i portali esistono indisturbati in tutti quei luoghi di cui nessuno ha più memoria. il nostro compito è preservare il ricordo di tali luoghi e vegliare si di loro.
una ragazza incontra un ragazzo.
un incipit così può dare vita a miliardi di storie, milioni di miliardi di possibilità narrative e immaginifiche.
una ragazza incontra un ragazzo e decide di seguirlo.
makoto shinkai prende il via dal più banale degli incipit e con suzume costruisce un racconto che lega insieme nella stessa trama alcuni temi chiave della cultura - pop e non - giapponese: l'importanza dei ricordi, la fragile bellezza del presente, le responsabilità che abbiamo nei confronti del futuro, il bisogno di essere accettatə e amatə.
il manga, disponibile in box per star comics, è la fedelissima trasposizione del film di animazione uscito nel 2022 (e disponibile su netflix): sulla strada per andare a scuola, suzume incontra sota, un ragazzo sconosciuto, diretto verso delle vecchie rovine. poco dopo, dalla finestra della sua aula, suzume vede qualcosa di inspiegabile, un gigantesco verme di oscurità che punta proprio nella direzione delle rovine. sentendosi in qualche modo responsabile perché è l'unica capace di scorgere il mostro, suzume inforca di nuovo la bicicletta e corre per salvare quel ragazzo senza sapere che sta per iniziare un lungo viaggio, un'avventura tra i mondi per salvare l'umanità, chiudendo i portali che separano il nostro mondo dall'altrove, un luogo senza tempo al di là della vita stessa.
come accade già con altrə personaggə di shinkai, suzume si ritrova a dover svolgere un compito enorme, a portare sulle sue spalle una gigantesca responsabilità - deve letteralmente salvare il mondo e, allo stesso tempo, proteggere la persona che ama - ma non è di certo una supereroina, anzi! la nostra protagonista è un'adolescente come tantə, è una ragazza che si trascina dietro i traumi irrisolti della sua infanzia, fatta di dolore e perdita. e il viaggio con sota culminerà proprio nel luogo in cui tutto è iniziato per lei, un luogo liminale dove passato e futuro si incontrano determinando un nuovo presenze di speranza e consolazione.
inutile dire che il mio personaggio preferito è statə, per tutto il tempo, daijin, il non-gatto che sembra la causa della crisi dei portali. daijin è uno spirito capriccioso che pensa e agisce al di fuori della morale umana e che per questo può sembrare l'antagonista della storia: il suo compito è fare da pietra di volta - in completa ed eterna solitudine - ai portali, per tenerli bloccati ed evitare che il verme possa uscire e scatenarsi nel mondo reale.
nonostante il suo potere, daijin è però una creatura dolce desiderosa di amore e di affetto, proprio come chiunque altro. quando suzume, senza conoscere la sua natura, è gentile con ləi, daijin rifiuta il suo compito e spera di poter rimanere al fianco della ragazza, ribellandosi alle sue responsabilità e scatenando il caos.
e, a essere sincera, tra un adorabile micetto parlante e un tizio sconosciuto, avrei compiuto scelte molto diverse da quelle di suzume...
daijin in un frame del film |
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