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lunedì 23 marzo 2020

swan vol. 1 ~ il bevitore di assenzio

parigi, 1859. la capitale è un vecchio drago addormentato che aspetta solo una scintilla per svegliarsi.
e quella scintilla saremo noi: i giovani artisti!

appena giunti da new york a parigi swan e il fratello scottie non vedono l'ora di realizzare il sogno che li ha spinti ad attraversare l'oceano e raggiungere la capitale francese: affermarsi come pittori, diventare degli artisti nella città delle arti per eccellenze, quella parigi gravida di talenti e di geni in cui cova il germe di una rivoluzione artistica che stravolgerà il mondo culturale occidentale come è stato fino ad allora.
per scottie non è troppo difficile: è un uomo e, nonostante la necessità di superare un test d'ingresso, è praticamente sicuro che riesca a farsi ammettere alle belle arti, ma per la sorella il futuro sembra altrettanto certo ma sicuramente meno roseo.
tua sorella non è cambiata, scott. sempre così eccentrica. devi sorvegliarla: ora è una donna. al ritmo con cui vanno le cose, presto ci saranno "loro" al nostro posto a fumare qui sul balcone.
il rapporto tra i due fratelli si rivela presto molto meno idilliaco di quello che sembrava all'inizio, così come quello con il cugino edgar degas, ma questo è forse l'aspetto meno preoccupante per swan: giunta a parigi, pronta a mostrare il suo talento, si vede ridere in faccia se solo prova a nominare l'accademia e già dalla prima visita al louvre, oltre a lasciarsi travolgere dalla spaventosa quantità di opere che la circondano, si accorge della tremenda concorrenza tra cui dovrà emergere: le sale sono gremite di copisti, più o meno talentuosi, più o meno noti.
la nascita di venere, cabanel, 1863
svantaggiata perché donna, impossibilitata ad accedere a una vera scuola dove migliorare il proprio talento, senza alcun sostegno da parte del fratello, swan vede poco per volta crollare le sue illusioni romantiche e ingenue sull'arte e sopratutto sugli artisti, sopratutto dopo l'incontro con cabanel, il maestro adorato per tutta la vita, da cui si vede trattata con scherno e disprezzo, che si rivela in breve un uomo gretto, violento e volgare.

senza avvertire davvero la potenza di ciò che sta per compiersi, swan si ritrova davanti i protagonisti di quella che - pochi anni dopo, al primo salon des refusés - sarà l'inizio della rivoluzione impressionista.
i romani della decadenza, couture, 1847

primo tra tutti, e forse tra i personaggi principali degli anni a venire, édouard manet, che nel 1859 proponeva per il salon, sapendo già di venire rifiutato, il bevitore di assenzio, l'opera che ritraeva un noto straccivendolo frequentatore del louvre e alcolizzato e che era una sfida aperta nei confronti di couture - che quell'anno era a capo della giuria del salon - per il quale moltissimi stavano cercando di portare a termine grandi opere di carattere storico, da lui molto amate.

la forza di questo primo volume di néjib sta nel gioco tra queste due opposizioni: la vicenda personale di swan (personaggio fittizio, in cui vagamente - più che altro per il suo legame con manet - si può intravedere l'ombra di berthe morisot) che si snoda in un momento storico delicatissimo per il mondo dell'arte e, attraverso il suo sguardo - giustamente - confuso e disorientato, allo scontro tra arte ufficiale - le belle arti del salon, quelle nobili, tradizionali, di soggetti altissimi e di altrettanto altissimi livelli tecnici e compositivi - e il nuovo sdegno dei giovani artisti, desiderosi di rovesciare i grandi maestri dai loro piedistalli e di portare al salon un'arte nuova, libera dalle convenzioni e dalle abitudini.


il bevitore di assenzio, manet, 1859
tra i tanti, proprio manet sembra inserirsi nella storia di néjib a gamba tesa, proponendosi come l'icona stesso del vacillare del gusto artistico del periodo prima del grande salto (lo si vedrà sicuramente, come lascia intendere la nota a fine del volume che preannuncia il titolo del prossimo capitolo - il cantante spagnolo - trionfare dopo pochi anni allo stesso salon che tanto disprezzava e che fu per lui sempre motivo di sprezzo e desiderio) e come cerniera tra il vecchio e il nuovo, precursore degli impressionisti di cui non fece mai veramente parte e troppo innamorato dei maestri del passato per poter troncare nettamente con i loro insegnamenti.
il vostro vecchio genio è un fallito! pensava di smantellare l'accademia, ma non c'è riuscito! perché? perché è gretto quanto loro! mi ha assillato con i suoi tic, le sue convenzioni di merda! guardate qua! sono ancora ossessionato dai suoi trucchi da esecutore! non potete immaginare quanta fatica io stia facendo per liberarmene!
l'ira di manet, il suo sdegno per un mondo fossilizzato e ricurvo su se stesso, incapace di imparare dal passato per gettarsi finalmente con entusiasmo verso il futuro, e forse anche per se stesso, per il suo non riuscire a smettere di inseguire il salon e l'approvazione pubblica, turbano swan forse più di quanto non riesca a fare lo stesso cabanel e - a questo punto spero! - sarà questo, insieme alla sua rivincita come donna in un ambiente gretto e maschilista, il motore del prossimo volume della storia.

dopo stupor mundi néjib torna a costringere il suo pubblico a leggere almeno due volte le sue pagine: la prima preso dalla trama, appassionato alle vicende dei personaggi, con la fretta di arrivare alla fine, di conoscere tutto; la seconda per la voglia di soffermarsi sui dettagli, ricercare nomi, conoscere le storie, calarsi meglio nell'atmosfera e riflettere sulle tante contraddizioni che si avvicendano sulla scena.

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