalle prigioni di bellezza e obbedienza, libere dal silenzio imposto, donne che non intendono più accusare il colpo e tenere lo sguardo fisso in terra.

come era stato per weyward, la lettura di sirene è consolatoria e liberatoria allo stesso tempo, cura e dà forza e speranza. emilia hart racconta l'idea di sorellanza senza inutili retoriche fini a sé stesse e ci dona spazi di immaginazione e di costruzione di nuove realtà che scardinano il sistema patriarcale e oppressivo in cui, da sempre, tutte, in ogni angolo del pianeta, ci ritroviamo a ereditare, vivere, ricordare e soprattutto combattere le stesse ingiustizie.

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