Pagine

domenica 20 agosto 2023

lettere tra due mari

"quando scaturì la terra e il primo mare fu squarciato, tutta l'acqua lo pianse. quelle che potevano, tra le nostre sorelle più anziane, si chiamavano a gran voce"

atlantica, vecchia di centottanta milioni di anni, aspra e a tratti sprezzante, è ormai indurita dal dolore di essere stata separata dalle sue sorelle, di essere maltrattata dagli esseri umani. mediterranea, molto più giovane, conta soltanto cinque milioni di anni, giocosa e scintillante, è innamorata delle creature della terra ma anche lei ferita, attraversata, riempita e deturpata dalla materia inorganica che l'umanità getta tra le sue onde.

le due sorelle - i due mari - si scambiano lettere e storie, leggende, ricordi e progetti per il futuro e nelle loro parole ritroviamo il disastro climatico ed ecologico che noi, esseri umani, stiamo coscientemente portando avanti.
milioni e milioni di anni fa, quello che un tempo era un enorme, unico mare, è stato smembrato, diviso dalla deriva dei continenti, dall'emersione e dallo spostamento delle terre.
separate e isolate una dall'altra, le sorelle hanno impiegato secoli per imparare a scambiarsi messaggi, nascondendo le parole nell'acqua che sta dentro ogni corpo, che è parte di ogni creatura, di ogni essere vivente. così, scoprendo che l'acqua viaggiava verso l'acqua, impararono a comunicare, a restare una vicina all'altra, aspettando il momento in cui il mare ricoprirà di nuovo il pianeta, ingoiando tutto il resto. da questa prospettiva, il riscaldamento globale diventa parte di un piano vecchio milioni di anni di cui non solo gli esseri umani non sono a conoscenza ma che stanno, inconsapevolmente, aiutando a mettere in pratica a scapito della loro stessa sopravvivenza.

ma, se atlantica aspetta con trepidazione il momento in cui le acque si uniranno di nuovo, spazzando via la terra e le sue creature, mediterranea tentenna, innamorata in qualche modo della vita che la attraversa. il piccolo, giovane mare, punto focale della storia del mondo occidentale, mare che unisce terre e popoli, ha un'idea completamente diversa da quella del gigantesco, vecchio oceano, troppo grande per essere attraversato e vissuto, che è acqua che separa gli umani nello spazio e - almeno fino a qualche secolo fa - nel tempo.

lettere tra due mari è piccolo epistolario immaginario di siri ranva hjelm jacobsen, ma è anche un gioco narrativo che condensa tanti generi in sé: racconto, leggende, scambio di lettere, denuncia ecologica, poesia.
poche pagine ma densissime, belle e dolorose.

post pubblicato in origine su instagram.

sabato 19 agosto 2023

underwater

"è come se quel sogno stesse continuando. c'era un paesino al di là del fiume. voglio andare a vedere"

il caldo torrido e la siccità costringono l'amministrazione della città dove vive chinami a razionare l'acqua. gli sprechi sono vietati e così il club di nuoto, di cui la ragazza fa parte, è costretta ad allenarsi fuori dalla piscina completamente vuota. mentre corre sotto un sole inferocito, chinami perde i sensi e si risveglia sulla riva di un fiume, mentre una pioggia leggera rinfresca l'aria tutto intorno. mentre nuota, chinami scorge un piccolo paese vicino al fiume ma qualcosa la sveglia e la riporta alla realtà.
è così che iniziano i viaggi di chinami nel piccolo paese vicino al fiume, un accrocchio di case costantemente bagnate da una pioggia sottile, un paesaggio meravigliosamente disegnato da yuki urushibara, artista dal tratto delicato, capace di evocare nei suoi panorami quel tipo di malinconia dolce e al tempo stesso struggente che ho sempre associato allə autorə giapponesi.


il paese è quasi deserto non fosse per il giovane sumio, che passa gran parte del suo tempo al fiume, e il suo anziano padre. nonostante non si incontri mai nessuno, le case non sembrano disabitate e a volte si sentono addirittura delle voci provenire dall'altra parte delle mura. eppure, come dice sumio sono tutti spariti, da un momento all'altro. il mistero del paese sul fiume sembra collegato alla leggenda del dio drago che vive sotto la cascata, un dio gentile che tanto tempo prima si era trasformato in una ragazza per amore di un uomo e che, per salvare lui e i suoi figli, aveva protetto il villaggio dalle esondazioni del fiume.

