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sabato 30 dicembre 2023

un anno da cani - racconto disegnato di mesi un po' così

parlare di meritocrazia in un sistema liberale è da paraculi privilegiati.
(carlo il cane)


parlare di un anno da cani per chiudere il 2023 mi sembrava perfetto perché:
1 - è un libro che parla dell'anno che sta per concludersi (ma restano ancora più di ventiquattr'ore in cui, visto come vanno ultimamente le cose, potrebbe scatenarsi l'apocalisse. quindi non festeggiamo troppo in anticipo);
2 - è un libro scritto da un cane (carlo) e, si sa, i cani sono meglio delle persone;
3 - è un libro che speravo tanto uscisse da quando ho scoperto la pagina instagram di carlo (il cane);
4 - l'umano che presta la sua matita a carlo (il cane) è una delle tante belle persone che ho conosciuto quest'anno nei vari giretti fatti per parlare dell'altro libro (quello che è mezzo mio), che sono state le cose migliori di quest'anno (che, a differenza delle persone di cui prima, è stato un po' una merda - vedi punto uno).
5 - non c'è un punto cinque ma potete andare a (ri)leggervi l'intervista che ho fatto a carlo per il blog de gli audaci (qui), potete anche seguire carlo su instagram (qui) perché continua a parlare di cose e gli audaci (qui) perché vi spammiamo un sacco di bei fumetti (anche io, quando non li spammo qui).

un anno da cani è la raccolta delle vignette pubblicate su instagram durante quest'anno, un anno che ha visto il governo peggiore della seconda repubblica, un anno pieno di guerre - quelle vere, letteralmente, con le bombe e i soldati, e quelle un po' più retoriche, tipo ai diritti, allə migranti, alle donne, un po' a tuttə, insomma. guerre meno letterali che però fanno mortə lo stesso.

carlo non è un esperto di politica - altrimenti sarebbe in qualche stupido programma televisivo a ora di cena - non è un divulgatore e, soprattutto, non è un influencer. è un cane che si arrabbia quando legge le notizie e questo lo rende migliore di moltə altrə canə (anche se tuttə lə canə sono creature meravigliose). e io, che ho letto le sue vignette più o meno per tutto l'anno che sta per finire, sono pure una che si arrabbia, di continuo e per qualsiasi cosa, perché la rabbia è il primo passo per cambiare quello che non va e quindi a carlo gli ho subito voluto bene.

insomma, carlo parla di quello che succede in giro, dice la sua in modo semplice, onesto e arrabbiato. critica le storture di questo cavolo di paese dove finisci all'ergastolo per una strage che non hai commesso ma non fai un giorno di galera se sei un politico pieno di soldi e in odore di mafia, anzi, in quel caso quando finalmente tiri le cuoia poco ci manca che ti fanno beato.
smonta le retoriche del se vuoi puoi, della meritocrazia, della cultura lavorista e dell'impegno a tutti i costi e abbaia forte che bisogna tassare i ricchi e ridistribuire la ricchezza, parla di chi difende l'ambiente e viene sbattutə in galera, delle narrazioni tossiche che romanticizzano il privilegio o la mancanza di diritti, di come si faccia di tutto per spostare l'attenzione sul dito anche quando si comincia a mettere a fuoco la luna e ci ricorda che avoja a fare proclami, stiamo - tuttə! - in una pentola che si riscalda sempre di più e stiamo per fare la fine della rana.
letteralmente.

parla di un sacco di cose carlo perché sa che arrabbiarsi e parlare e farsi leggere e ascoltare non sono cose che non servono a nulla, perché sa che

(foto di una delle mie pagine preferite del libro )

e allora, che quello che sta arrivando sia un inizio pieno di cambiamenti.
magari però, nella direzione giusta.

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