negli ultimi tempi le case editrici italiane si sono rese improvvisamente conto che i manga non sono solo e necessariamente la roba ipercommerciale da portare a chili in edicola. insomma, anche i giapponesi possono fare graphic novel e la cosa sembra piacere parecchio perché per la prima volta questo tipo di pubblicazioni pare riesca a mettere d'accordo i mangofili estremisti che fagocitano chili di storie più o meno tutte uguali da vent'anni (nessuna offesa, eh, lo faccio anche io) e gli adepti delle edizioni cartonate che leggono solo le robe fighe che escono in libreria ad almeno quindici euro a volume (anche qui, ci sono anche io. cioè, io sono un'onnivora senza speranza, probabilmente la peggiore categoria di lettore).
dopo coconino, dynit (che quando ci regalerà un catalogo, un minisito, anche solo una pagina facebook, più o meno ordinato delle sue pubblicazioni - quelle di showcase almeno - facciamo festa), l'annuncio di bao publishing (che inizia a maggio a pubblicare i suoi primi manga) e in qualche modo planet manga (più o meno, se vogliamo inserire in questo filone le ristampe a prezzi esorbitanti dei manga di taniguchi e di qualche altro titolo), anche star comics si inserisce nel mercato dei manga-più-fighi con la nuova collana wasabi, che conterrà titoli un po' meno commerciali di quelli a cui siamo stati abituati.
ammetto che dei primi annunci, solo due titoli mi hanno incuriosita, lo sfigatto e note dell'appartamento 107 che uscirà nei prossimi mesi. e che mi auguro sia un po' più... più de lo sfigatto.
mi duole parecchio dirlo perché solitamente sono sempre felicissima quando viene inaugurata una nuova collana, sopratutto se si occupa di titoli un po' più di nicchia, ma probabilmente iniziare con questo fumetto non è stato proprio il massimo.
lo sfigatto è una raccolta di strisce umoristiche, le tipiche yonkoma (cioè "quattro vignette"), sulla vita di tutti i giorni di un gatto ciccione, un po' pigro e - va da sé - un po' sfigato.
allo sfigatto non succede nulla di incredibilmente disastroso, ma la sfiga lo accompagna in ogni momento delle sue giornate, parecchio ripetitive tra l'altro, per lo più gli capitano una serie di piccoli disastri col cibo: ripieni e condimenti che scivolano giù dalle pietanze, lattine di cui si rompono le linguette d'apertura, gelati che si sciolgono troppo velocemente, sapori troppo amari eccetera.
praticamente, quello che, almeno una volta nella vita (ma se è solo una volta sappiate che siete benedetti dagli dei) è capitato a ciascuno di noi.
la possibilità di identificarsi con lo sfigatto è probabilmente il maggior punto di forza del fumetto, ma le debolezze sono tante. o magari io non ho lo stesso senso dell'umorismo dei giapponesi.
il tema del cibo e di tutti i piccoli guai che ne derivano è quasi ossessivo, praticamente quasi tutte le storie sono incentrate quasi su questo e, necessariamente, le strisce hanno quasi sempre la stessa dinamica. e, siccome lo scherzo è bello quando dura poco, dopo qualche pagina la cosa comincia a essere già meno divertente e sa troppo di già visto.
quanto all'adorabilità di questo micio - che a quanto pare in asia ha conquistato parecchi cuori - personalmente non mi ha convinta più di tanto: i disegni non sono certo il massimo del kawaii, le espressioni sono più o meno sempre le stesse e si contano sulle dita di una mano, e in fondo - ad eccezione di qualche rarissimo momento - il fatto che il personaggio abbia le sembianze di un gatto non è poi così rilevante, potrebbe anche essere un impiegato di mezza età, grasso e stempiato, e l'effetto sarebbe uguale, visto che di rado l'autore lo fa comportare davvero come un gatto.
insomma, sicuramente, leggendo una o due strisce a settimana come inserto in una rivista o trovandosele nella bacheca di facebook o di twitter, l'effetto migliora, ma un'intera raccolta, nonostante sia velocissima da leggere, risulta quasi pesante.
credo inoltre che, essendo abituati a un altro tipo di vignette umoristiche - peanuts, mafalda, calvin e hobbes, mutts eccetera, insomma un altro pianeta - abbiamo, da occidentali, un'idea diversa del concetto stesso di "vignette umoristiche", completamente diverso da quello giapponese (che evidentemente per loro funziona, l'avrete notato che spesso questo tipo di strisce sono presenti anche in appendice ai volumetti di varie serie, con i personaggi principali ripresi in situazioni più o meno comiche).
insomma, l'idea di star comics è stata ottima, l'inizio era sicuramente migliorabile.
aspetto con enorme curiosità note dell'appartamento 107 e i prossimi annunci, sperando che si riesca a osare di più e uscire dalla confort-zone dei gattini pucciosi.
Nessun commento:
Posta un commento