è facile prendersi una pausa da ciò che si è davvero, quando si sta in vacanza, ma poi basta ritornare a casa per ricominciare a farci i conti, sai?
troppo facile amarti in vacanza si apre con un paesaggio bellissimo: il colosseo, e poi tutta roma, senza un'anima viva per strada, solo alberi e cespugli e erba e rampicanti che si riprendono la città, pronti a trasformarla in una nuova angkor.
sembrerebbe uno scenario idilliaco ma la quasi totale assenza di esseri umani dà il primo allarme: dove sono finiti tutti? e perché?
ad aiutarci a rispondere alle nostre domande sarà linda, una ragazza che, insieme al suo cane, follia, sta per iniziare un viaggio senza ritorno per arrivare più lontana possibile da quel paese che non sente più proprio.
seguiamo linda e follia dal momento in cui lasciano casa nel loro viaggio verso nord, oltre i confini, viaggio nel quale incontreranno personaggi caricaturali, grotteschi, quasi assurdi, metafore incarnate di tutto quello che ha reso il paese l'orrore da cui linda vuole fuggire.
l'apocalisse è in atto ma non ci sono catastrofi naturali, alieni i zombie. è tutto molto peggio: nel futuro prossimo immaginato da giacomo bevilacqua la destra più estrema, bigotta e becera ha preso il potere e ha autorizzato - sulla falsa riga del famoso quindicesimo articolo della costituzione congolese («débrouillez-vous!») - chiunque ad agire secondo il proprio interesse, a chiudersi dentro casa, ad avere terrore del diverso e odio verso chiunque si possa definire altro.
sui muri delle varie città uno sconcertante faccione biondo e sorridente ripete «difendi il tuo orto», «procrea oggi», «diverso perverso» e «dio e famiglia» perché nemmeno per un qualche tipo di patriottismo è rimasto spazio, come se persino quello fosse un concetto troppo complicato da comprendere e un'idea troppo difficile da gestire per i politicanti di turno. che nessuna forma di riconoscimento sociale possa esserci, nessun gruppo, nessuna comunità, che nessuno possa pensare a qualcosa di più che al proprio - pardon - culo, perché più sei solo, chiuso in te stesso, più e facile controllarti e manipolarti, più è semplice tirare fuori da ognuno il peggio di sé.
il biglietto che linda lascia sulla porta di casa prima di partire |
al viaggio di linda, che mi ha un po' ricordato quello del piccolo principe e i suoi strani incontri sui vari pianeti prima del suo arrivo sulla terra, si alternano i racconti di amar, le storie su sua madre e sulla sua infanzia.
amar vuol dire tranquillità ma in realtà lui, le sue parole, sono l'unico faro di speranza in mezzo a questo oceano di squallore e crudeltà.
se linda è lo sguardo arrabbiato, troppo stanco per continuare a sopportare tutto quello che non va e che continua a circondarla, lo sguardo di chi non trova altra soluzione se non lasciarsi tutto alle spalle e cercare una nuova vita altrove, amar è la speranza, la fede di chi crede che con il proprio impegno sia possibile - e necessario - migliorare il mondo in cui si vive.
è solo dall'incontro di tutti e due però che si può ottenere qualcosa: non basta essere arrabbiati e non basta avere buone intenzioni, serve che rabbia e speranza si fondano insieme per poter ottenere qualcosa di costruttivo, per poter distruggere quello che non va e ricostruire qualcosa di nuovo sopra le macerie.
quando il viaggio di linda è costretto a trasformarsi in una vacanza, è lui a insegnarle il senso vero dell'allontanamento: lasciarsi indietro le brutture quotidiane e quello in cui ci trasformano per mettersi a cercare altrove e dentro se stessi "le ragioni per tornare".
Ho trovato le tavole bellissime <3 e anche la storia è molto profonda e coinvolgente <3
RispondiEliminaBuone letture!
sì, giacomo è proprio bravo ♥
Eliminabuone letture anche a te!