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lunedì 25 febbraio 2019

lmvdm

di un sacco di cose diciamo una cosa così o la ami o la odi.
in realtà lo diciamo soprattutto delle cose che ci piacciono un sacco, così tanto che è pure difficile trovare un motivo oggettivo per spiegare a qualcuno il perché.
che poi, davvero, poco c'è di oggettivo nell'amore.
grazie al cielo.
in realtà o lo si ama o lo si odia è la versione stringata e politically correct di una cosa così o la ami come me, che ho evidentemente ragione e buon gusto, oppure sei altrettanto evidentemente un idiota che non ha capito niente, mi spiace per te, ma mi scoccia pure perdere tempo a cercare di farti cambiare idea, anche perché il tuo è solo odio e l'odio è assolutamente immotivato e illogico (come l'amore d'altronde, ma non te lo dico questo sennò non ne usciamo più), quindi di che dovremmo parlare?
il mondo sarebbe un posto forse meno gentile ma sicuramente più divertente se smettessimo di rifugiarci nelle frasi fatte.
sto divagando.

gipi è un autore che amo, senza se e senza ma.
mi piace tutto quello che fa, i suoi disegni, le storie, i corti, persino le canzoncine idiote.
ammetto che non sono ancora riuscita a leggere tutto quello che ha scritto, e anzi sto cominciando ora il recuperone, aiutata anche dalla serie di repubblica (di cui ho preso solo quello che non è presente nel catalogo coconino però, cioè gli inediti, i racconti e il volume sui cortometraggi, il resto lo recupero con l'edizione originale, decisamente migliore).
insomma, tutto questo straparlare perché ho finalmente riletto lmvdm, il primo libro che mi ha fatto conoscere gipi tanti anni fa e che - diciamo - avevo perso... quando lo lessi la prima volta mi aveva un po' spiazzata, ma ammetto che all'epoca ero ancora agli esordi della mia "carriera" di lettrice onnivora, mi era sfuggito molto.
era il libro giusto al momento sbagliato.
rileggerlo adesso è stato sicuramente un'esperienza decisamente migliore, quella che mi ha fatto dire che, ok, è arrivato davvero il momento di recuperare tutti i suoi libri, adesso sono capace di apprezzare tutto davvero e pienamente.


non è facilissimo parlare di un libro così perché alla domanda - che odio come poche altre cose al mondo - di cosa parla? non è semplice rispondere senza farlo passare per una roba poco interessante.
ecco, potremmo dire che parla della vita dell'autore. (disegnata male, dice lui, non è vero, dico io, in questi disegni brutti si percepiscono le emozioni, gli stati d'animo, le sensazioni, coinvolgono il lettore più di quanto non saprebbe fare una linea decisa, netta, pulita, riassumono graficamente le sensazioni che ci vuole un intero corpo a provare).
di alcuni momenti della vita dell'autore.
di alcuni momenti della vita dell'autore tornati alla sua mente per strade tortuose in seguito a visite mediche infruttuose, causa di momenti imbarazzanti e dei soliti sbattimenti cui ti costringe l'aver avuto la sfiga di trovare uno di quei medici che pur di non ammettere di non capirne un cazzo ti comincia a rifilare cure improbabili per malattie che non hai e che quasi sicuramente si sono appena inventati.
ci siamo passati tutti certo, ma - e qui sta l'enorme differenza tra un narratore vero e la vecchietta che becchi sull'autobus e comincia a raccontarti la storia della sua vita lasciandoti immaginare di quante pagine sarà il tuo prossimo bestseller come uccidere le vecchiette moleste incontrate per caso for dummies - gipi riesce, a metà tra comicità e dramma, a raccontare della sua vita, dei momenti imbarazzanti, delle enormi, cosmiche minchiate, delle malattie, delle sfighe, delle amicizie perse e forse ritrovate, degli aneddoti rimasti chissà perché da qualche parte nella memoria ancora dopo anni, della depressione, della paura, anche delle cose irrilevanti, di tutto il resto senza essere noioso.
e, sopratutto, senza voler far passare il racconto della propria vita - o di alcuni momenti di essa - per una parabola esemplare.
nella sua storia non c'è nulla che possa assumere tratti universali tranne il semplice - banale sicuramente - fatto che ogni storia, se la sai raccontare bene, è degna di essere raccontata.


se da un lato c'è il narcisismo di volersi mettere a nudo davanti ai propri lettori, svelandosi sopratutto negli aspetti meno gradevoli, anzi proprio in quelli più fastidiosi, dall'altro c'è l'enorme capacità di analizzare le esperienze e le emozioni, di scomporle, osservarle, comprenderle, ordinarle e rimetterne insieme i pezzi, dando vita a una narrazione coerente, che funziona, che si allontana dall'esibizionismo e che trova nella sua semplicità il senso profondo del suo essere.
così come le esperienze e le emozioni, una volta analizzate e comprese, diventano narrazione, all'interno della storia nella storia (a cui sono riservate tavole a colori meravigliose) un ragazzo incapace di amare impara, disimparando a esprimersi con le parole, a comprendere ciò che sente, impara ad amare.


forse suonerà esagerato ma secondo me non lo è: lmvdm è uno dei più bei fumetti di sempre.

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