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lunedì 6 novembre 2023

the witch's heart - la leggenda di angrboda

"molto tempo fa, agli albori di asgard, quando gli dèi erano giovani, una strega arrivò dai confini del mondo."

angrboda - foriera di sventure - è il nome che si è scelta, rilegando nel suo immeritato passato il nome di gullveig - assetata d'oro - che odino le aveva ingiustamente imposto. ed è da odino che arrivano le sventure che angrboda porta con sé, dal suo ostinato desiderio di impadronirsi del potere della strega, della capacità di raggiungere quel luogo oscuro e misterioso in cui è possibile conoscere il futuro, fino alla fine degli dèi e dei nove mondi. tre volte, per colpa di odino e della sua prepotenza, angrboda è bruciata sulla pira, tre volte, grazie alla sua saggezza e al suo potere, ha salvato sé stessa.

la storia di the witch's heart inizia quando, di solito, le storie delle streghe finiscono.
sopravvissuta al suo terzo rogo, (quella che presto sarà) angrboda raggiunge la foresta di ferro, ai confini della terra dei giganti, jotunheim. qui, ai confini del mondo, in fuga dal padre degli dei, la trova loki, fratello di odino e dio degli inganni, giunto a restituirle il cuore che era rimasto sulla pira.
l'incontro con loki - che la spingerà a scegliersi un nome - e poi quello con skadi, una gigantessa anche lei come angrboda ed esperta cacciatrice, trascineranno la strega della foresta di ferro ad avere un ruolo fondamentale nel ragnarök, il crepuscolo degli dèi, la fine dei mondi.

ancora ignara di tutto però, angrboda decide di stabilirsi nella foresta e fin da subito la presenza di skadi è fondamentale per lei: la cacciatrice l'aiuta a costruire un rifugio all'interno di una grotta, a procurarsi il cibo e a commerciare le sue pozioni, che nel giro di poco tempo diventano sempre più famose e richieste. i primi anni trascorrono così, alternando la compagnia dell'amica con quella di loki.
se l'amicizia con skadi sboccia in uno scambio di poche battute, il rapporto con il dio degli inganni segue un percorso tortuoso e lento, scandito dal ritmo indecifrabile delle sue visite che lo vedono ogni volta malconcio, punito dagli dèi per uno dei suoi non troppo apprezzati scherzi. nonostante le ferite, le trasformazioni e le umiliazioni che è costretto a subire, loki non riesce a cambiare la sua natura e la caverna di angrboda diventa presto così il suo unico rifugio. la loro amicizia, presto, si trasforma in desiderio e amore, un amore che segna il punto di non ritorno del destino di angrboda e di tutta la realtà.

mentre una presenza oscura la perseguita nel mondo del sogno, forzandola a rivelare il suo potere e a scoprire il più lontano dei futuri, angrboda dà alla luce la piccola hel, strappandola con la sola forza della sua volontà e della sua magia alla morte che insegue la bambina ancor prima della sua nascita. hel cresce, nonostante la metà inferiore del suo corpo sia irrimediabilmente morta e abbia bisogno delle pozioni della madre per non decomporsi, e fa innamorare di sé il padre - che intanto, ad asgard, ha sposato un'altra donna. nonostante il dolore per il senso di tradimento, agrboda continua ad accogliere loki nella sua caverna, dando vita a fenrir, un cucciolo di lupo con gli stessi occhi di loki, e a jormungand, un serpente che ama il tepore e la dolcezza del corpo di sua madre.
scivolando sempre di più nell'oscurità dei sogni e dell'inconoscibile, angrboda riesce a vedere il futuro dellə figliə, degli dèi e della realtà tutta, un destino già conoscibile, scritto e immutabile al quale, crede, è inutile opporsi. vede fenrir diventare così grande da poter racchiudere cielo e terra tra le sue fauci, e jormungand crescere tanto da riuscire a stringere tra le sue spire il mondo intero. vede hel, sola, nel regno dei morti e loki imprigionato e torturato per ripagare l'ultimo dei suoi crimini, il gesto che darà il via al ragnarök stesso.

ma a cosa serve poter vedere il futuro se non può far nulla per cambiarlo? e a cosa servono tutti gli sforzi fatti per proteggere lə suə figliə, per nasconderlə da odino, se la loro sorte è già stata decisa?

probabilmente essere quasi del tutto a digiuno di mitologia norrena mi ha fatto apprezzare questo libro ancora di più. non conoscevo la storia di angrboda, ricordavo solo vagamente qualcosa sullə suə figliə e sul ragnarök, quindi mi sono immersa nella lettura senza sapere esattamente cosa aspettarmi. non so quanto il romanzo sia attinente al mito ma, per fortuna, non stravolge troppo alcuni passaggi fondamentali - e forse anche i più noti - della storia.
ho amato, poi odiato e poi amato ancora angrboda, un personaggio che, per quanto sappia già che il suo ruolo è già deciso, sfida il destino stesso per amore. l'amore che muove angrboda, però, non è quello romantico. per quanto i suoi sentimenti per loki non riescano mai a spegnersi, neppure davanti al peggiore dei tradimenti (e no, non mi riferisco alla sua seconda moglie), angrboda ha abbastanza spazio nel suo cuore per molti altri tipi di amore: c'è quello per lə figliə, in particolare per hel, c'è quello per skadi, e c'è quello per sé stessa, una sorta di amor proprio che non è mai stupido orgoglio ma che si traduce in saggia consapevolezza dei propri poteri. angrboda sa chi è e cosa è capace di ottenere, conosce la sua magia e possiede una volontà inscalfibile ed è per questo, e non certo per un disperato rifiuto della realtà - che sfida quel destino che neppure odino può cambiare.

genevieve gornichec regala a un personaggio che - come spiega nell'appendice al romanzo - viene menzionato appena un paio di volte nelle due versioni dell'edda, sempre e solo come madre dei mostri, un ruolo di protagonista e un ritratto a tutto tondo che restituisce a lei - ma anche a hel, a fenrir e a jormundand - la dimensione umana che il mito aveva loro sottratto.
ed è restituendo profondità alla sua protagonista e allə altrə personaggə che gornichec dona al mito un tono differente, più umano e profondo, dando importanza ai legami, alle cause e agli effetti, alle forze che spingono il destino più che esserne passivamente sospinte.
è forse qui la forza di the witch's heart, nel mutare il significato della parola "inevitabile": il futuro non si può cambiare ma non per via di una qualche entità superiore e capricciosa che gioca con le vite altrui ma per via di quei legami d'amore indissolubili che non posso piegarsi davanti a nulla, così forti da riuscire a guidare l'intero universo verso le fiamme della rinascita.

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