ammetto di non essere affatto brava a fare questa cosa dei resoconti delle fiere, quindi perdonatemi se questo post sarà un po' sconclusionato.
però due righe voglio scriverle comunque, anche per festeggiare il fatto che questo è stato il mio primo salone con un pass "stampa" al collo, un cartellino che ho vissuto un po' come un riconoscimento del valore di questo spazietto qui, uno spazio che esiste da quasi tredici anni, che resiste ai video, ai reel, alle storie, a tutta quella comunicazione velocissima e che, invece, si prende tutto il tempo che gli va. quel pass "stampa" per me è stato bello tanto quando quello da autrice che avevo l'anno scorso, per il mio primo salone, che mi ha regalato un sacco di bellissimi momenti e incontri con persone che danno un senso a questi spazi online che attraversiamo e abitiamo nonostante, spesso, siano così inospitali.
il resoconto ufficiale del salone dice che ci sono state 222.000 presenze quest'anno, presentazioni mega affollate, record di ogni tipo. ma a parte i numeri e le statistiche è proprio vero che la cosa più bella del salone sono le persone che ci incontri, migliaia di persone che non conosci ma con cui sai di condividere idee e passioni, persone che ti fanno sentire parte di qualcosa, un qualcosa forse un po' troppo indefinito ma comunque reale.
tra quelle migliaia di persone ci sono poi quelle speciali, le facce amiche che incontri alle fiere e che sono il vero motivo per cui vale la pena prenotare un biglietto d'aereo due mesi prima e viaggiare fino all'altra parte d'italia per rivederle. per me, sono soprattutto le persone che ruotano attorno a quella che l'anno scorso è stata ribattezzata la eris-family, ovviamente, e quelle per cui non ho ancora abbandonato i social. passo quasi tutto l'anno sentendole solo in chat, sbirciando tra le loro foto e video, quando poi arriva il momento in cui ci si può riabbracciare e andare in giro insieme tra stand strapieni di libri, o incontrare dal vivo per la prima volta, superare la timidezza, rompere il ghiaccio e sorridersi senza mediazione di uno schermo è sempre una gioia immensa.
ho partecipato a pochissimi incontri in questi giorni (quello che mi è dispiaciuto di più perdermi è stato quello di ne/on, tra le nuove realtà editoriali quella che mi interessa di più, non vedo l'ora di leggere i primi libri), non ero sicura di cosa scegliere in un programma strapieno di eventi interessanti ma a cui era quasi sempre impossibile assistere (visti i numeri di quest'anno, spero che il prossimo si riescano a organizzare meglio le presentazioni, in sale più grandi e senza dover stare due ore in coda, soprattutto per chi non riesce fisicamente a sostenere uno sforzo simile) e volevo soprattutto godermi l'aria di festa, ma sono stata a due presentazioni che mi sono piaciute moltissimo. la prima è stata quella dedicata a stasera faremo cadere il cielo, in cui lə autorə hanno discusso del valore aggiunto che le prospettive queer hanno saputo dare a un genere, quello fantascientifico e fantastico in generale, che era stato per decenni il luogo per antonomasia non soltanto degli autori maschi bianchi etero cis ma anche di escapismo ed evasione. il fantastico, negli ultimi tempi, spiegavano lə relatorə, è stato lo strumento attraverso il quale non soltanto raccontare il reale ma provare a decostruirlo e immaginare modi differenti di vivere e di relazionarsi tra noi animali umani, con le altre creature e con l'ambiente. le autrici e lə autorə queer e non bianchə hanno saputo usare la letteratura come qualcosa di molto più potente di ciò che un certo pubblico si aspettava da loro, ne hanno fatto uno spazio di riflessione e di costruzione di realtà e di relazioni. ed è per questo che immaginare mondi diversi non è fuga dalla realtà ma realizzazione di alternative possibili.
il secondo, meraviglioso incontro, è stato quello con i conigli bianchi e prep italia, che hanno presentato sierocoinvoltə, uno degli ultimi bookblock di eris che fa luce su un argomento - hiv e aids - che negli ultimi decenni sembrava essere scomparso dalla zona di interesse dell'opinione pubblica, dopo le campagne di terrore degli anni '80 e '90. lə autorə hanno parlato dello stato attuale della prevenzione e della cura di quella che non è più la malattia terrificante che è stata qualche decennio fa. ma soprattutto hanno posto l'attenzione sul mondo relazionale delle persone che vivono con hiv, un mondo molto più vasto di quello che i pregiudizi e la scarsa informazione ci lascerebbero immaginare.
ma, soprattutto, mentre si parlava di sierocoinvoltə, lə autorə hanno lanciato più volte messaggi di supporto alla causa palestinese e non sono statə lə solə.
sabato è stato il giorno in cui alcuni spazi del salone hanno fatto eco alle proteste, vergognosamente silenziate e represse, pro-palestina ai cancelli. se pure non ci sono stati momenti istituzionali dedicati a focalizzare l'attenzione sul genocidio in corso, se pure di facciata si preferisce fingere che la cultura non abbia niente a che vedere con la politica - falso! - dal basso si è sentito che nessunə di noi ha dimenticato la questione di palestinese pure in un momento così festoso e - passatemi il termine, lo uso in senso positivo - leggero. dagli stand chiusi al più semplice "hai visto le notizie di oggi?", passando per magliette, spillette, disegni, slogan eccetera, moltissime persone hanno portato anche solo una piccola goccia d'attenzione verso l'orrore che non accettiamo e non perdoniamo.
perché il salone, come ogni altro spazio pubblico, è di chi lo attraversa, di chi lo anima, non solo di chi organizza o sponsorizza o parla da un palco. e questa cosa è stata una tra le più potenti, belle e significative di quest'anno.
e poi, vabbè, ho comprato un botto di libri bellissimi di cui non vedo l'ora di parlarvi!
ci si rivede qui a breve! ♥
Nessun commento:
Posta un commento