la legge morale mi ha spinto a combattere contro un nemico che usa la violenza per distruggere l'avversario politico, che usa l'oppressione per annullare sogni e speranze, che sta mortificando e mandando in rovina un paese e le sue generazioni più giovani, in nome di una mania di grandezza che è solo la scusa dietro la quale si nascondono persone orribili che pensano solo ad assecondare il loro desiderio di potere personale.
sta finendo un altro 25 aprile, uno particolarmente significativo, visto quello che è successo oggi tra le strade del nostro paese e nelle istituzioni. delle seconde non mi interessa parlare perché è inutile commentare il livello di antifascismo di chi fascista è per storia e vocazione. ma è grave, gravissimo, che in un giorno come questo si arrivino a compiere azioni violente, come è successo a roma dove la brigata ebraica ha lanciato pietre e bombe carte sul corteo pro-palestina, per supportare ancora l'orrore che lo stato israeliano, uno dei peggiori regimi fascisti attualmente in vita, sta mettendo in atto da mesi ai danni del popolo palestinese con l'appoggio delle istituzioni - ma non dei popoli - di mezzo occidente. ed è grave, gravissimo che già al tg della sera la notizia non fosse passata, criminalizzando le proteste di milano, dove allə attivistə pro-palestina è stato negato il diritto di parola.
sono giorni in cui si parla di censura, di diritto di asilo e di aborto negato, giorni in cui esce un report di amnesty international che racconta un'italia che tortura i detenuti, sminuisce e arresta chi fa attivismo per il clima, un'italia in cui le donne vengono uccise perché donne, un'italia che continua a vendere armi a paesi che fanno la guerra, infischiandosene della costituzione. e insieme a questa italia c'è buona parte di quel mondo che ama dirsi democratico e progredito, ci sono l'america e l'europa, che si fregiano di meriti che ormai sono decisamente in dubbio.
mi sembrava giusto dedicare questa giornata alle storie di chi, settantanove anni fa, ha combattuto il fascismo e il nazismo, alle storie che, tutte insieme, fanno la resistenza, la storia più bella del nostro paese e della nostra memoria, quella resistenza che ormai le istituzioni ridicolizzano svuotandola di significato, passando da una celebrazione della liberazione passata alla glorificazione dell'oppressione presente, senza soluzione di continuità.
partigiane è un libretto piccolo, veloce, semplice, adatto anche a un pubblico di giovanissimə. dentro ci sono le storie di alcune delle migliaia di donne che hanno contribuito alla liberazione dal nazifascismo: ursula hirchmann, ada rossi, carla capponi, ada gobetti, lidia menapace, teresa mattei, renata viganò, nilde iotti, marisa ombra e miriam mafai. donne che hanno vissuto la lotta di resistenza contro il fascismo e contro un mondo che le voleva silenziose e sottomesse, eterne subalterne, donne che poi quella storia l'hanno scritta e raccontata perché il suo ricordo non andasse perduto. donne comuni che hanno fatto qualcosa di straordinario: hanno gettato le basi per un mondo nuovo, una nuova realtà più giusta, più egualitaria, in cui le donne avrebbero avuto un ruolo finalmente attivo e partecipe della vita politica e sociale.
per una donna era più semplice superare i controlli, i fascisti ci misero un po' a capire quello di cui eravamo capaci, non si aspettavano tanto coraggio e intraprendenza, era ben altra l'idea che avevano di noi donne.
sono storie che riportano tutto alla sua vera dimensione: il fascismo non era solo un ideale, era la violenza, le uccisioni, i pestaggi, la fame, la miseria di ogni giorno e, allo stesso modo, neanche la resistenza era solo un ideale, era fatta di persone vere, di storie vere, di vera volontà di stravolgere quel potere che stava avvelenando e distruggendo le vite di un intero popolo, di vero desiderio di creare un mondo nuovo, più giusto e plurale.
oggi credo che sia un dovere non solo ricordare la resistenza partigiana italiana ma anche quella palestinese. le vicende familiari che ci raccontano la fine del fascismo richiamano quelle che osserviamo oggi dagli schermi dei nostri telefoni: madri, padri, fratelli e sorelle, bambine e bambini che subiscono l'orrore e provano a fuggire alla morte e a reagire all'oppressione.
credo che ogni giorno, e oggi ancor di più, chi sta lottando contro il genocidio sionista meriti di essere celebratə.
costruire la pace in ogni modo è la maniera migliore di "ripudiare" (un verbo molto forte) la guerra. il diritto internazionale riconosce ad ogni popolo invaso di difendersi come può e perciò anche con partigiane e partigiani. il che invece hitler non riconobbe mai a noi e ci chiamò "banditi".
alle partigiane e ai partigiani che in palestina, in italia e ovunque nel mondo hanno combattuto e combattono l'oppressione, la violenza, la volontà distruttiva del fascismo, nonostante le narrazioni distorte, nonostante la censura, nonostante lo strapotere che si oppone loro con ogni mezzo: viva la resistenza!
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