"principe, ti hanno preso ancora in giro? sta' tranquillo, tu sei un bambino forte. riuscirai a superare tante brutte cose e dovrai diventare il re migliore del mondo.promettimelo"
c'era una volta un principe. era piccolo, sordo e debole. eppure suo padre era un gigante, un eroe, un re forte e vigoroso, e anche sua madre era stata una donna forzuta e coraggiosa, chissà perché lui era nato così...
c'era una volta un pricipe e c'è ancora e questa è la sua storia.
il suo nome è bojji, figlio primogenito del valoroso re bosse ed erede al trono. il popolo però non si fida di lui, crede che bojji non abbia le qualità giuste per diventare un sovrano e spera che un giorno, alla morte del re, la corona passi al secondogenito daida, il fratellastro di bojji. in tanti si approfittano della debolezza del principe e il povero bojji torna spesso a palazzo con addosso solo le mutande, derubato, umiliato e deriso. anche il primo incontro con kage - l'ultimo superstite della tribù delle ombre - finisce così, ma il prepotente ladruncolo deve ricredersi subito: quel bambino non piange e non si compatisce, non ha paura perché sa che un giorno diventerà il re più forte del mondo. ha promesso che sarebbe stato così e non ha alcuna intenzione di mancare alla sua parola.
una tavola del manga |
è così che comincia ranking of kings, appena sbarcato in italia grazie a star comics e arrivato intanto al suo sedicesimo volumetto in giappone.
i disegni di sousuke toka che a prima vista sembrano un po' infantili (guardateli attentamente e scoprirete un lavoro di character design non indifferente) e l'inizio quasi favolistico nascondono quella che si rivela fin da subito una storia molto più profonda ed emozionante di quanto non avremmo immaginato.
la forza di questo primo numero sta tutta nella caratterizzazione dei personaggi che, oltre le apparenze, svelano storie a volte anche drammatiche - come ad esempio nel caso di kage - e caratteri che non sono affatto macchiettistici come si potrebbe pensare dopo poche pagine.
ranking of kings è insomma un manga che, pagina dopo pagina, sorprende l* lettor* rivelando di possedere una trama molto ben articolata e dei personaggi tridimensionali e sfaccettati, realistici nelle loro contraddizioni, segreti e sogni.
la cosa che più mi aveva attirata era soprattutto la presenza di un protagonista disabile. bojji è sordo, piccolo, ha a malapena la forza di sollevare una spada giocattolo ma la sua storia è raccontata senza alcun "eppure": è un bambino sicuro di sé ed entusiasta, crede nelle sue capacità di essere degno della promessa fatta a sua madre anni prima, è certo che riuscirà a diventare forte e tutto questo non "nonostante la sua disabilità" ma semplicemente perché è bojji. non c'è alcun pietismo nei suoi confronti né autocommiserazione, la disabilità non è un ostacolo da superare come vuole una certa retorica abilista che tarda a passare di moda, ma una caratteristica come le altre.
bojji sviluppa, ad esempio, una capacità di combattere diversa da quella normativamente intesa come corretta ma comunque funzionale a vincere ed è capace di comprendere gli altri molto più di quanto chiunque crederebbe.
bojji non è sciocco né ingenuo, semplicemente sa di avere un corpo con delle abilità non standard e si comporta di conseguenza, cercando da solo i suoi punti di forza senza piegarsi all'autocommiserazione nemmeno una volta.
bojji in una scena dell'anime |
l'amicizia che stringe con kage - che a sua volta ha un passato doloroso e traumatico, forse uno dei momenti più toccanti della storia - è profonda e sincera e sembra proprio che cambierà presto la vita di entrambi.
ranking of kings si è rivelato (imho) una vera sorpresa ed è entrato a pieno titolo tra i miei manga preferiti e mi spiace molto che, nonostante l'abbondanza di materiale disponibile in giappone, star comics abbia deciso di renderlo bimestrale.
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