da lettrice, divido le gioie legate allo shopping libresco in due grandi categorie: la gioia dell'acquistare un titolo il giorno stesso della sua uscita (o di riceverlo a casa se l'ho preordinato online), e quella di recuperare finalmente qualcosa che desideravo da anni e che ancora non mi ero decisa a comprare, sopratutto se poi scopro che il libro (o fumetto, ovvio) che ho preso è una vera figata.
ad esempio, ultimamente - con la scusa delle spillette per i 10 anni di attività di bao publishing - ho iniziato a recuperare rachel rising. ho letto solo il primo numero (il secondo l'ho appena ordinato e inizierò presto le macumbe perché il postino non mi faccia di nuovo aspettare un mese prima di consegnarmelo) e sto già urlando da un paio di giorni che è davvero una figata.
ora, l'idea sarebbe quella di recuperare un volume al mese e continuare la collezione delle spillette, ma la voglia di fare binge reading (oh, come sono giovane e alla moda, uso termini come binge reading...) è veramente tanta che solo la mia perenne mancanza di pecunia potrà fermarmi dalla voglia di prendere tutto il resto della serie insieme.
dunque, terry moore è terry moore, il tizio che ha scritto quella roba meravigliosa che è strangers in paradise e tanto basta a presentarlo.
rachel rising è una serie horror con tutti i crismi: omicidi brutali, apparizioni misteriose, scene ambientate dentro un obitorio, riferimenti a un passato cupo e violento di caccia alle streghe, leggende metropolitane e morti che risorgono. come rachel, che ci regala uno dei migliori incipit di sempre: una agghiacciante - e fenomenale - scena iniziale in cui la vediamo uscire da sotto terra, sporca di fango, confusa e senza alcun ricordo di cosa le sia successo.
ed è proprio su questo che comincia a indagare con l'aiuto della zia johnny e della sua amica jet: chi l'ha uccisa? e per quale motivo? e come diamine fa a essere morta e allo stesso tempo ad andarsene in giro come se niente fosse? e come si collega a questa strana vicenda la storia di zoe, questa piccola, dolce, adorabile bambina con le trecce che nel giro di poche pagine fa fuori tre persone come se niente fosse? e chi è la donna misteriosa che solo rachel e zoe riescono a vedere?
insomma un sacco di domande e il bisogno folle che arrivi presto il prossimo volume.
però rachel rising non è solo un thriller appassionante, la mano di terry moore si sente non solo nel character design (le sue protagoniste si somigliano tantissimo, al punto che è più facile pensare che siano più che altro delle attrici che recitano ogni volta un ruolo diverso nelle varie storie), ma anche nel saper mescolare, come già in strangers in paradise, i momenti più cupi e drammatici con quelli più puramente ironici e con quelle scene in cui i sentimenti dei personaggi, i loro legami, la loro dolcezza vengono fuori con potenza e semplicità.
oltretutto adesso era diventato essenziale recuperare tutto il possibile di questo autore che ha da poco annunciato - oltre a strangers in paradise XXV che arriverà tra pochi mesi in italia - una nuova serie, five years, in cui saranno presenti i personaggi di s.i.p., rachel rising, echo e motor girl. dobbiamo assolutamente essere preparati!
altra nuova serie che ho iniziato qualche tempo fa - e per la quale stavo in attesa da anni - è girl from the other side, un manga che mi aveva fatto perdere la testa già soltanto per i disegni: elegantissimi, delicati, lontani dallo stile ipercartoonoso e più commerciale che ci è più noto quando parliamo di fumetto giapponese.
a metà tra favola gotica e slice of live, girl from the other side racconta della strana e improbabile amicizia tra una bambina di nome shiva e del suo maestro.
i due appartengono a mondi diametralmente opposti e in lotta: l'esterno, abitato da mostri spaventosi, forieri di una misteriosa maledizione che trasforma chiunque tocchino in esseri uguali a loro, e l'interno, il posto dove gli esseri umani si sono rinchiusi, protetti e armati, per sfuggire alla maledizione.
terrorizzati dalle creature oscure che si aggirano per i boschi e dal destino insondabile che attende chiunque venga colpito dal miasma, gli uomini sono diventati spietati e crudeli con chiunque possa rappresentare una minaccia. e shiva, che vive con una di queste creature, è esattamente questo: una minaccia da eliminare prima possibile.
il maestro, preoccupato per la sorte della bambina, si ritrova così a proteggerla dagli esseri umani per i quali lei è diventata un nemico, e da se stesso, per evitare che possa essere contagiata dal suo stesso male e possa trasformarsi senza rimedio.
oltre all'alone di mistero che avvolge tutta la vicenda - cos'è davvero questa maledizione? come è iniziata a propagarsi tra gli uomini? che fine hanno fatto i genitori di shiva? e perché il maestro è l'unica tra queste strane creature che ha così tanto a cuore la bambina? - e che speriamo si possa svelare non troppo velocemente nei prossimi volumi, rimane un sottofondo malinconico e dolceamaro, sopratutto grazie all'atteggiamento protettivo e a volte un po' goffo del maestro nei confronti di shiva.
una serie che parte molto bene (il primo volume ha una conclusione cattivissima, ho una voglia di continuare a leggerlo per scoprire cosa è successo che non so dirlo!) e che si discosta, sopratutto nello stile grafico, dalle solite serie manga trite e ritrite di cui abbiamo letto ogni possibile variante (a dire il vero negli ultimi tempi in ambito nipponico la scelta si sta ampliando tantissimo, però almeno questa serie la si può seguire senza svenarsi spendendo ventordici euro a volume).
