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mercoledì 23 novembre 2022

intervista a maria gaia belli

a partire da oggi trovate in libreria il secondo volume de la dorsale (di cui abbiamo parlato qui) e, per festeggiare insieme, ho fatto una chiacchierata con maria gaia belli.
buona lettura (e correte in libreria!)


ciao maria gaia, benvenuta su claccalegge!
innanzitutto vorrei chiederti di parlarci un po' della genesi de la dorsale: come sono nati i luoghi che racconti e soprattutto i personaggi principali della storia?
► È una storia breve ma intensa: semplicemente li vedo, e li vedo da tanto tempo. Non so da dove nascano - soprattutto perché spesso non rispecchiano i miei gusti e i miei modi di pensare - ma sono con me da quando ero bambina. Avevano code e orecchie da animali, poteri magici, vivevano incredibili avventure in terre molto fantastiche, piene di montagne altissime. Poi pian piano sono cresciuta io, sono cresciuti soprattutto loro, e questo non vuol dire che abbiamo perso quella fantasia per strada. Ma a un certo punto le loro storie come persone erano più interessanti delle loro storie come eroi. Così ho tolto la maggior parte degli elementi che non servivano la storia nuda e pura delle loro vite, e il risultato sono i tre libri della Dorsale.
la dorsale è un fantasy un po' atipico, mancano ad esempio le razze umanoidi però ci sono i draghi! perché hai scelto proprio queste creature? e come hai deciso di trasformarli da creature mitologiche in animali comuni che vivono a contatto con gli esseri umani?
► In realtà le razze non solo mancano, ma sono scientemente state eliminate. Come dicevo, da bambina amavo fantasticare forme umanoidi molto varie. Poi ho iniziato a rendermi conto di qual è il substrato culturale delle "razze" nel fantasy. Le razze a me non convincono nemmeno quando si parla di cani, figuriamoci di persone. Non volevo che le storie delle mie persone fossero giustificate da caratteristiche genetiche irrilevanti, ma dai contesti da cui provengono. 
E a proposito di culture: nel mio mondo non ci sono le razze, ma questo non vuol dire che non ci sia il razzismo. Non uso questa parola per definirlo, ma l'oppressione verso il diverso è evidente, e il diverso può esserlo per motivi culturali, estetici, linguistici, economici, fisici, cognitivi. Quel che volevo evitare era che tutto si riducesse a "la maltrattano perché è un'elfa in terra di nane". Vorrei che venissero usate le parole giuste, in questi casi, senza ricamarci sopra: ci sono delle persone maltrattate, e lo sono perché in terra di altre persone.
I draghi vengono invece da una questione diversa. Il mondo prima era molto più fantasy, e i draghi sputavano fuoco, facevano i loro soliti spettacolini di magia. Togliendo altri elementi, la loro presenza diventava troppo pericolosa e potente per essere sostenuta da un ecosistema, così ho dovuto smorzarli: niente fuoco, niente magia. Ho recentemente scritto una leggenda su come nel mondo della Dorsale i draghi abbiano perso il fuoco (https://www.nazioneindiana.com/2022/10/25/la-regina-del-fuoco/). 
Ma non potevo togliere i draghi, perché sono un aspetto fondamentale di questo mondo. I draghi sono il motore dell'economia di diversi Paesi, e il motivo dei loro scambi politici e commerciali. Nonché sostengono diversi settori (trasporti, comunicazioni, edilizia, sport, ecc.). L'ecosistema della Dorsale è complesso, non avrebbe tollerato draghi magici, ma non sopravvivrebbe all'assenza di draghi. Come in ogni ecosistema che si rispetti abbiamo lavorato con il bilancino evolutivo, fino a raggiungere il giusto equilibro.
uno dei miei ritratti preferiti di kam realizzati da maria gaia
(anche perché il riferimento a queste oscure materie e ai daimon mi fa sudare cuoricini)
fonte: rinofurioso@instagram

