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venerdì 23 febbraio 2024

maleficium

a lungo è corsa voce che l'arcivescovo di montréal tenesse nel suo archivio privato un libro così pericoloso da averlo fatto murare nell'angolino di un'alcova. chiunque avesse avuto la temerarietà di riesumarlo dal nascondiglio sarebbe stato scomunicato immantinente, senza speranza di perdono. l'arcivescovo ha sempre negato l'esistenza di questo libro maledetto, il celebre e funesto maleficium, dell'abate jérôme savoie. benché la materia dell'opera sia rimasta un mistero, molte sedicenti autorità non hanno esitato a dichiarare che fosse un trattato eretico o un manuale d'esorcismo - tutte congetture, fondate perlopiù su dicerie e speculazioni.

al confessionale dell'abate savoie si presentano sette uomini, ognuno con la sua storia da raccontare: il primo è un mercante di spezie, ossessionato dallo zafferano; il secondo, un medico, affascinato da medicine e cure esotiche; il terzo è un entomologo, desideroso di scoprire nuove specie e trovare così la fama; il quarto è un architetto, intenzionato a scoprire il segreto delle costruzioni capaci di sfiorare il cielo; il quinto un mercante di gusci di tartaruga, un materiale prezioso per costruire occhiali e monocoli raffinati; il sesto è un estimatore e un collezionista di tappeti orientali, oltre che di giardini e, infine, il settimo è un produttore di sapone, il cui sogno era ottenere la ricetta del sapone più delicato e profumato mai conosciuto, da offrire in dono alla donna amata.
tutti e sette arrivano dall'abate dopo aver subito una qualche menomazione, in ogni caso dovuta a una sorta di maledizione. tutti e sette hanno viaggiato nel lontano oriente, e raccontano di terre magiche, come se le avessero incontrate tra le pagine de le mille e una notte, paesi che, agli occhi di uomini bianchi e occidentali, nascondono misteri, pericoli e meraviglie. 

attenzione! per poter parlare in modo esaustivo del libro, dei suoi punti di forza e quelli di debolezza, tocca per forza di cose fare degli spoiler da qui in avanti.

durante i loro viaggi, tutti e sette hanno incontrato donne dalle fattezze diaboliche - code di lucertola, ombelichi come culle, aculei e rovi tra i capelli, sessi stillanti nettare, orecchie che producono perle d'incenso, occhi che piangono scaglie dorate - donne la cui bellezza era offesa da una piega sul labbro superiore, dotate di un fascino quasi inumano.
donne capaci di catturare la loro attenzione, di legarli alla ragnatela dei loro desideri e, ogni volta, di distruggere le loro vite con crudeltà.
si fa evidente abbastanza presto che maleficium non è un romanzo ma una raccolta di racconti, e che questi racconti sono variazioni della stessa favola: un uomo ambizioso si reca in un luogo esotico per soddisfare i suoi desideri, incontra una donna, viene sedotto e, infine, maledetto.
la donna, ovviamente, è in realtà sempre la stesa, riconoscibile dal labbro leporino. sta a noi lettorə scegliere se sia capace di cambiare forma o se ognuno dei sette uomini veda solo alcune caratteristiche di lei.

il tono ridondante dei racconti non è, a mio avviso, la parte peggiore del libro, anzi, è interessante notare come martine desjardins riesca a ricamare trame differenti seguendo sempre lo stesso schema. anche il punto di vista fortemente coloniale sui luoghi raccontati riecheggia le fantasie occidentali sull'oriente magico, filtrato da leggende e storie: un punto di vista che si posa sull'ignoto non per comprenderlo ma per lasciarsi divertire e sorprendere, perfettamente coerente con l'idea suprematista che tutto ciò che non fa parte della propria realtà esiste per diletto, come una fiera di bizzarìe e curiosità in cui trascorrere qualche ora di svago e nulla più.
oltretutto, va sottolineato che lo stile dell'autrice è estremamente elegante e raffinato, ricco, barocco quasi, un modo di scrivere che rende ancora più magiche e fuori dal tempo le confessioni dei sette uomini.

sappiamo, già dall'avviso al lettore delle prime pagine, che i racconti saranno in realtà otto e - come suggerisce la quarta di copertina - che l'ultima a confessarsi sarà la donna dal labbro leporino, la creatura multiforme che è esistita, fino ad adesso, solo nelle parole dei primi sette narratori.
e qui iniziano, o per meglio dire, "continuano" i problemi, perché quella sorta di premessa utile a trasformare i racconti in uno pseudobiblion è del tutto inutile.

sinceramente, mi ero aspettata di leggere le parole di una donna potente i cui obiettivi andassero oltre i banali concetti di bene e male. era scontato che questa donna avesse un qualche legame con i sette uomini, ed ero curiosa di scoprire quale fosse.
ho affrontato l'ultimo capitolo carica di aspettative - i primi sette racconti mi erano piaciuti molto - che sono state, però, tremendamente disattese.
la donna misteriosa è in cerca di vendetta, una vendetta non più evitabile perché la sua vita è stata distrutta completamente dai sette uomini - sette fratelli, cugini della donna - fin da quando era bambina.
tralasciando i fatti narrati nella sua confessione, il fatto che una donna capace di distruggere sette uomini (poco importa se le storie che raccontano sono più o meno reali, quello che conta è che davvero sono stati maledetti e che la loro vita è stata devastata irrimediabilmente) non sia riuscita a sfuggire prima alle angherie e ai soprusi sopportati per anni è non soltanto intollerabile ma anche incoerente con le capacità che dimostra di avere dopo.
la sensazione è che l'ultimo capitolo - il più importante di tutti! - sia stato scritto in modo frettoloso e grossolano, rovinando una personaggia che poteva essere memorabile.

un vero peccato, soprattutto perché desjardins ha una prosa - e la capacità di mescolare immaginazione e realtà - davvero superba. maleficium poteva essere un bel libro ma si perde completamente nel finale, svilendo il senso complessivo dell'intero racconto.

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