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martedì 5 dicembre 2023

storie della tua vita ~ respiro

l'esistenza del libero arbitrio sta a significare che non possiamo conoscere il futuro. e sappiamo che il libero arbitrio esiste, perché ne abbiamo un'esperienza diretta. la volontà è una componente intrinseca della coscienza.
e se invece non lo fosse stata? se venendo a conoscenza del futuro una persona cambiasse? e se si risvegliasse in lei un senso di necessità, la sensazione che sia inevitabile agire esattamente come previsto?
(da storia della tua vita)

a ottobre 2022, mentre stravolgevo la mia vita nel modo più stupido possibile (ma, come mi ha insegnato a capire la mia psicologa, ingannarsi e farsi ingannare è più facile di quanto sembri e bisogna imparare a non farsene una colpa), finivo di leggere storie della tua vita e scrivevo (qui) così:
"non avevo mai letto nulla di ted chiang ed è stata una scoperta incredibile: i racconti spaziano tra generi, stili e tematiche diverse, in alcuni mi è sembrato di ritrovare un'eco della narrativa di borges. quello che rende questo libro così tanto bello e speciale è la capacità, in ogni racconto, di scavare in fondo, di andare oltre la narrazione (che è comunque di altissimo livello, sempre) e di riuscire ad arrivare a toccare corde che non smettono più di vibrare. speculative fiction nella sua accezione più letterale, tra le pagine di questa raccolta si ragiona di del legame tra pensiero e linguaggio (ciao worf), di fede, di mitologia, di scienze, di matematica, di intelligenza e di cultura: c'è tutto quello che ci rende umani e chiang sa ragionarci sopra con stile, grazia e intelligenza."

troppo poco per quello che è davvero questo libro, quindi adesso (qualche settimana fa, in realtà) che ho finito respiro, mi sembra necessario provare a restituire meglio alcune considerazione sulle storie di queste due raccolte.

storie della tua vita


gli otto racconti di questo volume sono usciti tra i primi anni '90 e i primi 2000, e fa strano pensare che sono passati più di trent'anni da allora.
non soltanto perché non riusciremo mai ad arrenderci alla nostra età anagrafica e continueremo a pensare di avere vent'anni per sempre - o almeno finché i corpi che abitiamo non ci ricorderanno che no, non è così - ma perché le storie di ted chiang sembrano senza tempo e potrebbero davvero essere state scritte pochi giorni fa.

- torre di babilonia
hillalum, un minatore dell'elam, viene chiamato a lavorare alla costruzione della torre della città di babilonia. il suo è il racconto di un'ascesa interminabile, nello spazio fisico come in quello spirituale. salendo, trasportando sempre più in alto i materiali per la costruzione, hillalum ci accompagna in un percorso quasi mistico in cui la scalata verso il cielo corrisponde a un avvicinamento alla conoscenza del creato. durante la lettura si ha la sensazione straniante di allontanarsi sempre più non soltanto dalla terra ma dal tempo che scorre su di essa per entrare nella dimensione del mito. dal mito, chiang mutua l'atemporalità ma non il linguaggio che resta sempre ancorato alle riflessioni e alle sensazioni del suo protagonista.
un primo impatto meraviglioso con la sua poetica.

- capisci
con questo racconto cambiamo nettamente atmosfera e possiamo parlare pienamente di fantascienza. il protagonista è un uomo che viene salvato da un incidente mortale e che viene sottoposto alla sperimentazione di un farmaco che permette di sanare i tessuti cerebrali. effetto collaterale di questo farmaco, però, è un aumento esponenziale e velocissimo dell'intelligenza, della memoria e delle capacità cognitive in generale. il nostro protagonista, in poco tempo, si ritrova insomma con un supercervello dalle capacità sovrumane.
ma è davvero un bene per gli esseri umani diventare così straordinariamente intelligenti, padronə della loro mente come del loro corpo? a quali scopi sarebbero consacrate capacità simili? e che valore assumerebbe la morale stessa se tuttə avessero doti di questo tipo? cosa significherebbe essere umanə con un cervello così sviluppato? le risposte di chiang non sembrano essere troppo positive.

