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lunedì 21 novembre 2022

la dorsale - l'anno dell'oro

sotto la mia testa, tante piccole barche bianche, triangoli colorati, galleggiano sull'acqua. il drago chiude le ali e io mi reggo stretta alla pelliccia, finché non si gira con tutto il corpo, ritrova la posizione giusta e le spalanca di nuovo. il cielo torna sopra, il mare sotto.
vedo gli altri draghi scontrarsi con il vento. alcuni sono troppo rapidi e sbilanciati, e li porta lontani sul mare. altri troppo pensanti, e cadono in acqua. nemmeno la metà riesce a girare, e ancora meno sono quelli che tornano sul percorso di gara. per vederli, devo voltare la testa sopra la spalla e guardare indietro. questo al mio drago non piace, così smetto di farlo. la corrente che ci frenava, ora ci spinge veloce verso la dorsale. noi, ormai, siamo davanti.


questo mondo è semplice. è fatto così. ecco come inizia il primo volume della trilogia la dorsale di maria gaia belli (di cui avevo parlato brevemente qui), una delle serie che mi ha più appassionata negli ultimi mesi e di cui ho potuto (fortunella che sono) leggere in anteprima il secondo romanzo, in uscita il 23 novembre per effequ.

una mappa e poi la descrizione di un mondo intero, una geografia immaginata che diventa reale nelle immagini che maria gaia ci suggerisce durante tutta la narrazione, un mondo che potrebbe quasi sovrapporsi al nostro non fosse che a renderlo unico ci sono i draghi.
dimenticatevi i mostruosi cattivi sputafuoco avidi di tesori che rapiscono principesse e si fanno fregare come degli scemi dal primo cavaliere in lattina che passa, i draghi de la dorsale sono creature con cui è possibile convivere, animali da lavoro, persino da compagnia in certi casi e - ovviamente - magnifiche bestie da competizione.
e poi c'è la dorsale, l'imponente catena montuosa da cui la trilogia prende il nome, che attraversa tutta la mappa e divide nettamente il mondo in due, da una parte il nord e dall'altra il sud.
non è solo una questione geografica, tra nord e sud cambia tutto, dallo stile di vita alla lingua all'aspetto stesso degli abitanti. le città più importanti sono due, la città di p. e la città di v., mentre tutto intorno alla dorsale è un fiorire di piccoli villaggi e rifugi che permettono a un'intricata rete di contrabbandieri di proliferare e commerciare letteralmente di tutto, draghi e bambini inclusi.
sulla dorsale c'è un luogo che è il fulcro della narrazione e del mondo stesso: l'accademia, il luogo in cui vengono addestrati i soldati e i draghi.
l'accademia è millemila anni luce lontana dalle scuole di magia di cui abbiamo letto nelle saghe fantasy per ragazzi (sì, certo che mi riferisco a hogwarts), è né più né meno che un'accademia militare, con i suoi orari rigidi, le mense, gli spazi comuni e una ferrea gerarchia che regola i rapporti tra tutti. non c'è spazio per incanto e magia nemmeno quando si parla dei draghi, che vivono nelle stalle e richiedono un duro e impegnativo lavoro di cura.

alla fine del primo volume abbiamo conosciuto i quattro personaggi principali: kam, una ragazzina cresciuta sulla dorsale, selvaggia e indomita, allevata come una bestia da un vecchio che la trattava da schiava e da cui lei è riuscita a scappare.
kam ha capacità quasi ferine, gli anni passati intenta a sopravvivere negli aspri territori di montagna le hanno insegnato a leggere i segni del cielo e i rumori dei boschi, sa cacciare, è forte, veloce e resistente come una fiera e proprio come un animale selvaggio è di poche parole e difficile da avvicinare.
all'accademia incontra leila, che già vive lì, studia e svolge ogni mansione diligentemente. è una caposquadra rispettata da tutti ed è chiaro che ha le capacità per scalare ogni gerarchia.
a loro si aggiungono luk e key, luk è stato un bambino che cercava di mantenere sua mamma e sua sorella mentre il padre era sparito. ha vissuto di espedienti e ha potuto contare solo su se stesso e sulla sua forza e adesso è un gigante che colleziona vittorie sportive e sorrisi da parte della altre ragazze.
key è l'unico che viene dal nord. parla una lingua diversa dagli altri, la sua pelle i suoi capelli e i suoi occhi sono chiarissimi, reggono difficilmente alla luce del sole. non è solo l'aspetto però a renderlo un emarginato: key è il secondogenito di una nobile famiglia che l'ha ripudiato il giorno in cui si è rifiutato di sposare la ragazza che il padre aveva scelto per lui. l'accademia è stato il solo posto che l'ha accolto quando non aveva più nulla, e lì ha imparato - più per necessità che per passione - il mestiere del medico.