il centro della narrazione sono i personaggi e le loro storie che sono, soprattutto nel primo libro, parecchio difficili e a volte decisamente crude. il mondo di kam, luk, leila e key è un mondo davvero impietoso, c'è la volontà di parlare in realtà del nostro mondo e delle sue storture?
► Non è una volontà, ma una necessità. Il mondo, per me, non è mai stato un luogo accogliente. Ci sono rifugi sicuri, certo, ma anche da questi non è possibile ignorare quel che mi accade intorno. Lo ignorerei volentieri, ma mi è difficile. Vivere nel mondo in cui viviamo per me è come essere legata davanti a uno schermo dove passano immagini molto intense, a volte positive e a volte negative, che non riesco digerire. Visto che non le digerisco, la mia immaginazione me le ripropone. Lo fa di notte, in sogni molto più complessi del mondo che scrivo, e lo fa nella veglia, con strutture comunicative più accessibili. Non ho deciso a tavolino di quali problemi parlare e come. Credo che questi problemi mi si presentino nella realtà in modo molto arrovellato e difficile per me da razionalizzare, e i miei personaggi, che sono la mia vitale struttura di difesa contro la realtà, scompongano questi problemi e li affrontino da diversi lati. Io sono una, e sono brava solo con le parole. Loro sono un bel po', e sanno fare tante cose. Insieme ce la caviamo abbastanza da sopravvivere ai nostri mondi.
i personaggi maschili sono quelli più problematici: luk finirebbe facilmente sotto le scarpe di una folla di femministe/i e in fondo un po' succederebbe la stessa cosa anche a key, per quanto le sue intenzioni siano un po' migliori. perché hai deciso di raccontare questo tipo di personaggi maschili?
► Premetto - rispondendo un po' anche alla prossima domanda - che per me non esistono personaggi maschili o femminili, ma persone. Racconto la storia di quattro persone molto diverse tra loro, ma a volte simili in caratteri inaspettati, che vivono nello stesso posto e durante gli stessi eventi storici. 
Credo che questo discorso binario possa valere solo per Key, perché solo lui viene da una cultura che lo considera maschio prima che persona, e pretende da lui certi comportamenti. Per Luk non è lo stesso: lui vive in un contesto culturale diverso. Però l'esperienza privata di Luk è opposta a quella di Key: per Luk l'uomo è colui che non onora le responsabilità prese da adulto, entra in casa quando vuole, ruba e picchia. Per lui credo che il maschio umano adulto rappresenti il problema numero uno, e infatti difficilmente lo vedrete avere un rapporto maturo ed equilibrato con un altro uomo. Come questo sia relazionato a quello che gli passa per la testa, non so spiegarlo bene: indubbiamente il mix di mancata genitorialità, mancata scolarizzazione, mancato contesto socio-economico stabile influisce non poco sui suoi comportamenti e sulle sue scelte. Soprattutto, come mi ha fatto notare Eleonora Caruso a Stranimondi 2022, quello che ti succede da giovane - come e quanto vieni ferito - dice molto sul grado di tossicità che scegli di tollerare in un rapporto.
Riguardo a Key, non ho molto da aggiungere: lui è bravissimo a descriversi da sé, anche quando non vorrebbe. Non ho idea del perché le femministe (quali?) dovrebbero avercela con lui, ma so per certo che molti lettori maschi cis etero ce l'hanno con lui a morte. A volte semplicemente odi chi ti ricorda che puoi essere migliore.
in confronto, kam e leila sono personaggi più positivi, sono determinate nel perseguire le loro azioni e meno interessate all'amore rispetto a luk e key: questa sorta di ribaltamento dei luoghi comuni su maschile e femminile è qualcosa di voluto?
► In parte ho risposto sopra, qui aggiungo che difficilmente divido i personaggi in positivi e negativi. Ognunə di loro fa cose molto belle e cose molto brutte. Le cose che fanno Kam e Leila hanno più impatto, perché entrambe hanno più potere, in modi diversi, quindi le loro scelte non ricadono solo sulle persone immediatamente vicine. Credo che la necessità, di certo urgente, di raccontare personaggi femminili al potere possa aver creato un cortocircuito: una storia di potere al femminile non necessariamente è positiva, una donna indipendente, dal carattere deciso, non per forza porterà a conseguenze positive (come ahimè possiamo esperire anche nella nostra realtà quotidiana). Riguardo all'amore: non credo che Kam e Leila siano meno interessate alle relazioni rispetto ai loro colleghi, anzi. Sono entrambe molto dirette nel manifestare chi vogliono e come. Di certo non sono persone romantiche, mentre Luk e Key sicuramente hanno aspettative sull'amore più fantasiose. Rispetto ai ragazzi, entrambe sono semplicemente più riservate sull'argomento, secondo me. Mentre Key e Luk tendono a condividere con il lettore le proprie pene d'amore, loro due le tengono per sé, tendono a manifestarle direttamente con i fatti.
key - fonte: rinofurioso@instagram

