ci si avvicina sempre più alla conclusione di paper girls, il prossimo volume - il sesto - sarà l'ultimo, ma intanto parliamo del quinto: questa serie è una roba p a z z e s c a!
(io ho cominciato a gridare da quando ho visto la copertina ma confido in una vostra maggiore sobrietà e autocontrollo).
mentre continuano i viaggi nel tempo, nel tentativo di tornare a casa, e mentre si trovano in un inquietante futuro, mac - che ha ricevuto già da un po' informazioni non troppo desiderabili sul suo futuro - e le altre si stanno interrogando su quali siano le possibilità che hanno, con questo viavai nel continuum temporale, di poter cambiare il loro destino.
(e figuriamoci se brian k. vaughan poteva regalarci una gioia. cioè una sì, ma sempre in mezzo a un sacco di roba che fa veramente male)
le cose si fanno sempre più complesse, le linee temporali sempre più intrecciate e la correlazione causa-effetto inizia a risentire anche lei dei viaggi temporali.
nel frattempo finalmente scopriamo anche qualcosa di più su wari (ve la ricordate? l'avevamo incontrata nella preistoria) e suo figlio, e sul loro ruolo - inizialmente insospettabile ma in realtà fondamentale - in tutta questa complessa vicenda oltre che nella stessa guerra tra anziani, la prima generazione venuta dopo l'invenzione dei viaggi nel tempo, convinti che il passato non possa essere cambiato, e teenagers, provenienti dal 71° secolo, con idee diametralmente opposte.
certo è che paper gilrs non è esattamente la serie più scorrevole e semplice che possiamo trovare in giro, mi è capitato più volte di dover dare un'occhiata ai volumi precedenti per riuscire a ricordare tutto, ma ne vale veramente la pena.
non vedo l'ora di avere tra le mani il sesto volume - sopratutto dopo il finale di questo che è davvero cattivo - e farmi una bella sessione di binge reading dal primo capitolo!
un po' meno entusiasmo per viaggio alla fine del mondo, di nishioka kyodai che, sì, ok, bello eh, ma non mi ha di certo fatto venire voglia di approfondire la conoscenza delle opere del duo (in realtà sotto lo pseudonimo di nishioka kyodai si celano i fratelli satoru e chiako nishioka).
quando uscì il bambino di dio mi aveva molto incuriosito lo stile grafico ma i commenti che avevo letto in giro mi avevano fatto cambiare idea, questo invece, che prometteva di essere meno crudo e più onirico, mi era sembrato da subito più sulle mie corde.
e in effetti per certi versi lo è stato.
la storia ha effettivamente la dimensione del sogno: il protagonista si sveglia una mattina, incapace di legarsi le scarpe, esce da casa come ogni giorno ma, preso quasi da sconforto e malinconia che gli fa perdere completamente la voglia di obbedire agli obblighi del tran tran quotidiano, decide di prendere una barca e partire. da qui in poi il distacco dalla realtà è completo e totale.
il viaggio lo porterà in una realtà che sfugge alla logica, alle leggi del tempo e dello spazio: prima su una nave pirata che si trasformerà, poco a poco, in una città galleggiante, una vera e propria civiltà, con le sue leggi e la sua economia dal quale il protagonista verrà infine escluso, trovandosi di nuovo fuori dal mondo. poi su un'isola i cui abitanti si nutrono della carne di insetti che hanno in tutto e per tutto l'aspetto di esseri umani, usanza le cui radici si perdono nelle tradizioni sulla nascita stessa dell'isola e del suo popolo. e poi ancora deserti e carovane, e altre città.
sono tante le tappe del viaggio, luoghi diversi, esotici e spaventosi: il tema del nutrimento è ossessivo e si declina nei suoi aspetti più violenti e primitivi, uccidere e mangiare è il leit motif di tutta la narrazione e l'oggettivizzazione delle creature-cibo è il vero risvolto horror - nella sua totale mancanza di empatia - disturbante e perenne della storia, l'esasperazione di quel sentirsi poco più di nulla - solo un impiegato come tanti, solo un pasto come tanti - che spinge all'inizio il protagonista a partire.
certo, è impossibile non riconoscere che si tratta di un volume molto interessante, con una storia ben articolata e un messaggio assolutamente non banale, ma personalmente l'ho trovato anche troppo pesante, eccessivamente disturbante (non tanto nelle scene ma proprio nel messaggio, ammetto che mi ha messo ansia). credo che ci penserò due volte - e mi informerò di più, anche a rischio di spoilerarmi qualcosa - qualora dovessero essere pubblicate altre opere di questi autori prima di leggere altro.
della collana showcase invece mi è piaciuto tantissimo l'isola errante - del quale per il momento ho letto solo il primo volume e non vedo l'ora di prendere il secondo - e un buon 50% è merito di endeavour, il micione bianco e nero che accompagna la nostra protagonista (e non è semplice catgirlismo, molte scene sono splendide proprio grazie a lui).
lei è mikura amelia socia fondatrice, insieme al nonno, di una piccola impresa di consegne. con il suo velivolo, mikura si occupa della corrispondenza tra le piccole isole dell'arcipelago in cui vive.
la sua vita quotidiana viene però stravolta quando, poco dopo la morte del nonno, trova su uno dei pacchi che deve consegnare un indirizzo misterioso, un'isola non meglio identificata, che non è segnata dalle mappe e che né il nonno né lei in tutti i suoi voli non hanno mai visto: electriciteit.
all'isola misteriosa - che i vecchi del posto descrivono come capace di spostarsi nel mare - mikura dedica per mesi tutte le sue energie: è sicura che il nonno e un suo ex professore la stavano cercando già da prima che lei ne scoprisse l'esistenza, e che se riuscirà a risolvere il mistero e a trovarla, sarà anche in grado di riuscire a dare le risposte alle domande che si porta dentro da anni.
graficamente grandioso, alcune pagine sarebbero da incorniciare e appendere, appassionante e - contrariamente a quanto mi ero aspettata dalla copertina - per nulla scontato o banale.
non vedo l'ora di continuare la lettura (solo per un altro numero però, la serie in patria non è ancora terminata ma è attualmente ferma al secondo volume).
Ciao Clacca! Anche io come sono una fan di Paper Girls (quando presi il primo volume in biblioteca, mai avrei pensato che il titolo si riferisse al lavoro di portare fuori i giornali XD). Il quinto volume non l'ho ancora letto, ma la mia bibliteca è ben fornita e penso che presto lo troverò =) Non sapevo la ferie finisse col sesto numero D: Su goodreads ci sono i fumetti fino al nr. 16 mi pare
RispondiEliminanon so dirti sinceramente a che numero sono arrivati in america (intendo con gli spillati) ma finirà con il 30° capitolo, che quindi corrisponderà al sesto volume ^_^ anche bao qualche tempo fa aveva annunciato la fine imminente della storia! e io non vedo l'ora, sono davvero curiosissima, sopratutto dopo aver letto questo!
Eliminaspero che riuscirai a trovarlo presto, incrocio le dita! ^_^x