"un'avventura che si era iniziata come uno scherzo o un capriccio diventava ora per me l'essenza della vita"
un giorno d'autunno, la vita di elena mcgill cambia improvvisamente. e cambia come se fosse una bazzecola, una cosa da poco, una vacanza dalla solita monotonia.
elena vive in una fattoria col fratello andrea, da qualche anno il più noto scrittore contadino del new england: andrea viaggia, riflette, assapora il mondo e poi lo mette nei suoi libri. elena, invece, continua la sua vita da contadina: il pollaio, la cucina, il pane da sfornare, i dolci, i calzini da rammendare, le lettere con le proposte editoriali per andrea da buttare nel camino nella speranza che quel testardo la smetta di perdere tempo a fare lo scrittore e torni a darle una mano alla fattoria proprio come era un tempo.
per quindici anni va avanti così la vita di elena, fino al giorno in cui davanti alla fattoria non arriva un buffo ometto con la barba rossa e pochi capelli in testa, seduto a cassetta di uno strano carro, qualcosa di mai visto: parnaso ambulante di r. mifflin - buoni libri da vendere - shakespeare, charles lamb, r. l. s., hazlitt, e tutti gli altri. il signor mifflin - una volta professore - è un libraio itinerante e il suo parnaso è la più incredibile libreria ambulante, dotata di ogni comfort (cane compreso) e ovviamente di una vastissima e curatissima selezione di libri. ma il signor mifflin è deciso a vendere il suo parnaso per tornare nella sua casa d'infanzia a brooklin e mettersi finalmente a scrivere il libro che ha in testa da anni. e il signor mifflin ha letto le opere di andrea mcgill ed è sicuro che non esiste persona migliore al mondo a cui offrire la sua libreria ambulante.
orripilata alla sola idea di tutte le incombenze che cadrebbero sulle sue spalle se andrea partisse con quello strano carrozzone, elena decide che è meglio acquistare lei stessa il parnaso. e magari partire per qualche giorno, tirare un bello scherzo al fratello, così che magari si renda conto di quanto sia importante il suo lavoro alla fattoria!
e così, come fosse uno scherzo, la vita di elena mcgill, una corpulenta signora di campagna di trentanove anni, viene stravolta dall'apparizione di un ometto capace di far innamorare chiunque dei libri, di un grosso carro sgangherato e pieno di tomi di ogni tipo, di un cavallo e di un cane.
da quel momento elena vivrà - insieme al professore mifflin - avventure che non avrebbe mai osato immaginare, scoprirà un nuovo amore per la letteratura e la poesia, guarderà i meravigliosi paesaggi che le si sveleranno uno dopo l'altro lungo la strada con occhi nuovi e capirà che mai - e per nessuno - è troppo tardi per cambiare la propria esistenza e cercare la propria felicità.
non avrei mai pensato che un libro scritto da un uomo nella prima metà del secolo scorso poteva essere così azzeccato per un giorno come l'8 marzo, eppure: elena è (con tutti i limiti che, appunto, si possono intuire in un romanzo che ha più di un secolo) una donna adorabile, una rivoluzionaria senza slogan. nonostante l'età, nonostante non sia una snella e avvenente fanciulla, nonostante i tanti anni passati a impastare dolci e pane, nonostante sappia benissimo quale sia il suo ruolo, elena ci mette un momento appena a mandare tutto all'aria, prendere le redini della sua vita (e quelle del buon pegaso, il cavallo del parnaso) e stravolgere tutto, felice di poter essere felice in quell'avventura - che sarà da quel momento in poi per tutta la sua vita:
"era un paesaggio perfetto: i boschi tutti bronzo e oro; e le nuvole, d'un bianco di neve, parevano un celeste bucato appeso nell'aria; il sole era caldo, e nuotava glorioso in un arco di superbo azzurro; il mio cuore era veramente sollevato. per la prima volta, credo, capivo ciò che provava andrea nei suoi vagabondaggi. perché tutto questo mi era stato tenuto celato prima? perché il trascendente mistero del cuocere il pane mi aveva così a lungo accecata di fronte ai misteri del sole e del cielo e del vento tra gli alberi."
post pubblicato in origine su instagram.
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