"siamo la stirpe, siamo resistenti intelligenti e crudeli. laboriosi, instancabili e cinici. aspettiamo il momento di poter uscire dalle nostre tane e prendere possesso di un pianeta vuoto, secco e grigio. nelle nostre mani il mondo sarà uno strabiliante termitaio meccanizzato, perfetto per contenere generazioni e generazioni della nostra schiatta! l'uomo è il nostro unico cruccio. lo sopportiamo a malapena e solo perché fa il nostro gioco... piano piano depilerà ogni foresta, asciugherà ogni fiume e renderà amara ogni zolla di terra. tu, alexander von humboldt, stai già dando prova di essere uno di quegli esseri umani che intralceranno i nostri piani mortiferi"
l'ultimo quarto dell'anno 1769 diede i natali non solo a napoleone bonaparte ma anche a quello che, ai suoi tempi, fu, subito dopo il famoso condottiero, l'uomo più famoso del mondo: alexander von humboldt, esploratore, naturalista, geologo, geografo e botanico.
proprio la sua fama gli diede la possibilità di confrontarsi con gli uomini più potenti di quegli anni e i suoi scritti - in cui il sapere scientifico si univa all'interesse per l'arte e per i sentimenti umani (merito probabilmente della sua amicizia con goethe) e in cui forniva ai suoi lettori mappe a illustrazioni commissionate ai migliori incisioni - ebbero grande successo editoriale.
un mistero alla luce del giorno però non è la biografia del noto scienziato (anche se questo termine non era ancora in uso all'epoca di von humboldt), o almeno, non lo è esattamente: ispirandosi alla storia della sua vita, fatta di viaggi e di scoperte, marco taddei e eleonora antonioni danno vita a un racconto immaginifico in cui lo stesso von humboldt, aiutato da due personaggi misteriosi, è una sorta di ecologista ante-litteram, difensore del bene del nostro pianeta dai piani malvagi della stirpe.
il primo incontro con i malefici insettoni nascosti al centro della terra e intenzionati a trasformare il nostro pianeta in uno sterile e grigio termitaio accade quando alexander è appena un bambino: già affascinato dal creato e rispettoso di ogni meraviglia che la realtà pone davanti ai suoi occhi, il piccolo von humboldt soffre della freddezza del fratello e ancor di più della madre. trascinato nel mondo sotterraneo della stirpe, alexander scopre una minaccia di cui non farà mai parola con nessuno. chi gli crederebbe, d'altronde? forse persino lui si è convito di essere stato solo preda di un incubo.
la storia di von humboldt procede a salti temporali, lasciando che gli anni trascorrano tra un capitolo e l'altro e raccontandoci solo gli eventi cruciali della sua esistenza, come ad esempio l'incontro con aimé bonpland, anche lui appassionato naturalista, che diventerà collega e amico di alexander per tutta la vita. infatti, è insieme a bonpland quando, nelle ancora sconosciute e selvagge americhe, humboldt si ritrova finalmente a conoscere mr. croc e montefur.
i due non soltanto hanno salvato alexander e bonpland dall'annegamento in un fiume popolato di alligatori, non solo hanno tratto in salvo tutti i campioni raccolti in mesi di ricerca ma, in una notte silenziosa e stellata nel cuore della foresta, spiegano a humboldt l'importanza dell'equilibrio naturale che coinvolge tutte le cose, ogni forma di vita sul pianeta, dalla più piccola alla più grande, dalla più innocua alla più terrificante: l'esistenza di ecosistemi, di connessioni totali tra ambiente e forme di vita e, soprattutto, lo sconvolgimento che l'essere umano porterà - anzi, sta già cominciando a portare - in tutto questo, permettendo alla stirpe di avere successo nei propri piani.
aver colto l'importanza di queste connessioni porta il pensiero di humboldt ad affacciarsi anche sullo squallido mondo del potere e della politica. un altro capitolo è dedicato allo scontro con niente di meno che napoleone bonaparte sulla necessità di una pace e fratellanza universali tra tutti gli esseri umani.
come le creature viventi hanno bisogno di pace per vivere le proprie vite, così humboldt inizia a vedere il pianeta come un organismo, una gigantesca creatura viva di cui ogni esistenza è parte integrante e funzionale alla sua stessa sopravvivenza. le idee, reputate visionarie, di alexander però si scontrano contro un mondo in cui le persone sembrano interessate a tutto fuorché all'incredibile bellezza del cosmo.
non c'è possibilità di resa però nei piani di humboldt e nessuno potrà mai scoprire dove i suoi amici montefur e mr. croc abbiano guidato le sue nuove imprese il giorno in cui il suo corpo resta ancorato a questo mondo per il quale humboldt spese ogni momento della sua esistenza.
intriso di fantastico e proiettato nel nostro futuro, un mistero in pieno giorno più che la biografia di un uomo vissuto quasi tre secoli fa è una storia tremendamente attuale: la crisi climatica che stiamo vivendo oggi ha radici profonde e lontane nel tempo e humboldt è stato solo uno dei tanti che nel corso dei decenni ci hanno messo in guardia contro i rischi che stavamo correndo.
la stirpe, che si diverte ad annichilire i cervelli di chi ha cercato di porre rimedio alla catastrofe, per quanto spaventosa è un nemico comunque meno spaventoso di quello che in realtà sembra desiderare una realtà ancora peggiore di un termitaio alieno impiantato sui paesaggi del nostro pianeta.
i disegni di eleonora antonioni (che ha illustrato anche il bellissimo non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano) sono ancora una volta molto eleganti ed evocativi, qui accompagnati da una palette che gioca su soli tre toni di colore: il verde, colore-tema di humboldt, della natura e del presente, il viola, straniante e innaturale colore della stirpe e del mondo da loro immaginato, e il rosa per mr. croc e montefur e per la speranza di quell'unico modo di salvare il futuro - cioè il nostro presente - dall'avidità e crudeltà umana.
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