chinami riesce a tornare al paese sul fiume e da sumio ogni volta che si addormenta, vive un lungo, vivido sogno che si interrompe soltanto durante la veglia. ma il paese sul fiume e sumio non sono solo sogni, non sono stati creati dalla sua immaginazione, fanno parte della storia di chinami, della sua memoria, dei legami indissolubili che risalgono, di generazione in generazione, alle sue origini, allə suə antenatə e alla terra che li ha visti nascere e che loro hanno vissuto con amore e rispetto, fino a quando non sono statə costrettə ad abbandonarla, pur continuando a custodirla nei loro ricordi.

post pubblicato in origine su instagram.

lunedì 14 agosto 2023

weyward

"mi tennero lì dentro per dieci giorni. dieci giorni e solo il fetore della mia carne a farmi compagnia. neanche un ratto mi degnò della sua presenza. non c'era nulla che potesse attirarlo; non mi avevano portato niente da mangiare, soltanto birra. dei passo. poi il cigolio del metallo mentre il catenaccio veniva rimosso. la luce mi ferì gli occhi. per un attimo gli uomini sulla soglia scintillarono, come se non fossero di questo mondo, come se fossero venuti a portarmi via. gli uomini dell'accusatore. erano venuti per portarmi a processo"

alcune storie sono un rifugio, smettono di essere solo parole e diventano letteralmente un posto in cui poter respirare, pensare, capire, guarire le proprie ferite e prepararsi a cambiare. la storia di altha inizia nella disperazione di una cella, una storia che attraversa secoli e diventa rifugio e salvezza per due delle sue antenate, violent e kate. le vite di queste tre donne si intrecciano e si influenzano rievocando, nel corso del tempo, lo stesso dolore e lo stesso desiderio di libertà.
nel 2019, kate fugge via da londra e da un fidanzato violento e possessivo che la sta distruggendo nel corpo e nell'anima. a legarla a lui ormai c'è solo la paura e il pensiero ossessivo di meritare quel dolore, quell'umiliazione e quell'annientamento per una colpa che kate continua ad attribuirsi da quando era bambina. la sua destinazione è un piccolo cottage di campagna, lontano dalla città e immerso nella natura, quella che kate si è obbligata a tenere fuori dalla sua vita ormai da troppo tempo. il cottage è un lascito della sua prozia violet, per lei praticamente un'estranea che però, adesso, è diventata la sua salvatrice.

nel 1942 violet ha sedici anni e un amore sconfinato per gli alberi, gli insetti, la natura in ogni suo aspetto e forma, un amore che nessun altro ha né comprende, un amore che - violet lo sa - la lega al suo passato e alle sue origini. sogna di diventare una biologa o un'entomologa, vorrebbe studiare ma questo è permesso solo a suo fratello graham. sua madre è morta quando lei era troppo piccola per poterne conservare il ricordo e tutta la sua esistenza è trascorsa all'ombra di suo padre, un uomo insensibile e crudele che vorrebbe ridurla a una bambola ben educata a suo servizio, un dono da offrire a un altro uomo quando sarà il momento opportuno. mentre prova a scoprire qualcosa di più su sua madre e sul nome wayward, violet porterà alla luce un passato molto più tragico e doloroso di quanto avrebbe mai immaginato.

nel 1619, altha viene accusata di stregoneria e dell'omicidio di un fattore, marito quella che un tempo fu la sua migliore amica, grace. imprigionata e processata come strega, nei suoi giorni di terrore e vuoto, altha riporta alla mente i ricordi di sua madre, i suoi insegnamenti, il legame con la natura e la capacità di curare, e i ricordi di grace, l'affetto che le legava e che è scomparso per colpa dell'odio che gli uomini hanno seminato tra le donne per spezzare i loro legami e indebolire la loro forza.
uomini crudeli, violenti, uomini che picchiano e umiliano, uomini che stupr*no, uomini che conoscono solo il desiderio di possedere e piegare donne più forti di loro. la loro presenza è il leit motif che accompagna le storie di altha, violet e kate, tutte e tre a un passo dall'annientamento, tutte e tre capaci di risollevarsi e di lottare grazie ai legami con la natura e con le loro antenate, madri vicine e lontane, sorelle, amiche, zie, donne che, raccontandosi storie e tramandandosi conoscenza e saggezza, intessono l'una la salvezza dell'altra.