- divisione per zero
siamo abituatə a pensare alla matematica come a una scienza esatta e sicura. ciò che è matematico è una certezza, qualcosa che non può essere in modo diverso da com'è, ovvero un sistema in cui ogni parte è coerente con le altre. renee ha amato la matematica per tutta la sua vita, anzi, la sua vita e il suo amore per la matematica sono andati avanti insieme, come due rette parallele che si incontrano all'infinito ma si tengono per mano durante il percorso. ma se, a un certo punto della sua vita e della sua carriera, le sue incredibili capacità deduttive la portassero a distruggere quello che ha sempre amato?
attraverso la storia di renee e carl - e della matematica - chiang punta i riflettori sulle certezze che mantengono in piedi il castello di carta delle nostre esistenze.

- storia della tua vita
ho amato moltissimo arrival, il film di denis villeneuve tratto da questo racconto ma la versione originale di chiang è ancora più affascinante, profonda e spiazzante di quanto non sia riuscito a essere il film. parlare di questo racconto non è facile perché il film che ne è stato tratto è così famoso che più o meno tuttə conoscono a grandi linee la storia. e in effetti il senso è lo stesso anche se, per ovvie ragioni, villeneuve ha dovuto semplificare di molto la trama. nel racconto, louise e gary discutono non soltanto di linguistica ma anche di fisica (e, ammetto, chiang è molto bravo a spiegare principi decisamente complessi per chi è completamente a digiuno della materia, da rendere tutto non solo comprensibile ma anche appassionante), così come il linguaggio degli eptapodi è molto più complesso di quanto non venga spiegato nel film, e ciò spiega meglio anche la concezione di tempo che deriva dall'imparare non semplicemente la loro lingua ma il loro modo di pensare.
storia della tua vita è un racconto di una bellezza incredibile in cui scienza, fantascienza e filosofia si intrecciano indissolubilmente alla storia di louise, raccontata da un punto di vista che si comprende pienamente solo alla fine. una storia che non prende in considerazione semplicemente il rapporto tra linguaggio, pensiero, percezione e coscienza ma che si interroga anche come il nostro modo di percepire/pensare il mondo si relazioni al concetto di libero arbitrio.

- settantadue lettere
forse la storia che soffre di più delle necessità editoriali perché, arrivando subito dopo un capolavoro come storia della tua vita, finisce per essere quasi dimenticata. o almeno, è quello che è successo a me. si cambia di nuovo registro e dalla scienza futuribile e dagli incontri con lə alienə si passa a un passato in cui scienza, alchimia e fede si fondono, per - spiega chiang - giocare con due elementi interessanti: non soltanto la creazione dei golem ma la creazione di golem capaci di padroneggiare il linguaggio e quindi di riprodursi o, comunque, di creare a loro volta altri golem; e la teoria della preformazione, ovvero l'idea che ogni individuo sia già formato nelle cellule germinali dei suoi genitori, idea superata, certamente, ma altrettanto certamente affascinante. nonostante tutto, il racconto non regge il confronto con gli altri, né per stile né per tematiche.

- l'evoluzione della scienza umana
una storia brevissima, appena quattro pagine, ambientata in un futuro in cui le frontiere della ricerca scientifica hanno di fatto oltrepassato la comprensione umana. qual è il ruolo dellə scienziatə in un mondo così? cosa resta della capacità umana di porsi problemi e trovare le soluzioni per risolverli, cosa rimane della conoscenza e della cultura stessa? il rimando al secondo racconto della raccolta, capisci, è esplicito e tutto il racconto si può interpretare come un breve prequel della storia precedente.

