"tutti quei luoghi comuni sul conoscere qualcuno da una settimana ma avere la sensazione di essere amici da una vita si applicano a questa situazione. è tutto diverso da qualsiasi altra amicizia abbia mai avuto, e mi piace."
duncan e owen hanno quindici anni, quel periodo della vita in cui il mondo è un casino incomprensibile se non un vero e proprio nemico e la propria piccola realtà è il mondo intero. non so se esiste un periodo della vita più spaventoso e più bello insieme: non sapere ancora cosa si è fa paura ma la possibilità di poter diventare qualsiasi cosa è entusiasmante, ci si sente dentro un potenziale infinito eppure basta così poco per credersi distruttə.
e questo è quello che più o meno sta succedendo a duncan: tutto sta cambiando a una velocità straordinaria e lui è sicuro di non riuscire a stare dietro a questa realtà impazzita e l'idea che il suo gruppo di amici si stia sgretolando, che tutto stia cambiando e che l'età adulta sia a un passo dietro l'angolo lo fa sentire perso e spaventato. ormai da un anno ha iniziato a soffrire di depressione ma non è riuscito a dirlo ai suoi amici di sempre, neppure a lorenzo, che conosce fin da quando erano bambini. duncan ha paura che possa essere la goccia che fa traboccare il vaso, l'ultima ragione utile a distruggere completamente il loro rapporto.
gli altri crescono, c'è chi sta con una ragazza (ah, quanta paura fanno a quell'età l'amore e il sesso, ah, quanto non cambia poi tanto con il passare del tempo) e chi passa le ore in palestra, di certo ormai i videogiochi e le serie tv di fantascienza non interessano più nessuno se non lui. duncan si sente invischiato in sé stesso, incapace di crescere e di cambiare seguendo gli altri.
ma quando incontra owen, tutto comincia a cambiare.
owen non è come gli altri ragazzi. a dire il vero, è difficile capire chi sia davvero owen, è difficile dire persino se riesca a capirlo lui stesso. l'unica cosa certa è che con lui, duncan riesce a non sentirsi a disagio, è capace di essere sé stesso.
è incredibile come il tempo sia una variante così poco significativa nell'amicizia: qualcuno che conosci da pochi giorni diventa improvvisamente la persona con cui riesci a vivere meglio mentre gli amici di una vita sono dei veri e propri estranei.
quello che duncan non sa di owen però è che, da quando è morto suo padre, la vita del ragazzo si è scissa: da un lato il mondo reale, quello delle frasi fatte degli adulti e delle parole che costruiscono una realtà forse bella da pensare ma diversa da quella che ricorda, e dall'altra parte un mondo in cui gli spiriti dei morti sono una faccenda reale, in cui bisogna che le anime giungano sane e salve verso il mare del settimo giorno per trovare finalmente la pace. lì owen ha una missione da compiere e un nemico - forse - da sconfiggere.
i due mondi si intersecano per tutto il romanzo e le storie si intrecciano mentre il legame tra duncan e owen si fa sempre più stretto, i drammi adolescenziali del gruppo e della sorella di duncan, emily, vanno inesorabilmente avanti stravolgendo le loro esistenze.
come se non bastasse, le amiche di emily, con cui avrebbe dovuto partecipare a un talent organizzato nella scuola, hanno deciso di mollarla e duncan vuole riuscire ad aiutare la sorella a realizzare il suo desiderio di esibirsi (piccola pausa per sottolineare una cosa che ho apprezzato moltissimo: emily è una ragazzina disabile che usa la sedia a rotelle ma neanche una volta il suo personaggio viene reso in modo pietistico o innalzato sul podio da eroe per questo. può anche succedere che, se leggete con poca attenzione, non facciate nemmeno troppo caso alla sua sedia a rotelle fino alla fine. grazie david owen per questo personaggio così meravigliosamente disabile e normale).
nelle parole di duncan e owen - che si alternano nel mondo reale come voci narranti - c'è un universo intero: il valore dell'amicizia, la difficoltà di affrontare un lutto - propriamente tale o metaforico che sia - e quella di ricalcare l'immagine che lə altrə hanno di te, la gioia di incontrare un'anima affine e lo sconcerto di scoprire quanto sia facile crescere seguendo strade differenti, allontanarsi e forse perdersi.
non so com'è leggere il mare del settimo giorno a quindici anni, però so che da qualche parte è rimasto un pezzetto della me quindicenne (che probabilmente non se ne andrà mai via) che si è sentita coccolata e consolata da questa storia e che ha trovato due amici in duncan e owen. perché sì, è vero che ci sono racconti pensati per un certo tipo di lettorə ma è vero soprattutto che una bella storia è capace di toccare le corde giuste nell'animo di chiunque e che certi personaggi restano indimenticabili, poco importa che età hanno, dove vivono e quanto sono capaci di resistere al cibo troppo piccante.
quindi, fatevi un favore: per qualche pomeriggio tornate adolescenti e regalatevi questo romanzo.
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