weyward è un libro che ti costringe a leggere una pagina dopo l'altra, che ti trascina dentro le storie e le vite delle tre protagoniste, facendoti sentire le loro emozioni - dolore, sorpresa, desiderio di rivalsa e di libertà - con una forza che a volte toglie il fiato.
il linguaggio è semplice e diretto, mai banale anche quando non riesce a farsi poesia, a concedersi un momento per assaporare le parole, non è mai troppo ricercato ma riesce comunque ad arrivare con forza fin dentro le ossa. sono parole che trasmettono l'urgenza di raccontare una storia che si riverbera nel tempo, quella delle donne weyward, ma anche quella di tutte le donne che hanno lottato e sofferto per trovare sé stesse così che possa essere faro e guida per le donne che lottano e cercano ancora.

post pubblicato in origine su instagram.

martedì 8 agosto 2023

larchfield

"c’è un prezzo da pagare quando ci si nasconde dalla verità. si può amare, ma non si può mai essere amati. si può descrivere la libertà, ma non si può mai essere liberi”


questa è la storia di wystan e dora, entrambə poetə, entrambə scaraventatə dai fatti della vita a helensburgh, in una scozia aspra e respingente. la storia di wystan - che riscrive, immaginandoli, gli eventi della sua permanenza come insegnante alla scuola di larchfield - si snoda pochi anni prima della seconda guerra mondiale, sfiora l'alba del nazismo e si imbeve della crudele repulsione che il mondo prova per lui.

giovane, poeta, omosessuale, poco incline a conformarsi al vivere in società e alle regole, wystan è una calamita per chi non aspetta altro che imbattersi in qualcunə su cui riversare il proprio odio e il proprio disprezzo: che sia dio o un vecchio professore, la polizia o la politica, che siano lə poverə o lə ricchə, istruitə o incoltə, wystan è troppo per essere compreso - figuriamoci amato! - da chi non fa che crogiolarsi, per tutta l'esistenza, nella stessa comoda mediocrità.
è la necessità di dover pagare per stare al mondo a fargli accettare un posto di insegnante in quella cittadina di cui forse dio non si è dimenticato ma il resto del mondo sì. quella di helensburgh dovrebbe essere una parentesi, eppure si impregna di significato più di quanto wystan non avrebbe mai potuto immaginare. helensburgh gli permette di scoprire quante facce può avere l'amore: la passione travolgente per il bel gregory, l'affetto paterno per il piccolo jamie e l'amicizia intensa con daphne, l'anziana moglie del direttore della scuola, l'unica vera amica a larchfield.
e se, da un lato, sente germogliare in sé questi sentimenti, dall'altro non fa che recepire nei suoi confronti disprezzo, repulsione e odio.

gli stessi sentimenti che scuotono, decenni più tardi, la vita di dora.
dora è arrivata a helensburgh lasciando tutto alle sue spalle: i suoi studi, la poesia, le amicizie, persino la vecchia sé. ha sposato kit, aspetta una bambina e si ritrova a essere proprietaria di metà di un'enorme casa, che divide con una rispettabile e nota coppia di anzianə. ma ci vuole poco prima che tutto si riveli essere un incubo anziché un sogno: la casa gigantesca è fredda e respingente, la vicina la tortura inanellando una cattiveria dietro l'altra nella speranza che lei e suo marito vadano via e tuttə, quando nasce - prematura e fragile - beatrice, sembra che non facciano altro che infilarsi nella vita di dora per giudicarla una pessima madre, una pessima moglie e, in generale, una pessima persona. mentre kit continua la sua vita di prima, dora soffre, come aveva sofferto prima wystan, l'ambiente chiuso di helensburgh e la perdita di sé stessa, e l'unico posto in cui riesce a rifugiarsi, quando neanche kit sembra comprendere il suo disagio, è la poesia.
scopre che si ritrova nei posti in cui ha vissuto il poeta wystan auden e decide di dedicarsi alla sua biografia, nonostante suo marito si preoccupi che quel lavoro è troppo stancante per lei, nonostante tuttə non facciano che ripeterle che dovrebbe concentrare le sue energie su bea.

