Pagine

lunedì 21 dicembre 2020

an invitation from a crab

alcune volte, quando si riflette su qualcosa, succede che vengano in mente all'improvviso cose  strane di cui non si comprendono bene le ragioni, la causa o l'origine. mentre dormiamo, poi, capita spesso di fare sogni incoerenti. se hanno un bel significato, magari li consideriamo dei segni d'ispirazione, ma in genere non hanno un senso particolare.
in ogni caso, si tratta spesso di cose che non hanno molto a che fare con la vita reale (di quelle che ci coinvolgono direttamente in genere comprendiamo le ragioni) e quindi finiscono in qualche modo per svanire dalla memoria senza che si trovi una spiegazione convincente.
questo mi sembra un po' uno spreco, perciò cerco di non dimenticarle e provo a spiegarle. ogni volta che mi imbatto in cose misteriose, rifletto sulla loro vera natura, ma finisco sempre per capirle ancora meno e per farmi venire in mente idee assurde. comunque, nonostante ciò, ho la sensazione che una parte di me si diletti con certi pensieri incoerenti.

la lunga citazione che ho riportato all'inizio del post è tratta dal brano che conclude an invitation from a crab, la prima raccolta di storie di una serie che raccoglierà i lavori di panpanya e che continuerà a essere pubblicata da star comics nel corso del 2021 e 2022 (da aprile al ritmo di un volume ogni quattro mesi), una citazione lunga ma che credo riassuma al meglio l'atmosfera di tutto il volume.
leggendo an invitation from a crab ho capito che ho usato troppo spesso il termine onirico a sproposito. in effetti buona parte dei sogni, almeno di quelli che faccio io, più che essere immaginifici o surreali sono semplicemente un susseguirsi di situazioni assurde, illogiche e incoerenti.
ed è nella loro illogicità e incoerenza che sta l'aspetto più affascinante in fondo. questo volume di panpanya mi ha dato quella stessa sensazione di stordimento che mi resta quando mi sveglio subito dopo un sogno strano, uno di quelli in cui succedono cose insensate e in cui le mie reazioni agli eventi che vivo nel sogno sono così illogiche che poi mi chiedo perché diamine mi sono comportata così, a volte è tutto così assurdo che mi sento quasi in colpa.
le storie di questo volume sono qualcosa di appena un po' meno incoerente di un sogno, come un sogno sono stranianti e assurde e, come se ci fosse appena svegliati da un sogno, dopo la lettura si tende a dimenticare l'esatta successione degli eventi già dopo pochi secondi, resta solo la sensazione di disorientamento, quella sorta di ossessione per cui si cerca di capire il perché di qualcosa che sfugge a ogni possibile spiegazione.


protagonista delle diciotto storie di questo volumetto è una ragazzina di cui non conosciamo il nome né l'età, la cui identità sembra cambiare di volta in volta: in alcune storie è una bambina alle prese con giocattoli assurdi, in altre una ragazza che lavora part-time in una fabbrica che produce energia elettrica, in altre occasioni una studentessa alle prese con i compiti. che stia inseguendo un granchio per qualche motivo perso per le strade della città, che si ritrovi a scendere a una stazione della metropolitana a cui non aveva mai fatto caso prima o a raggiungere l'amazzonia per riportare a casa uno strano animale esotico, le avventure che vive hanno tutte la stessa atmosfera straniante e irreale.

accanto a lei anche gli altri personaggi hanno fattezze assurde: animali antropomorfi appena abbozzati o adulti le cui facce sono nascoste da strane maschere o scatole di cartone, emblema di un mondo misterioso e incomprensibile a cui si contrappone la visione infantile e curiosa della protagonista, sempre pronta a scoprire, nei suoi vagabondaggi, qualcosa di nuovo e insolito.


a rendere ancora più surreale l'atmosfera è il contrasto tra i fondali e gli ambienti, disegnati con uno stile realistico e attento ai dettagli, e lo stile dei personaggi, molto semplice e quasi abbozzato.

tra i racconti a fumetti ci sono alcune pagine a metà tra racconto breve e appunti di diario, riflessioni su argomenti svariati che personalmente ho apprezzato tantissimo, sopratutto quello finale (che infatti ho riportato all'inizio del post).


questo primo volume basta per capire quanto panpanya sia capace di realizzare opere diverse dai manga più mainstream a cui siamo decisamente più abituati, una lettura che non fa certo gridare al capolavoro ma che è stata comunque molto interessante (il racconto della fermata della metropolitana è probabilmente il migliore, squisitamente inquietante). sono curiosa di conoscere meglio questo autore e spero che prima o poi, accanto ai racconti brevi, provi a misurarsi con una narrazione più ampia.
e poi sono contenta della scelta di star comics di portare opere un po' più underground senza per forza stamparle in volumoni giganteschi a prezzi improponibili (qualsiasi riferimento a dynit è assolutamente voluto), spero che oltre a quelle di panpanya arrivino le opere di qualche altro autore capace di smontare un po' gli stereotipi che da anni continuiamo - anche, e forse sopratutto, noi lettori di vecchia data - ad avere sui fumetti orientali.

Nessun commento:

Posta un commento