lungo un molo del porto, un mendicante che avrei potuto definire un cane cencioso, se ne stava accovacciato a riordinare cianfrusaglie mezze rotte su un sudicio tappetino. il cane, che si faceva chiamare barney, era stato in realtà un grande luminare che aveva fatto una delle più grandi scoperte della storia ma che non era servita a granché perché era già stata scoperta. così mi mostrò il suo diario di navigazione intergalattica, pieno di disegni e di saperi. era così messo male che me lo vendeva per pochi centesimi. mi diceva che se avessi avuto la pazienza di leggerlo, mi sarebbe tornato utile non solo per il mio lavoro, ma avrei trovato la mappatura per arrivare a un'isola bellissima, l'ultima dell'oceano intergalattico.
per un qualche assurdo motivo, un naufrago si risveglia, salvo ma perduto su un'isola sconosciuta, trasformato in un cane di nome barney (una sorta di snoopy un po' tremolante e molto meno sicuro di sé del bracchetto di schulz) e consapevole di aver perduto il suo cervello. con sé ha pochi oggetti, molti dei quali apparentemente privi di funzione, tra cui una penna e un quaderno che diventa subito il diario illustrato - è un cane artisticamente molto dotato - delle sue mirabolanti avventure, nonché una guida per sopravvivere tra i misteri dell'oceano intergalattico.
sfuggito agli spietati cacciatori di cani, barney si illude di aver trovato rifugio nel whispering glades: quello che a prima occhiata sembra il paradiso - tre pasti al giorno! comodo letto! attività ludiche - gestito da gentili fanciulle di buon cuore che si prodigano per il benessere degli animali, si rivela presto per quello che è, ovvero un manicomio in cui se non sei pazzə al momento del tuo arrivo, lo diventi presto. mentre cerca di resistere - perché comunque meglio tre pasti al giorno che morire di fame nell'isola o diventare la portata principale di qualcun altrə - barney riesce a trovare una via di fuga per qualche scappatella all'esterno del whispering glades e scopre di avere un talento per il gioco dei tappi, una delle attività preferite dei marinai dell'isola (soprattutto di quelli che non hanno alcuna intenzione di tornare per mare). conosce paulie, un gatto con le mandibole perennemente intente a sgranocchiare qualcosa, danish, un dromedario che parla una lingua incomprensibile ma che è in grado di costruire qualsiasi cosa anche - letteralmente - mentre dorme e il ronzino, un sedicente armatore senza soldi ma ricco di debiti e minacciato da temibili gangster in completo gessato.
in quale modo (non posso mica raccontarvi tutto!), lo strambo quartetto riesce a ottenere un'imbarcazione per scappare dall'isola e avventurarsi nell'oceano intergalattico alla ricerca dei cervelli perduti (barney non è l'unico ad avere la testa vuota). da questo momento in poi, francesca ghermandi segue i quattro non-eroi nelle loro esplorazioni delle isole dell'oceano, tra scogli maledetti, cetacei spaventosamente grandi (e voraci), alberi che producono frutti inquietanti, gentiluomini sconnessi dalla realtà ma dotati di uno straordinario - e straordinariamente inutile - ingegno, creature selvagge dedite a rituali feroci e vulcani truccati, fino a raggiungere, come dei novelli astolfo (ma un po' meno epici) la terra delle cose dimenticate e, infine, l'isola più bella di tutto l'oceano intergalattico.
in appendice al racconto di barney - nella sezione gialla del libro - troviamo un sacco di appunti e note che permetterebbero anche a noi lettorə di sopravvivere nell'oceano intergalattico: nozioni scientifiche, consigli, aneddoti, illusioni ottiche, leggende, spiegazioni di rituali, eccetera. la guida è fondamentale tanto per barney e i suoi amici quanto per noi che ci ritroviamo, a nostro modo, a navigare tra le pagine della storia di barney, in un susseguirsi di avventure assurde e citazioni letterarie.
come racconta francesca ghermandi durante un'intervista per il manifesto, i misteri dell'oceano intergalattico è stato concepito per la pubblicazione in giappone, evento più unico che raro (tra le - poche - altre opere di autorə occidentali per il mercato nipponico ricordiamo la repubblica del catch, anche questa edita da eris edizioni). l'opera è nata con l'idea - perfettamente riuscita - di mettere insieme alcuni elementi tipici dei fumetti per ragazzə - viaggi! scoperte! avventura! pericolo! scontri! - e riferimenti alla letteratura classica occidentale - da ariosto a verne - ma anche alcuni topoi della mitologia e della religione - la morte che comporta una rinascita in una nuova forma, quello che succede a barney proprio all'inizio della storia.
i misteri dell'oceano intergalattico ha vinto il premio come miglior fumetto italiano al treviso comic book festival del 2023, riconoscimento meritatissimo per quest'opera che riesce a mettere insieme una storia appassionante, uno stile di disegno unico, attento ai dettagli e capace di dar vita a un intero universo - pardon, oceano - personaggi ben caratterizzati, riferimenti letterari e che ricorda, in parte, quelle pseudo-enciclopedie (come il codex seraphinianus) illustrate così ricche di nozioni e dettagli da sembrare reali.
quella di francesca ghermandi (di cui vorrei ricordarvi anche il lavoro svolto insieme ad hurricane a sostegno della palestina, di cui ho parlato poche settimane fa sul blog de gli audaci) è un'opera folle e geniale, impossibile da incasellare in un solo genere e fondamentale per qualsiasi appassionatə di fumetto.
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