cercare la vita nella valle desolata oltre la nostra diga va oltre tutto ciò che mi era stato insegnato sul mondo.che sorpresa è stata trovare una diga uguale a quella che avevamo a casa. ma più grande.ora la mia unica preoccupazione è tornare a casa prima dell'arrivo della prossima onda.
è passato quasi un anno per noi lettori da quando abbiamo lasciato maiale, volpe e hippo nelle lande desolate oltre la diga, ma per loro è trascorso appena qualche giorno, poche ore in cui tutte le certezze che avevano si sono sgretolate come un mucchietto di polvere colpito da una folata di vento: avevano imparato che fuori dalla valle dell'aurora, ben protetta dalla diga di cui si occupa maiale da quando suo papà è scomparso, non c'è altro che morte, invece adesso scoprono che esistono altre città, anche loro protette da dighe, e che persino nella foresta è possibile sopravvivere.
questo secondo volume de il guardiano della diga è un vero e proprio segmento di congiunzione tra l'inizio della storia (qui trovate il post in cui ne avevo parlato l'anno scorso) e la sua conclusione, che speriamo arrivi presto.
è difficile parlarne senza fare spoiler perché gli interrogativi che si erano presentati nel primo volume prendono sempre più forma e suggeriscono poche intuizioni e aggiungono moltissime nuove domande: cos'è la nebbia da cui gli abitanti della valle dell'aurora e, adesso sappiamo, delle altre città devono difendersi? da dove si è generata? perché maiale e i suoi concittadini non sapevano dell'esistenza delle altre città? dov'è finito il papà di maiale? e sopratutto perché solo suo figlio riesce a vederlo a volte di sfuggita, con l'aspetto di un ombra minacciosa, sia in mezzo alla folla sia nella solitudine della foresta, mentre nessun altro sembra accorgersi di lui?
intanto maiale e i suoi amici si trovano costretti ad affrontare un lungo viaggio per tornare alla valle dell'aurora, passando attraverso una città gigantesca - la cui diga è automatizzata - cercando di raggiungere la barca di van, la rana stramba che hanno incontrato fuori dalla loro valle, e di sopravvivere ai mille imprevisti che si parano davanti a loro, sopratutto alla comunità delle talpe e al loro strano dio talpa che ha un aspetto stranamente familiare...
ho una voglia immensa di leggere il prossimo volume e di sapere come andrà a finire questa avventura!
"che cosa è successo?" chiese mai con timore.la mamma fece un profondo sospiro."la strega dell'ovest... è stata male. non c'è più niente da fare".all'improvviso, tutti i suoni e i colori sparirono dal mondo di mai. le sembrò di sentire il ronzio del sangue che scorreva nelle vene.a poco a poco i suoni e i colori perduti cominciarono a tornare, ma adesso erano diversi. non sarebbero mai più stati come prima.
un'estate con la strega dell'ovest è stato tra i libri più instagrammati dell'estate ma, oltre a essere un ottimo modello per le foto, è stato anche (scusate lo stupore che fa tanto luogo comune, di solito evito i libri di moda, ma questo mi sembrava diverso dalle scemenze da grandi incassi e poca sostanza e avevo pienamente ragione) una bella lettura.
anche se il titolo potrebbe suggerire un'ambientazione fantasy, si tratta in realtà di un racconto di formazione che ha per protagonista una normalissima bambina, mai. del normalissimo pianeta terra.
la strega dell'ovest è il nomignolo con cui mai e sua mamma chiamano la nonna, una formidabile vecchietta che vive in campagna, in una casetta immersa nella natura.
alla notizia della morte della nonna, i ricordi di mai vanno indietro all'estate precedente, quando, dato che si rifiutava di tornare a scuola - non è totalmente esplicito ma si intuisce che doveva essere vittima delle bullette della classe - i genitori la lasciano per un periodo in compagnia della nonna.
