mercoledì 30 dicembre 2020

dororo

oh quarantotto demoni, ascoltate la mia preghiera!
voglio possedere tutto ciò che è sotto il cielo! datemi la forza per conquistare tutto il giappone e in cambio vi darò qualunque cosa! cosa desiderate? denaro? un sacrificio umano? uh? un topolino? significa che volete mio figlio?
benissimo! vi donerò il mio nascituro! occhi, orecchie, bocca, mani... ognuno di voi quarantotto potrà prendersi una parte del corpo di mio figlio, accettate?

uno dei più grandi rimpianti che ho è di aver letto pochissime opere di osamu tezuka, uno dei buoni propositi del 2021 è rimediare a questa mancanza ma intanto per natale mi sono fatta regalare questo megavolumone che raccoglie i quattro volumi di dororo. nonostante la mia profonda antipatia per goen (non riesco ancora a perdonargli di aver comprato i diritti di himitsu soltanto per interromperlo al quarto volume) devo ammettere che è una gran bella edizione a un prezzo abbastanza abbordabile.

la storia è probabilmente nota a tutti, so che sono stati fatti un sacco di remake, trasposizioni animate, live action e blabla, ma volevo comunque scrivere due righe nel caso qualcuno fino ad adesso se lo fosse perso come me.

ancora prima di venire al mondo, il primogenito di un avido e arrogante daimyo viene sacrificato a quarantotto demoni che alla sua nascita prendono altrettante parti del suo corpo.
nonostante tutto, il bambino nasce vivo e il padre decide di abbandonarlo dentro una cesta in balia della corrente del fiume.
sopravvissuto persino a questo, il neonato viene trovato da un medico che si rende presto conto degli incredibili poteri mentali di questa creatura deforme, lo cresce come fosse suo figlio e gli costruisce delle protesi per dargli una vita il più normale possibile, stupito delle grandissime capacità del bambino che, nonostante sia sordo e cieco, riesce velocemente a imparare a muoversi come chiunque altro, e a comunicare telepaticamente. ma pochi anni dopo il medico si accorge che il bambino attira ogni sorta di spettri e demoni: impara presto a combattere nonostante tutte le sue limitazioni e lascia la sua casa, con il nuovo nome di hyakkimaru.
uno spettro gli rivela che per riavere le parti mancanti del suo corpo deve uccidere i quarantotto demoni che se ne sono impossessati e così hyakkimaru diventa una sorta di ronin, un guerriero errante senza padrone che ha solo lo scopo di recuperare la propria umanità.
presto, in uno dei suoi viaggi incontra dororo, un bambino orfano e vagabondo che per vivere rubacchia dove può, facendosi beccare e picchiare nonostante si vanti di essere il più grande ladro di sempre.
i due diventano in qualche modo amici e iniziano così il loro viaggio insieme in un giappone oppresso dalla prepotenza dei samurai e dei feudatari e dalla violenza della guerra.


nonostante la struttura episodica, (incontro-scontro con il demone o il cattivo di turno poi si riprende il viaggio) dororo ha una trama molto articolata e ben organizzata che ci permette di conoscere meglio i due protagonisti, il passato di dororo, i desideri e le paure di hyakkimaru che, a differenza di quello che succede di solito in questo tipo di storie, più demoni sconfigge, più parti del suo vero corpo recupera e più diventa debole, perdendo poco alla volta i poteri che lo avevano aiutato durante l'infanzia.

anche se si tratta di un'opera per un pubblico giovane, tezuka non risparmia momenti di riflessione importanti: hyakkimaru e dororo, nonostante il primo abbia un corpo tremendamente mutilato e il secondo sia solo un povero ladruncolo orfano disprezzato da tutti, ribadiscono più volte la loro dignità di esseri umani e la loro voglia di vivere e superare gli ostacoli senza lasciarsi abbattere, attraverso i loro occhi tezuka ci mostra gli orrori della guerra, combattuta dagli eserciti e dai grandi signori ma di cui ne fa le spese soprattutto la povera gente comune e - cosa rara nella narrazione tipica del giappone feudale - ci fa vedere i samurai finalmente sotto una luce diversa, li spoglia di ogni presunto eroismo e li mostra come uomini arroganti, violenti e spietati, pronti a tutto pur di compiacere i loro padroni.

dororo è un manga che sa mischiare momenti comici e altri altamente drammatici, cliché prevedibilissimi (anche se bisogna sempre tenere in conto che si tratta di un'opera che ha più di quarant'anni) e colpi di scena inaspettati, scene di violenza e altre di grande dolcezza, delle poche serie che ho letto di tezuka sicuramente quella che mi ha appassionata di più e che, nonostante un finale troppo frettoloso, ricorderò con più piacere.

2 commenti:

  1. Sembra davvero un manga che varrebbe la pena di leggere nonostante lo stile illustrativo molto scarno. Grazie per la recensione!

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    1. ciao linda! beh, lo stile è sicuramente un po' datato ma non credo lo definirei scarno... sicuramente è molto diverso da quello dei manga più moderni ^^
      la storia è bellissima, spero riuscirai a leggerlo presto e che ti piaccia!

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