- l'inferno è l'assenza di dio
qui chiang vira dalla fantascienza al fantastico puro, immaginando un mondo in cui le epifanie angeliche sono una realtà non troppo rara nella quotidianità ma si presentano sotto forme di catastrofi naturali che portano, necessariamente, alla morte di numerosə fedeli a ogni apparizione. in questo mondo, quindi, l'esistenza di dio e di una dimensione sovrannaturale, di paradiso e inferno eccetera è assolutamente assodata e certa. difficile essere ateə dunque ma dare per certa l'esistenza di dio non vuol dire amarlo e, dunque, non è sufficiente a scampare le fiamme dell'inferno. neil fisk è un uomo che perde sua moglie proprio in un'epifania angelica e, distrutto dal dolore, deve compiere un viaggio interiore, e non solo, per imparare a provare vero e sincero amore per dio nonostante tutto, così da non rimanere tra lə dannatə in eterno dopo la sua morte.
chiang racconta di essersi ispirato alla bibbia e, in particolare, alla vicenda di giobbe e, in effetti, quello che capita a neil fisk sembra essere anche peggiore di ciò che ha patito il patriarca del mito. in entrambi i casi, tocca ammettere - anche a costo di peccare di blasfemia - che l'immagine di dio non ne esce molto pulita.

- amare ciò che si vede: un documentario
questo è uno dei miei racconti preferiti di questa raccolta che, sotto la cornice futuristica-fantascientifica, pone l'accento sul rapporto insano che abbiamo con l'estetica dei corpi e il conseguente rifiuto e marginalizzazione sociale dei corpi considerati non conformi.
la storia è strutturata come una serie di dichiarazioni di diversə personaggə che raccontano le loro esperienze, i loro dubbi e le loro riflessioni sulla calliagnosia. l'agnosia è un disturbo percettivo che impedisce a chi ne è colpito di riconoscere oggetti e, soprattutto, i volti delle altre persone. la calliagnosia - nel racconto di chiang - viene descritta come una agnosia non appercettiva ma associativa, ovvero, permette sì di distinguere chiaramente i volti e i corpi uno dall'altro, ma non consente di giudicarli da un punto di vista estetico, cioè azzera le risposte emotive ai tratti somatici dell'altrə, con lo scopo di focalizzare ogni tipo di relazione esclusivamente sull'interiorità delle persone e non sul loro aspetto. ovviamente non si tratta di un disturbo neurologico spontaneo ma di un adattamento artificiale a cui lə personaggə non possono sottrarsi prima del raggiungimento della maggiore età.
come ogni volta che una buona pratica viene adottata non sulla base di una consapevolezza volontariamente acquisita e maturata nel tempo ma imposta e artificiosamente messa in atto, i risultati sono sempre meno positivi di quanto non ci si aspetterebbe...

respiro


altri sette racconti che riprendono tematiche, atmosfere e riflessioni già presenti nella prima raccolta, anche questa assolutamente consigliata.

- il mercante e il portale dell'alchimista
il mio preferito di questa raccolta, un racconto tutto incentrato sui viaggi nel tempo la cui ambientazione - baghdad, alla corte del califfo - e lo stile mi ha fatto pensare un po' a borges, un po' a calvino e alle sue città invisibili. un mercante racconta al califfo un'avventura capitatagli qualche tempo prima, l'incontro con un alchimista che era riuscito a costruire dei portali che permettevano di viaggiare nel tempo. le storie si incastrano come scatole cinesi: quella del mercante che parla al califfo e che riporta, a sua volta, le storie che gli sono state raccontate dall'alchimista, storie che parlano di viaggi nel tempo di altre persone che, per un motivo o per un altro, volevano tornare indietro per cambiare qualcosa nella loro vita. il passato però, nonostante la possibilità di ritornarvici, è sempre immutabile, perché da qualsiasi presente si provenga, quel presente sarà il futuro di quel passato in cui si è intervenutə per modificarlo. ma, se pure nulla può essere diverso da quello che è stato, viaggiare nel tempo può farci scoprire qualcosa che non sapevamo, su noi stessə e su chi vive la sua vita legandola alla nostra.