l'eco dell'animo di wystan continua a riverberare, attraverso il tempo, fino a raggiungere quello di dora e l'impossibile accade: dora trova, proprio come succede nelle storie per bambinə, un messaggio in bottiglia, mandato dal poeta anni e anni prima. è la richiesta d'aiuto di un uomo che soffre la solitudine che arriva tra le mani di una donna che sta sperimentando le sue stesse pene e che, come in una favola o in un sogno, apre uno squarcio nel tempo, permettendo a dora di arrivare fin da lui.
larchfield è un romanzo che parla di solitudine, di quel sentirsi fuori posto in ogni posto che sperimentano gli animi di chi, semplicemente, non può far altro che cercare la bellezza, nel mondo, nellə altrə, nella propria esistenza. gli animi di wystan e dora riecheggiano vibrando la stessa nota e rendono quella connessione, che non può che essere impossibile, reale. reale quanto basta a sopravvivere alla quotidianità, reale quanto basta per trasformarla.

post pubblicato in origine su instagram.

lunedì 7 agosto 2023

lady lava

"daki le ha insegnato che eliminare tutte le domande è sbagliato, che la rabbia va modellata sui tempi. che i tempi, appunto, esistono e cambiano di continuo. forse c'è un margine di miglioramento, non solo una fine del mondo. la fine del mondo, finché ci sarà della rabbia in giro, non arriverà mai. lei in cambio spera di averle mostrato che la furia può anche trovare una pace assoluta. che rimproverarsi per ciò che si è non serve a niente."

a parte che mi tatuerei un paio di frasi da questa citazione, lady lava, ultimo tardigrado uscito qualche settimana fa, conferma l'altissima qualità della collana di narrativa fantastica breve di eris edizioni (in cui c'è pure l'esperto zampino di valentina presti danisi, cosa che non si dice mai abbastanza).
il fantastico che mi piace è quello che, immaginando e fantasticando, racconta la realtà, il nostro presente o il futuro che potrebbe aspettarci proprio dietro l'angolo, subito dopo le catastrofi che ogni giorno cercano di raccontarci come normalità.

e in questo futuro probabile, diletta crudeli racconta una storia, a metà tra la fiaba e il thriller, che si svolge sotto un sole feroce, che brucia le cose e fa perdere la ragione. quello di lady lava è un mondo in cui i cibi sono ormai prodotti sinteticamente, in cui ci si chiede che sapore avevano, una volta, le cose, in cui gli animali sono quasi del tutto estinti e gli esseri umani vivono sotto scudi protettivi che schermano il calore mortifero del sole. in questo mondo, daki sembra l'unica a non maledire il caldo e i raggi solari, a non scappare da loro ma anzi a cercarli con avidità da lucertola.
a tenerla ancorata al mondo, c'è kaska, una ragazzina come lei, con cui daki intreccia un rapporto di amore e odio, un'amica che a volte sembra una madre e che, proprio come una madre, per quanto amore possa provare, non riesce mai veramente a comprenderla. hanno appena finito la scuola universitaria e l'estate che dovrebbe prepararle a una vita nuova trascorre lenta, quasi immobile, come se invece nulla potesse cambiare mai, tra chili di ghiaccioli e notizie che girano su profile (una sorta di megasocial/mondo virtuale). è dalla rete che daki e kaska vengono a sapere degli efferati omicidi attribuiti a una creatura feroce e inumana, fatta di fuoco e fiamme, lady lava.

e mentre daki prova a scoprire di più sul "mostro" che terrorizza tutti e affascina lei, la storia inizia a saltare avanti e indietro nel tempo: scopriamo che lava, insieme a neve, ragno, radice e folgore, sono creature di un tempo lontano, un passato ormai dimenticato in cui loro, come personificazioni della natura selvaggia, si ritrovano a lottare per la loro stessa sopravvivenza, contro il più pericoloso dei nemici, l'essere umano.
è nel presente di daki che la storia di lady lava si intreccia con la sua. daki e lava sono creature che nulla potrebbero avere in comune se non l'odio per chi stravolge il mondo, i suoi paesaggi, i suoi equilibri disperatamente aggrappatə a un'idea di sopravvivenza che non prova neppure a immaginare il cambiamento e la convivenza con lə altrə, una sopravvivenza che tiene conto delle forze naturali solo per cercare il modo di piegarle e annientarle.

le loro storie, superando la barriera del tempo, arrivano a fondersi l'una nell'altra in un finale drammatico e in qualche modo catartico che mi ha sinceramente sorpresa.

post pubblicato in origine su instagram.