nei libri si alternano le voci dei protagonisti, com'è stato per te cambiare ogni volta registro?
► Facile, perché li sento parlare. Trascrivo quello che dicono, il loro modo di parlare naturale, e poi cerco di sistemarlo in una struttura narrativa coerente e in un italiano decente. È più un lavoro di traduzione e redazione che autoriale.
il mondo che hai immaginato è vastissimo e sarebbe splendido poterlo visitare nella sua interezza. qualche tempo fa ho letto il tuo racconto “la regina del fuoco”, apparso su nazione indiana [che hai citato qualche riga più su] (e mi è piaciuto tantissimo!). continuerai ad ampliare le nostre conoscenze de la dorsale anche oltre questa trilogia?
► Poco ma sicuro: sono ossessionata da questo mondo, che per quanto piccolo e per certi versi inospitale è il mio posto preferito. Ci sono tanti altri personaggi di cui vorrei parlare, perché non ho avuto modo di farlo in questa trilogia - già quattro voci, e nel terzo aumentano, sono tante. Anche di altri luoghi, e di altri momenti storici. Mi piace tantissimo anche ripercorrere tradizioni folkloristiche e mitologie, che possono variare da zona a zona - interesse su cui mi spalleggia Key e nessun'altro interno al mondo. Non posso dare tempistiche e argomenti per il futuro, so solo che ci sono diverse persone in fila che attendono di far sentire la propria voce, quindi spero di sì. 
Faccio una piccola anticipazione: a breve uscirà uno spin-off ambientato tra Dorsale 2 e 3. Per ora non posso dire altro.
oltre che averli raccontati in questi libri, hai anche realizzato diversi disegni dei tuoi personaggi, ma se dovessi scegliere un illustratore/illustratrice (o magari un/una fumettista!) delle tue storie, chi sarebbe?
► Sogno altissimo: Terry Moore, Vaughan&Staples, oppure Turconi&Radice.
il tuo stile di scrittura è molto elegante ed essenziale, secondo me dà un valore aggiunto alla storia, però è anche abbastanza distante dallo stile-stereotipo del romanzo fantasy, quello ipermega descrittivo, lungo, a volte anche ridondante. c'è qualche scrittore/scrittrice a cui ti sei ispirata?
► Sì, a Agota Kristof. Ho letto e studiato l'autrice per molto tempo, perché Trilogia della Città di K. è uno dei libri a mio parere più belli mai scritti. Kristof scriveva in una lingua diversa dalla sua lingua madre, e il suo lavoro sullo stile era di continua revisione e sottrazione. Da lei ho imparato la regola del meno è meglio: non perché l'abbia espressamente detta, ma il risultato nei suoi scritti è eclatante.
da quando è uscito il primo romanzo, che tipo di feedback hai ricevuto dai tuoi lettori? (questa domanda è il modo più delicato che trovo per chiederti se sono l'unica che sente l'urgenza di creare un gruppo su cui spettegolare e fare ipotesi sul resto della storia)
► Ho ricevuto recensioni e commenti molto positivi, ma secondo me c'è un bias: è molto difficile che qualcuno non apprezzi il tuo libro e te lo venga a dire in faccia. Chi non lo apprezza di solito lo ignora, dunque non ne vengono commenti. In generale, però, ho avuto un ritorno piacevole su quelle che per me sono le cose più importanti: il mondo è percepibile come reale, i personaggi anche, i lettori si affezionano ed empatizzano con loro. Il mio obiettivo non è quello di ricevere complimenti, ma di portare quel mondo e quelle persone in questo mondo. Quindi se anche voi cominciate a litigare con Kam e Luk, a leggere fiabe con Key e a cercare disperatamente di capire che diavolo sta facendo Leila e perché, siamo nella stessa barca: ed era quello che speravo.
Aggiungo una cosa: un commento che proprio non sopporto è "io non leggo fantasy". Questo tipo di risposta da parte di un lettore non è fastidiosa per me, ma è rivoltare il coltello e infilzarcisi da soli. Se non leggi fantasy non leggi neanche Dante, non leggi Ariosto, non leggi Basile, non leggi Buzzati, non leggi Calvino, non leggi Pullman, non leggi King, non leggi una montagna di roba davvero bellissima, perché fantasy può essere qualsiasi cosa. Insomma ti rifiuti a priori di esplorare mondi diversi, e questo dice tutto.
il secondo romanzo è appena uscito e sarà difficile resistere fino all'uscita del terzo: c'è qualche anticipazione, anche minuscola!, che puoi darci su quello che ci aspetta (ovviamente, senza fare spoiler – cioè, a me puoi farli, però magari non li pubblico sennò mi bruciano il blog!)?
► Anticipazioni random molto ovvie: come i bambini crescono, gli adulti invecchiano. Qualsiasi conto alla rovescia prima o poi arriva allo zero. Le persone cambiano e non sempre hanno voglia di continuare a raccontare: in questi casi, ce ne sono altre prontissime a farlo.
Spoiler without context: foglie gialle, un cappotto, una mela.
ultimissima domanda! hai dei consigli pratici da dare a chi immagina mondi fantastici per riuscire a trasformare quello che c'è nella loro mente in una storia che funzioni così bene?
► Per rispondere a questo tipo di domande tengo corsi di diverse ore, con molta bibliografia, materiali e soprattutto moltissimi esercizi (per esempio: https://scuolaholden.it/come-allevare-un-drago-da-corsa-scrittura-fantastica-belli/). Però cercherò di ridurre al minimo: ci devi passare tantissimo tempo e devi cercare di metterci pochissimo le mani.
ti ringrazio tantissimo della tua compagnia e del tuo tempo ♥ spero di poter tornare prestissimo a parlare de la dorsale!

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