- respiro
altro racconto mindblowing che ho adorato, un viaggio incredibile all'interno del corpo stesso del protagonista, una creatura artificiale che scopre i misteri della struttura del suo cervello. difficile dire di più senza fare spoiler, leggetelo!

- cosa ci si aspetta da noi
racconto velocissimo tutto incentrato su un tema che, a quanto pare, è molto caro a ted chiang, ossia quello del libero arbitrio. anche qui, tutto si gioca sul paradosso, anche qui tutto è una delizia per la mente.

- il ciclo di vita degli oggetti software
questo è forse il solo racconto che mi ha davvero annoiata tra tutti quelli delle due raccolte, lunghissimo e molto meno brillante degli altri, si concentra tutto sull'esistenza di digienti - creature digitali senzienti - e del rapporto tra loro e gli esseri umani che li sviluppano. trovo molto poco da dire se non che, tra tutti, è l'unico che mi ha un po' delusa.

- il brevetto della tata automatica di dacey
altra storia un po' sotto la media ma almeno molto breve e davvero cattiva. ambientata tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, immagina uno scienziato capace di usare il suo stesso figlio come cavia per i suoi esperimenti sulla crescita e l'educazione dellə bambinə.

- la verità del fatto, la verità della sensazione
qui si ritorna al ted chiang che mi piace, una storia bellissima che parla dei legami tra un padre e una figlia, della memoria e della sua fallacia, del suo non essere neanche lontanamente perfetta che è un po' quello che ci caratterizza come esseri umani: le persone sono fatte di storie. i nostri ricordi non sono un ammasso indistinto di tutti i secondi che abbiamo vissuto, sono la narrazione che abbiamo elaborato selezionando determinati momenti ed assemblandoli.

- il grande silenzio
questo racconto è molto diverso da tutti gli altri delle due raccolte ma è forse tra i più belli. la voce narrante è una sorta di portavoce dei pappagalli cenerini, una specie ormai in estinzione per colpa degli esseri umani, quegli stessi esseri umani che cercano forme di vita intelligenti nell'universo ma ignorano quelle presenti sul loro stesso pianeta, al punto di distruggerle. davvero molto, molto bello e toccante, la prova che la letteratura fantastica sa guardare al nostro presente e raccontarne la realtà e le sue contraddizioni.

- omphalos
se avessimo le prove, scientifiche e tangibili, che il mondo è stato creato in un certo, preciso momento, già compiuto e completo, quale sarebbe il nostro rapporto con dio? e cosa sarebbe la scienza? dove si situerebbe il confine tra fede e razionalità?

- l'angoscia è la vertigine della libertà
l'ultimo racconto di questa raccolta è quasi un thriller, ambientato in un mondo in cui dei congegni - dei prismi - permettono di entrare in contatto con i nostri sé di universi alternativi, per poter scoprire cosa saremmo se, a ogni bivio nella nostra vita, avessimo scelto l'altra strada. la capacità di conoscere le alternative però, genera ansie, insicurezze, senso di insoddisfazione e c'è chi, ovviamente, cerca di trarne profitto...

alcune note: entrambi i libri sono disponibili in edizione economica, e in entrambi, alla fine, è presente una sezione di note ai racconti molto interessante, scritte dallo stesso chiang.
sono straconsigliatissimi, anche a chi di solito non legge fantascienza/fantastico perché chiang scrive proprio bene, a prescindere da cosa scrive. oltretutto, se siete tra quellə ancora convintə che il fantastico sia solo evasione fine a sé stessa, avrete modo di ricredervi e, magari, scoprire un genere che non ha nulla da invidiare alla cosiddetta "letteratura alta".

se li avete letti (o se li leggerete) fatemi sapere cosa ne pensate!

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