mi fido delle persone che parlano sempre delle loro passioni, dei loro sogni. vedo onestà in loro.
madrid e barcellona, 1981 e 1991, i colori caldi e confortevoli dei ricordi e quelli freddi e tristi del presente. naufraghi gioca tutta la narrazione in un'altalena che fa avanti e indietro per dieci anni, dal primo all'ultimo incontro tra alejandra e julio, salta tutto quello che c'è in mezzo perché lì, in mezzo, loro due non ci sono.
la storia comincia a madrid negli anni '80: una ragazza introversa, innamorata dei libri, che prova a leggere le storie delle persone nei loro volti invece di ascoltarle dalle loro voci. alejandra vive correndo di rifugio in rifugio, che sia camera sua, le pagine di un racconto, una lezione all'università, la caffetteria della sua prima amica in questa città dove è arrivata poco più che bambina e che con il tempo è diventata sua. sola, con una madre con cui non riesce ad avere un vero rapporto e un padre assente, ha solo ramona accanto a lei, ramona e i libri.
ma tutto questo comincia a non bastarle, sente che sta cercando qualcuno, e quel qualcuno sta dall'altra parte delle pagine di una fanzine: una lettrice che sogna il mare perduto della sua infanzia come può non innamorarsi quando incontra lo scrittore che quel mare riesce a portarlo fuori dall'immaginazione, fino alle strade di madrid?
alejandra incontra julio e la loro storia sembra venire fuori dalle pagine di un libro, lei pensa di poterlo leggere proprio come fa con le storie che ama. julio parla con sincerità del suo amore per il mare e le storie e una persona così deve essere per forza qualcuno di cui fidarsi.
alejandra ha trovato un altro rifugio.
ma a barcellona, dieci anni dopo, julio non è uno scrittore, né un marinaio.
e non c'è alejandra con lui.
la sua vita è lontana anni luce dalla poesia dei naufraghi protagonisti delle sue storie, lontana anni luce dai suoi sogni di letterato ai tempi dell'università. la vita ora è l'azienda, il lavoro, una compagna, l'idea dei figli, il freddo tran tran quotidiano che ha tolto ogni legittimità alle fantasie dei vent'anni.
chiunque fosse prima, forse non esiste più, è un'altra persona, vive un'altra vita... almeno fino al momento in cui, per caso, non incontra di nuovo per strada alejandra.
e come era stato dieci anni prima, julio è costretto a fare i conti con i suoi desideri ma soprattutto con la sua capacità di raggiungerli.
naufraghi è la storia nostalgica, triste, dell'amore senza equilibrio, di un non detto che ha cambiato per sempre i colori al mondo e non consente perdono neanche dopo dieci anni.
nonostante qualche dialogo troppo forzatamente poetico e poco realistico, naufraghi è una bella lettura, una storia che ha nella struttura a flashback e nel finale - lieto sì, ma per nulla forzato né prevedibile - il suo punto di forza.
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