l'anno dell'oro, il secondo volume di questa trilogia, inizia dove si era interrotto il primo: mancano quindici anni a una guerra di cui non sappiamo ancora nulla, kam, leila, luk e key sono poco più che adolescenti e ognuno di loro cerca la propria strada, continuando a giostrarsi tra le regole e gli impegni dell'accademia. le loro esistenze, che non potevano cominciare in luoghi e in modi più lontani e diversi, si intrecciano sempre più strettamente adesso che sono cresciuti. tra loro si creano rapporti di amore/odio difficili da definire e impossibili da ignorare: sono legami, nel bene e nel male, totali, quasi viscerali su cui ruota tutta la vicenda, narrata - in questo e nel primo volume - alternativamente da ognuno di loro.
tutti e quattro sono protagonisti ma il vero fulcro della vicenda è kam: è da lei che si comincia a raccontare nel primo volume, è da lei che riprende la narrazione nel secondo volume, è attorno a lei che gravitano key, luk e leila, ed è attorno a lei che si articolano i due filoni principali della storia, quello di formazione (una sorta di educazione sentimentale per adolescenti soldati in un mondo crudele e impietoso) e quello più politico, che viene raccontato attraverso un epistolario (quasi esilarante nell'alternarsi di toni tra kam e il suo interlocutore) e che, al momento, sembra la pista da seguire per svelare il mistero di questa guerra incombente.
l'ultima trentina di pagine è infatti ambientata un anno e mezzo prima dell'inizio della guerra ed è ormai abbastanza chiaro che assisteremo al suo scoppio nel terzo volume, una guerra in cui kam, key, luke e leila e tutto quello che è successo in questo decennio e mezzo narrato nel secondo libro saranno fondamentali.

la dorsale - l'anno dell'oro è un romanzo che supera le cinquecento pagine e che però si lascia leggere con voracità, senza permettere al lettore un solo momento di distrazione.
maria gaia belli ha creato un mondo strutturato con cura e coerenza, sia dal punto di vista geografico sia nella costruzione dell'umanità che lo abita, un'umanità di cui man mano andiamo conoscendo la storia, le capacità tecniche e scientifiche e le diverse culture e tradizioni. 
in questo mondo ha individuato quattro personaggi che ha modellato a tutto tondo, senza cadere nella tentazione di facilitarsi le cose dividendo tra buoni e cattivi, anzi: ci ritroviamo contemporaneamente affezionati e respinti da tutti loro, ciascuno con i suoi lati positivi e con quelli impossibili da tollerare.
e, infine, su tutto questo ha calato l'ombra della guerra incombente, un conflitto che non siamo ancora capaci di immaginare ma la cui promessa ci accompagna dalle prime pagine della storia.

se qualcuno continua a storcere il naso alla parola fantasy (per carità, smettetela!) leggendo la dorsale avrà da ricredersi: maria gaia belli ha uno stile essenziale, elegante ed evocativo che riesce a mettere insieme i concetti (che magari piacciono ancora a qualcuno, non so, io personalmente sono davvero stanca di queste etichette ma va bene, almeno ci capiamo) di letteratura e di fantastico.
la dorsale va oltre il realismo magico (unica forma di fantastico che pare sia accettabile in determinati ambienti), scava nel fantasy vero e proprio anche senza pescare dai classici (niente elfi, nani e oggetti magici, per dire) fino a ridefinire il genere e, si spera, restituirgli l'importanza che merita.
leggete questi primi due libri de la dorsale e poi tornate qui, facciamo insieme un gruppo di sostegno psicologico in attesa dell'uscita del terzo volume (vi servirà, credetemi).

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