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giovedì 4 marzo 2021

nonostante tutto

«che dio abbia pietà di me! dicevi sul serio, mi vuoi baciare! e cosa succederà, dopo questo bacio?»
«non ne ho la minima idea…»

ho aspettato tanto prima di scrivere qualcosa su nonostante tutto di jordi lafebre, ho dovuto metabolizzare per bene quello che mi aveva lasciato dentro, cercare di svolgere la matassa di pensieri e sensazioni e provare a dare un senso a tutto.

*attenzione! post semipolemico e probabilmente molto lontano da quello che avreste voluto leggere*

ancora una volta, il problema tra me e questo libro sono state le premesse: una storia d'amore. una storia d'amore nonostante tutto. la parte romantica di me, quella che adora le storie d'amore (soprattutto quelle nonostante tutto!) non vedeva l'ora di tuffarsi tra le pagine, di leggere di zeno e ana, di scoprire, seguendo l'ordine a rovescio che lafebre ha dato ai capitoli, il cuore di questa storia, il punto in cui il sasso aveva colpito l'acqua e aveva lasciato propagare le onde per quasi quarant'anni. cosa mi aspettavo? credevo che avrei letto una storia in cui due innamorati fanno qualsiasi cosa per stare insieme, immaginavo di leggere un continuo cercarsi e inseguirsi e provavo a capire cosa era il tutto che si doveva riuscire a sconfiggere, superare o semplicemente mettere da parte per poter essere felici.


ecco, ora forse la parte romantica di me occupa troppo spazio o è semplicemente troppo ingenua, ma non mi sarei mai aspettata una storia come questa, una storia d'amore in cui sono gli innamorati stessi a mettersi il bastone tra le ruote, ad allontanarsi, a chiudere a chiave desideri ed emozioni e dedicarsi a tutto tranne che alla persona che amano.
dal loro primo incontro non hanno fatto che pensare uno all'altra, poi però hanno immaginato che ogni essere umano ha un percorso già tracciato, ben chiaro, che parte proprio davanti la punta dei propri piedi e non intende cedere di un solo centimetro: come far combaciare la strada di un uomo che vive di sogni e di orizzonti sconfinati e quella di una donna pragmatica in cerca di sicurezze?
potevano esserci tantissime risposte a questa domanda, ma ana e zeno hanno scelto la più facile e immediata: impossibile.

lei ha scelto un marito dolce e responsabile, una famiglia come tutte, un lavoro sicuro, lui si è lasciato trasportare tra le onde, ha conosciuto tante donne quanti paesaggi, ha continuato tutta la vita a dividersi tra il lavoro di libraio, quello di marinaio e il suo dottorato all'università.
nel frattempo si sono sentiti, scritti, pensati, si sono raccontati le loro vite giorno per giorno, ma non hanno mai provato a stare insieme, ad affrontare la quotidianità, le piccolezze della vita, i problemi, la realtà, tutte quelle cose che fanno di una vita insieme una vera vita insieme, forse meno romantica delle lettere in bottiglia e delle telefonate segrete, ma più coraggiosa, una vita realmente nonostante tutto.
chi è stato accanto a loro, che sia stato per poco tempo o per tutta la vita, ha dovuto subire impotente il ruolo di secondo posto, con l'amara rassegnazione di chi - forse stavolta davvero - ama nonostante tutto.


quello che zeno e ana forse hanno amato più di ogni altra cosa, sono state le loro vite e tutto ciò che ne ha fatto parte: per ana non c'è stato nulla di più importante della sua famiglia e della sua carriera di sindaco, per zeno nulla che potesse mettere un freno al suo vagabondare. e sarebbe bastato questo: cosa c'è di più bello che avere le idee chiare su come si vuole vivere e rimanere coerenti con se stessi? cosa dovrebbe renderci più felici se non scegliere giorno dopo giorno come trascorrere il nostro tempo?
non ci sarebbe stato nulla di più perfetto delle storie di ana e zeno se entrambi non le avessero avvelenate col fantasma di una mancanza pluridecennale, con un amore che nessuno dei due aveva il coraggio di rendere tangibile e reale, quell'amore che doveva essere il protagonista della vicenda e invece suona come l'elemento sbagliato dalla prima all'ultima pagina. (ok lo so, vado contro la quasi totalità dei commenti scritti su questo fumetto, giuro che ho provato a vederci quello che ci hanno trovato quasi tutti ma proprio non ci riesco...)

nonostante io abbia detestato i due protagonisti e le loro scelte per tutta la durata della storia, non posso che apprezzare il lavoro di jordi lafebre: disegni, regia, sceneggiatura, tutto è magistrale, e la scelta di raccontare dal presente al passato è perfetta per dare un taglio particolare al tono quotidiano della vicenda. spero di rileggerlo presto alle prese con altri personaggi e altre storie perché credo che sia il tipo di autore in grado di riempire di carattere e poesia ogni racconto.
semplicemente io, zeno e ana non ci siamo piaciuti. nonostante tutto.

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