quelli che mai ricorda sono mesi felici in cui la nonna, con la sua immensa saggezza che sembra derivare da poteri magici, che le valgono il soprannome di strega, insegna alla ragazzina il ritmo della vita: dalla crescita delle piante ai segreti della buona cucina di campagna fino a una sorta di autodisciplina che mai imparerà dai piccoli lavoretti domestici necessari per mandare avanti la casetta, dallo studio, dalla cura per ciò che la circonda.
si tiene impegnata ma senza fatica, lasciando che i suoi nuovi doveri scandiscano il ritmo delle giornate, aiutandola a mettere ordine nei suoi pensieri e a ritagliarsi un giardino non solo in un angolo del bosco, ma anche dentro se stessa.
nonostante non possa dire di aver letto chissà quanti romanzi di autori giapponesi, anche qui ho trovato quella semplicità stilistica che ha fatto famosi autori come banana yoshimoto o haruki murakami. kaho nashiki non punta a stupire né a scrivere frasi immortali, ma il suo breve romanzo sa regalare serenità e pace, proprio come se ci trovassimo anche noi in quella casetta in campagna, accanto ai boschi, ai fiori che crescono in anfratti nascosti, ai cespugli di fragole e all'allegro fracasso di un pollaio.
nell'edizione italiana sono inclusi tre brevi racconti collegati a quello principale che arricchiscono il mondo di mai e della sua famiglia e che rendono un po' meno malinconico il finale della sua storia.
«devono per forza essere giovanissime?»
«così dicono i tecnici dell'ente... più giovani sono, meglio è, sia per la ricostruzione del corpo che per l'azione dei farmaci per il lavaggio del cervello.»
ragazzine appena adolescenti che sono in realtà delle spietate e (quasi) imbattibili killer.
ecco, se volessimo riassumere in una sola frase gunslinger girl basterebbe dire questo.
probabilmente molti di voi lo conoscono già, per cui sarebbe superfluo parlare della trama, sopratutto perché questa di planet manga è - correggetemi se sbaglio - la terza edizione italiana. e speriamo sia la volta buona che si riesca a leggere la storia per intero.
i primi due numeri sono usciti la prima volta in italia nel 2004 grazie a shin vision, e la serializzazione era ripresa e continuata poi dal 2007 con l'edizione d/visual, che si era però interrotta a cinque volumi dalla conclusione.
adesso planet manga ci riprova e io ne ho approfittato, con la speranza questa volta che le cose filino lisce fino al quindicesimo e ultimo volumetto.
la vicenda di rika e delle sue sfortunate compagne si compone sopratutto di momenti altamente drammatici: la loro storia, ambientata in italia, è gestita da un non meglio precisato ente che recupera ragazzine fisicamente distrutte (vittime di malattie o di abusi), le dota di corpi in buona parte artificiali e le affianca a giovani uomini per risolvere questioni particolarmente delicate a suon di proiettili. oltre all'aspetto action della trama (sangue a fiumi, manco a dirlo) i punti di forza della storia sono le questioni etiche che il trattamento di queste ragazzine solleva - perché sì, vengono usate come killer, ma sono in qualche modo salvate da un destino tremendo e totalmente immeritato, e il loro doloroso passato, i loro traumi, gli abusi subiti eccetera vengono completamente rimossi - e le storie personali di ognuna di loro, con tutti i drammi adolescenziali del caso.
lo stile dei disegni, pulito e semplice, mette ancora di più l'accento sul rapporto stridente tra la tenerezza di queste poco più che bambine, con i loro occhioni grandi e dolci, le gonnelline e i fiocchetti ai capelli, la loro - nonostante tutto - ingenuità e le armi e gli intrighi in cui si ritrovano invischiate.
ne sentivo parlare da anni e anni e non potevo perdere l'occasione di leggerlo. il primo numero, a metà tra action e slice of life, non mi ha delusa, anzi, non vedo l'ora di recuperare i prossimi.
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