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venerdì 6 ottobre 2023

l'eredità delle dee

"c’è un rimedio per tutto e tutti. e viene usato da secoli e secoli. come pensi che si curasse la gente quando quelle pillole non esistevano? con le erbe! e con la fede in esse!"

ecco qua il candidato più quotato per il premio "meh" 2023. che poi, l'eredità delle dee aveva, letteralmente, tutti i presupposti per piacermi tantissimo: la storia di una famiglia - narrata dal punto di vista femminile - che si intreccia con il folklore e la magia, ambientata tra repubblica ceca e slovacchia, per la precisione nella comunità di žítková, sui carpazi. gli eventi narrati seguono un periodo che va dalla seconda guerra mondiale fino a qualche decennio fa, seguendo la vicenda personale e familiare di dora, l'ultima discendente di una stirpe di donne sagge, curatrici dai poteri straordinari chiamate dee ed etnologa. ho pensato: c'è tutto! ambientazione diversa da quella delle solite storie, le streghe, lo sguardo etnografico... e forse il problema è proprio questo, il tentativo di mettere insieme troppe cose che, però, secondo me, non funziona.

ci sono due cose, nello specifico, a mio avviso non vanno: la prospettiva etnografica funziona bene in alcuni momenti e malissimo in altri, perché riempire quello che dovrebbe essere un romanzo di verbali di polizia e altri documenti - inventati o no che sia, non importa - rende tutto tremendamente lento e noioso. allora è un saggio? no, perché, appunto, un saggio non si scrive ammucchiando fonti e poi lasciando a margine qualche commento. questa è stata forse la cosa che mi ha delusa di più, mi aspettavo di leggere una vera e propria etnografia sulle dee dei carpazi (quelle donne sagge, curatrici e veggenti da cui discende dora e sulle quali sta conducendo ricerche da praticamente tutta la vita) intrecciata con la storia della protagonista e della sua famiglia, ma anche a quella ufficiale dei manuali, quella che svela un tratto inedito dell'ideologia nazista.

la seconda cosa che non mi è proprio piaciuta è, appunto, la protagonista. o meglio, non mi è piaciuto il modo in cui è stata raccontata. tutta la storia e la personalità di dora - ma anche il suo percorso di studi e la sua vita sentimentale - sembra essere stata costruita apposta per esigenze di trama, ovvero, per giustificare la causa per cui, già dalla generazione di sua madre e sua zia, la mala sorte sembra non lasciare tregua a nessuna delle donne della sua famiglia. così, leggendo, si ha la sensazione che tutto sia troppo "sforzato" perché i vari pezzi combacino. insomma, una delusione cosmica. ed è un peccato davvero, vero che avevo forse delle aspettative troppo alte, però...

post pubblicato in origine su instagram.

domenica 1 ottobre 2023

oltre il turismo - esiste un turismo sostenibile?

"nel corso dell'ultimo decennio numerose città e paesaggi naturali, in ogni angolo del pianeta, hanno vissuto profonde trasformazioni legate al turismo. territori distrutti e inquinati dallo sfruttamento intensivo delle risorse, centri storici svuotati di abitanti e sovraffollati di turisti, case vuote e piani strada tutti uguali."


la mia città sta diventando un villaggio vacanze del cazzo è stato il mantra ricorrente di quest'estate, un odio che non avrei mai immaginato di poter sperimentare, acuito dalla proposta dell'oscena ministra del turismo di rimborsare lə turistə per i danni dell'incendio di luglio, mentre lə palermitanə vedevano bruciare i loro boschi, le loro case, i loro animali e, purtroppo letteralmente, le loro vite, senza che nessuno pensasse a loro, trasformando una tragedia (di cui se ne conoscono perfettamente le cause che però vengono lasciate in pace ché è meglio non pestare i piedi a certe persone) in un disguido per chi si godeva le meritate vacanze.

incendio a parte, il centro storico è stato fagocitato da una sfilza infinita di bar, ristorantini e negozi di souvenir-paccottiglia come quella roba vergognosa che traduce l'orrore mafioso in allegro folklore, come se non fossimo altro che "'u mafiusu" e "'a mafiusa", le statuine che troneggiano in certe rivoltanti vetrine cariche di immondizia, come se la sicilia tutta non traboccasse di eccellenze nel campo dell'artigianato da fare conoscere a chi trascorre del tempo qui senza il bisogno di questo schifo. le spiagge sono quasi completamente privatizzate, cancellate da serie infinite di ombrelloni e sdraio e il poco che resta pubblico è sommerso dall'immondizia che, comunque, riempie le periferie tutto l'anno, ma poco ci importa perché qua lə turistə non ci passano nemmeno.

e mentre ci ripetono ossessivamente che dobbiamo investire il nostro patrimonio, ovvero sfruttarlo e sottrarlo a noi stessə per sacrificarlo sull'altare del guadagno che il turismo dovrebbe portare, di soldi per i servizi dellə palermitanə e dellə sicilianə tuttə non se ne trovano mai. ma palermo e la sicilia sono solo uno degli esempi di quello che succede un po' ovunque, in italia e non solo.

oltre il turismo - esiste un turismo sostenibile? di sarah gainsforth spiega meglio tutto, senza odio e con molta lucidità, racconta cosa succede alle città - ma anche ai piccoli borghi, ai cosiddetti paradisi naturali, ai siti archeologici, ai luoghi che diventano per un breve periodo palcoscenico di grandi eventi (come, ad esempio, le expo o le grandi manifestazioni sportive) eccetera - e a chi le abita(va) quando vengono trasformate in funzione del turismo, che no, non porta tutta questa millantata ricchezza. anzi, il turismo di massa, che interessa pochi punti nevralgici delle nostre geografie, lasciando in ombra tutto il resto, stravolge il volto stesso delle città, ne muta il territorio snaturandolo e, di conseguenza, erode il tessuto sociale e comunitario, prosciuga le risorse per lə residentə, distrugge quell'identità e autenticità di cui tanto ci preoccupiamo e che sappiamo ormai usare come arma di distrazione di massa solo verso chi viaggia mosso da disperazione e non dallo sfrenato desiderio di consumare. perché, in fondo, il turismo - che è cosa molto diversa dal viaggio di scoperta e conoscenza - è espressione di un sistema economico che fa del consumo sfrenato e della produzione massificata il suo unico senso, mezzo e scopo al contempo. e dunque, senza un cambiamento del sistema economico sarà difficile, se non infattibile, mettere in atto le teorie che immaginano un turismo più sostenibile per i territori e per chi li abita. 

post pubblicato in origine su instagram.