si potrebbe verificare che a nessuna principessa sia mai stato chiesto se voleva essere salvata e portata via da un massacratore di draghi, verso un destino (senza dubbio) peggiore della morte.
c'era una volta un re, e insieme al re c'erano una regina e una piccola principessa.
la principessa, come tutte le principesse, avrebbe aspettato di raggiungere l'età da marito e poi avrebbe sposato un principe e sarebbero vissuti insieme per sempre felici e contenti.
e la storia sarebbe finita così.
però, alla prematura morte della regina, il re decide di risposarsi, e - da brava matrigna cattiva - la nuova consorte decide che la principessina deve sparire.
il re, a cui della figlia importa in fondo poco, accontenta la nuova regina e decide di sbarazzarsi della piccola.
venendo a conoscenza delle intenzioni del poco amorevole regale genitore, la balia, esperta di magia e capace di trasformarsi in un'orsa, decide di portare via la piccola dal castello, e di crescerla tra gli orsi, lontana dalla crudeltà degli umani.
comincia così il viaggio di halla, scritto da naomi mitchison, pubblicato per la prima volta nel 1952 e giunto in italia solo da qualche mese, una storia che non dimostra affatto i suoi quasi settant'anni, capace di affascinare come una fiaba antica ma di stupire per la sua modernità nello stravolgere i topoi del genere, sovvertendo i più classici luoghi comuni e il rassicurante buon senso.
all'arrivo del primo inverno gli orsi capiscono che halla non può sopravvivere al letargo, così come loro non possono rinunciarvi, per questo viene affidata ai draghi, cresce con loro e diventa una di loro: immune al fuoco, affascinata dai tesori, piena di odio e disprezzo per gli eroi, stupidi e crudeli, che senza alcuna ragione uccidono i draghi e sperperano le loro ricchezze.
il giorno in cui, proprio per colpa degli eroi, halla perde la sua famiglia di draghi, viene posta da odino in persona davanti a una scelta: continuare a vivere come un drago, accumulando tesori al buio di una caverna, o viaggiare, per scoprire il mondo e se stessa.
viaggia leggera.
questo è il consiglio di odino a halla.
sicuramente viaggiava leggera naomi mitchison che settant'anni fa, ben prima del femminismo 2.0, prima dei movimenti degli anni '70 e '80, prima che l'ecologismo divenisse una moda, faceva nascere dalla sua penna una bambina che se si era alleggerita da qualcosa, quel qualcosa erano le imposizioni sociali che avrebbero deciso per lei - in quanto femmina e in quanto nobile - cosa avrebbe dovuto fare della sua vita, come avrebbe dovuto agire, come pensare, cosa desiderare.
libera e selvaggia come un'orsa, potente come un drago, halla scardina con poche, semplici parole concetti che sembrerebbero inscalfibili: così eroi e mostri invertono i loro ruoli, crudeli e insensati i primi, vittime innocenti i secondi; così gli esseri umani si mostrano come sovvertitori dell'ordine naturale delle cose, prepotenti verso chiunque altro, pensano di fare giustizia uccidendo chi mangia le loro pecore (non lo fanno forse anche loro?); così la nobiltà di un re svanisce davanti all'idea di lasciare morire una bambina e un'umile balia rischia tutto per salvarla.
i principi e gli eroi credono che le principesse non desiderino che essere salvate e diventare loro spose, ma se invece preferissero persino la morte? più volte mitchison allude alle violenze e ai soprusi che le donne - ricche o povere, nobili o umili che siano - subiscono per mano degli uomini, senza distinzioni tra principi e predoni. e che differenza c'è tra una prigioniera di guerra, data in sposa a uno dei nemici, e una principessa costretta a passare la vita con qualcuno solo perché ha ucciso un drago?
halla stessa, cresciuta come orsa e come drago, lontana dai racconti di romantici incontri e matrimoni eterni, sceglie per sé un destino diverso, perché una ragazza può decidere di viaggiare per il mondo, conoscere gli altri, capire se stessa ed essere libera di diventare quello che vuole.
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