quanto alla serie de le avventure rocambolesche di manu larcenet, continuerò a consigliarvela fino allo sfinimento perché sì, questa roba è assolutamente geniale, amo larcenet, voglio qualsiasi cosa abbia mai scritto, pure la lista della spesa (a proposito, se vi va di regalarmi l'integrale di blast basta mandarmi una mail e vi do l'indirizzo eh, oltre alla mia infinita riconoscenza, naturalmente).
questa volta il protagonista è robin hood.
essì, proprio lui, quel gran figo della foresta di sherwood, il ladro che ruba ai più ricchi per dare ai poveri, acerrimo nemico dello sceriffo di nottingham, accompagnato dal fedele amico little john e innamorato della bellissima lady marian.
solo che, fa male dirlo però è così e bisogna prenderne atto, il tempo passa per tutti.
anche per gli eroi.
e molto spesso il tempo che passa è impietoso. a volte è proprio un gran figlio di puttana.
insomma, il nostro ormai è un penoso vecchietto colpito dall'alzheimer e con una fastidiosa propensione a cantare a squarciagola canzoni tremende (non so cosa poteva essere in originale, ma qui è stato reso benissimo, ad esempio, con la notte vola) e a tirare frecce ai turisti.
certo, i turisti non sono proprio dei morti di fame ed è dunque lecito derubarli, ma - si diceva - i tempi cambiano, e quello che un tempo poteva essere un impavido eroe ora è considerato un pericoloso serial killer a cui dare la caccia.
così, mentre la polizia brancola nel buio, lo sceriffo di nottingham - anche lui imbruttito più di prima e incartapecorito - affiancato da un altrettanto rugoso tarzan (scordatevi il bel fustacchione romantico, jane se l'è abbondantemente scordata e preferisce amanti a quattro zampe), danno la caccia furiosamente a quel povero vecchio che per rimettere ordine tra i pensieri è costretto a farsi randellare la testa da little john e a parlare con gli spiriti della foresta (anche loro piuttosto incattiviti e senza troppi peli sulla lingua).
se tutto questo non bastasse, robin si è messo in testa che prima di morire deve espiare le sue colpe: ma quali saranno mai i peccati del principe dei ladri oltre, ma questo è chiaro, i furti?
con la leggenda di robin hood, larcenet firma la quarta folle, divertentissima, cattivissima biografia immaginata di personaggi famosi, storie che, per quanto inventate di sana pianta, sanno parlare della realtà più di quanto non ci piaccia ammettere.
una serie che parte molto bene (il primo volume ha una conclusione cattivissima, ho una voglia di continuare a leggerlo per scoprire cosa è successo che non so dirlo!) e che si discosta, sopratutto nello stile grafico, dalle solite serie manga trite e ritrite di cui abbiamo letto ogni possibile variante (a dire il vero negli ultimi tempi in ambito nipponico la scelta si sta ampliando tantissimo, però almeno questa serie la si può seguire senza svenarsi spendendo ventordici euro a volume).
quanto alla serie de le avventure rocambolesche di manu larcenet, continuerò a consigliarvela fino allo sfinimento perché sì, questa roba è assolutamente geniale, amo larcenet, voglio qualsiasi cosa abbia mai scritto, pure la lista della spesa (a proposito, se vi va di regalarmi l'integrale di blast basta mandarmi una mail e vi do l'indirizzo eh, oltre alla mia infinita riconoscenza, naturalmente).
questa volta il protagonista è robin hood.
essì, proprio lui, quel gran figo della foresta di sherwood, il ladro che ruba ai più ricchi per dare ai poveri, acerrimo nemico dello sceriffo di nottingham, accompagnato dal fedele amico little john e innamorato della bellissima lady marian.
solo che, fa male dirlo però è così e bisogna prenderne atto, il tempo passa per tutti.
anche per gli eroi.
e molto spesso il tempo che passa è impietoso. a volte è proprio un gran figlio di puttana.
insomma, il nostro ormai è un penoso vecchietto colpito dall'alzheimer e con una fastidiosa propensione a cantare a squarciagola canzoni tremende (non so cosa poteva essere in originale, ma qui è stato reso benissimo, ad esempio, con la notte vola) e a tirare frecce ai turisti.
certo, i turisti non sono proprio dei morti di fame ed è dunque lecito derubarli, ma - si diceva - i tempi cambiano, e quello che un tempo poteva essere un impavido eroe ora è considerato un pericoloso serial killer a cui dare la caccia.
così, mentre la polizia brancola nel buio, lo sceriffo di nottingham - anche lui imbruttito più di prima e incartapecorito - affiancato da un altrettanto rugoso tarzan (scordatevi il bel fustacchione romantico, jane se l'è abbondantemente scordata e preferisce amanti a quattro zampe), danno la caccia furiosamente a quel povero vecchio che per rimettere ordine tra i pensieri è costretto a farsi randellare la testa da little john e a parlare con gli spiriti della foresta (anche loro piuttosto incattiviti e senza troppi peli sulla lingua).
se tutto questo non bastasse, robin si è messo in testa che prima di morire deve espiare le sue colpe: ma quali saranno mai i peccati del principe dei ladri oltre, ma questo è chiaro, i furti?
con la leggenda di robin hood, larcenet firma la quarta folle, divertentissima, cattivissima biografia immaginata di personaggi famosi, storie che, per quanto inventate di sana pianta, sanno parlare della realtà più di quanto non ci piaccia ammettere.
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