ho vissuto tante vite diverse, più o meno tutte infelici. ogni fallimento era una vita. non erano vite sbagliate. erano tutte praticate con speranza.
ho sempre un rapporto strano con gli autori molto amati, quelli di cui tutti parlano quasi come se fossero degli esseri mitologici: da un lato mi viene la curiosità di capire il perché di tutto questo entusiasmo, dall'altro sono sempre un po' restia a leggere i loro libri, mi fanno antipatia in qualche modo, sopratutto quelli la cui storia personale, il loro personaggio è tenuto in conto quanto - se non più - delle cose che hanno scritto.
con carver è sempre stato così: ogni volta che ho provato a cercare informazioni sui suoi libri, ho trovato più roba su di lui che su quello che ha scritto, e questa cosa mi ha tenuta lontana per anni dai suoi racconti, ho giusto letto una raccolta di cui non ho praticamente memoria, ricordo solo che in qualche modo la trovai piuttosto deludente, non riuscivo minimamente a provare lo stesso entusiasmo che avevo colto in giro tra le recensioni che avevo letto.
dopo quell'esperienza l'ho completamente accantonato, non ho cercato di approfondire, di continuare a capire cosa potesse avere uno scrittore così di tanto speciale da essere così famoso e amato.
ammetto che però queste situazioni mi fanno sentire un po' come un paria tra i lettori, come se fossi quella che è troppo stupida per capire quello che è chiaro a tutti gli altri.
così quando valentina grande mi ha parlato del suo fumetto dedicato a carver ho subito pensato che potesse essere finalmente la volta buona per conoscere e capire un autore così importante e per me così sconosciuto.
raymond carver - una storia è una biografia, certo, ma è lontano anni luce dalle biografie noiose e prevedibili che cominciano dall'infanzia del personaggio in questione e lo presentano come un prescelto dalle muse e dal destino, dritto e sicuro sul suo cammino costellato di successi e di ostacoli abilmente superati (cosa che, diciamocelo, è assolutamente insopportabile).
quasi trentanove anni, un matrimonio a un passo dal fallimento e un grosso problema con l'alcool. raymond ha già pubblicato e la sua attività di scrittore è riuscito a regalargli qualche soddisfazione ma nulla con cui poter pagare l'affitto e le bollette. sta diventando vecchio e il futuro sembra sempre meno gravido di possibilità, meno incerto e più deprimente di quanto avrebbe immaginato una decina di anni prima.
la vita sembrava aver preso la piega giusta: si era sposato giovanissimo con una ragazza che amava, aveva avuto due bambini, vinto alcuni premi letterari, certo, ma tirare a campare diventava sempre più difficile e tra lavoro e famiglia il tempo per scrivere mancava costantemente. l'alcool era diventato il suo rifugio e presto si era trasformato in uno dei tanti problemi, anzi, nella causa prima dei suoi problemi: con sua moglie, con i suoi figli e con il suo sogno di diventare uno scrittore.
così adesso, a un passo dal suo trentanovesimo compleanno, raymond decide di allontanarsi da tutto, di prendersi il tempo per provare a smettere di bere e di riuscire a scrivere davvero. ha trovato una casa in cui vivere da solo e un gruppo di aiuto per alcolisti.
devi dare una possibilità al ragazzo che ha passato la notte a leggere poetry. al bambino che si è fatto spedire un racconto da sua madre. a quel poveraccio che scriveva a macchina nel garage.
la storia di carver è fatta di presente e di ricordi, momenti significativi nel bene e nel male, quei momenti che lo hanno reso quello che è adesso: un passato non troppo facile, comune a tanti, da cui cercava di scappare attraverso la lettura e la scrittura. una vita fatta di impegno, di sogni e di speranze, che si sono andate a scontrare con la più triste e ingiusta delle verità: a volte, anche se sei bravo, capace, dotato di talento, intelligente, non è detto che riesci a emergere, è facile sbagliare ma non è facile recuperare se non hai qualcuno accanto che è disposto a credere in te e a darti fiducia e sopratutto la spinta che ti serve per riuscire a fare finalmente quel passo avanti.
è il suo momento di attesa nell'acqua calma, in una pozza di ristagno.
le trote si trovano dove l'acqua ristagna. si stancano a resistere tutto il tempo alla corrente, specie se sono ferite. allora, vanno in acque calme e restano in attesa, si ossigenano e aspettano il nutrimento. aspettano qualcosa che le aiuti a sopravvivere. aspettano un miracolo.
a carver a un certo punto, questo succede. arriva la persona giusta che sblocca la sua esistenza, succede quel qualcosa che gli fa riacquistare fiducia, che riesce a tirarlo fuori da quella che, a conti fatti, è solo un enorme mucchio di sfiga che gli è sempre stato addosso.
perché in fondo è quella la vera discriminante, la sfiga, quella che ti fa nascere da un padre alcolizzato, che ti vuole povero e costretto ad arrabattarti come puoi per far soldi e tirar su la tua di famiglia, quella che non ti mette davanti alla persona giusta al momento giusto.
si dice che la geografia conti più del merito e purtroppo è vero. e anche quando hai il culo di non nascere nella parte del mondo sbagliata, non è detto che tu sia nato col conto corrente giusto.
valentina grande riesce a raccontare la storia di carver con il giusto distacco: non è un eroe che lotta contro le ingiustizie della vita, non è una vittima da compatire, è solo un uomo che cerca di rimediare ai suoi errori e che prova a realizzare i suoi sogni, un po' come tutti. tra le pagine, disegnate da valerio pastore in una tricromia che si concede solo di rado tocchi di giallo, con uno stile realistico e adulto che si sposa perfettamente con la narrazione, ho finalmente trovato lo spunto giusto per capire carver: non un mito né un eroe ma un uomo che ha inseguito e raggiunto il suo sogno, tardi forse, ma meglio che non arrivarci mai. adesso ho un ottimo motivo per riprovare a leggere i suoi racconti e di certo lo farò con una consapevolezza tutta nuova.
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