il tè, se lo si beve da soli, ha un sapore più delicato, come se gli mancasse qualcosa...
ogni volta che proviamo a creare, immaginandolo, l'altro da noi, non facciamo che interrogarci su ciò che siamo per provare a scoprire quello che, senza filtri e distorsioni, forse non riusciremmo a cogliere.
nell'alieno riversiamo paure - come nel caso di tutte quelle storie in cui creature provenienti dallo spazio, con cui abbiamo difficoltà di comunicazione più o meno importanti, arrivano sul nostro pianeta per conquistarlo, schiavizzarci o annientarci - o speranze - l'altro tipo di alieni che abbiamo immaginato, quelli che provano a comprenderci e a farsi comprendere da noi, senza alcuna intenzione bellica - ma, in ogni caso, si tratta di schemi che abbiamo imparato a riconoscere nel nostro mondo, che fanno parte della nostra esperienza di e con gli esseri umani.
è come se non potessimo fare altro che rispecchiarci in ogni altra possibile forma di esistenza o, più egocentricamente, come se ogni altra possibile forma di esistenza non possa essere se non adattabile a quegli schemi - sia biologici sia culturali - che ci appartengono.
insomma, nonostante già solo sul nostro pianeta ci siano miliardi di forme di vita differenti, quando la nostra immaginazione crea lə alienə, lo fa a nostra immagine e somiglianza.
e, come accennavo all'inizio, nell'indagare le ragioni del contatto, cerca le risposte a tutto quello che non ha il coraggio di chiedere all'umanità: immaginiamo alienə schiavistə e colonizzatorə perché siamo statə - e continuiamo a essere - schiavistə e colonizzatorə a nostra volta, lə immaginiamo curiosə e desiderosə di esplorare nuovi mondi perché siamo statə - e continuiamo a essere - affascinatə dall'ignoto e mossə dall'urgenza della conoscenza.
oppure, ed è questo il centro di tokyo alien bros. di keigo shinzo (autore di hirayasumi, di cui ho parlato qui e qui), proviamo a chiederci cosa farebbero delle creature estranee al nostro modo di vivere se si ritrovassero sul nostro pianeta alle prese con la nostra quotidianità, con le nostre abitudini, le nostre leggi, le nostre regole e con tutto quello che diamo per scontato. proviamo, insomma, a vederci dal di fuori, a mettere i nostri panni addosso a qualcun altrə per vedere come se la cava.
la storia di tokyo alien bros. è quella di fuyunosuke e natsutaru tanaka, due fratelli provenienti da un altro pianeta in missione sulla terra per capire se il nostro mondo è adatto a un'eventuale colonizzazione da parte della loro specie.
i due riescono a cambiare le loro sembianze a piacimento e ad assumere un aspetto umano e, a parte un grave problema di intolleranza al sale, pare che riescano a gestire abbastanza bene la loro permanenza qui sulla terra.
almeno, dal loro punto di vista.
fuyunosuke, che è arrivato per primo, si è in qualche modo ambientato. il suo bell'aspetto e il carattere solare e amichevole gli permettono di mimetizzarsi tra gli esseri umani abbastanza facilmente. tra lə amicə è considerato un tipo un po' strambo ma simpatico che ha un sacco di successo con le ragazze. inoltre, per adattarsi alla vita da essere umano e per provare a capire le diverse forme di relazioni e legami che questi creano tra loro e con le altre specie, fuyunosuke vive con due gatti e un cane.
l'arrivo di natsutaru non crea eccessivo scompiglio nella vita di fuyunosuke che, anzi, è in qualche modo entusiasta di poter condividere le sue esperienze con il fratello.
natsutaru però, dal canto suo, è molto meno propenso ad adattarsi al pianeta e allə suə abitanti. questo mondo gli sembra assurdo e assurdə sono lə suə abitanti con cui, inizialmente, natsutaru non riesce minimamente a legare.
i due fratelli sembrano gli opposti in ogni cosa, soprattutto nelle loro relazioni con le creature terrestri, umanə in particolare. ma piano piano qualcosa inizia a cambiare in natsutaru, un po' grazie agli interventi di fuyunosuke, un po' grazie agli animali domestici con cui si è abituato a convivere.
nonostante fuyunosuke sia riuscito ad ambientarsi bene, la sua è più una sorta di mimetizzazione esteriore che una vera e propria comprensione e incorporazione delle regole umane. fuyunosuke resta fuyunosuke, per quanto bravo possa essere a leggere i desideri degli esseri umani e a soddisfarli. natsutaru, invece, cambia radicalmente, imparando a riconoscere dentro di sé sentimenti mai presi in considerazione prima.
e se il mondo mette davanti ai due fratelli i suoi aspetti più ripugnanti e deprimenti, dà anche loro la possibilità di scoprire la reale bellezza dei legami: quello che lega natsutaru al suo cane - puzzolente ma caldo - e ai suoi gatti, quello che lega i due fratelli in modo indissolubile da sempre.
alienə o no, quale che sia il mondo in cui abbiamo vissuto, quale che sia la storia che ci ha fatti arrivare a questo presente, nessunə di noi è realmente privo di connessioni, legami, affetti. e, a prescindere dalla nostra forma, dalla nostra identità e dai nostri desideri e obiettivi, quegli affetti sono quello che ci rende davvero ciò che siamo.
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