sono tornata! buon anno nuovo! (meglio tardi che mai, tutte e due)
*inizio premessa noiosa ed evitabile*
*inizio premessa noiosa ed evitabile*
che dire... gli ultimi mesi sono stati (e continuerà ancora per un po') un gran casino tra le lezioni che mi hanno costretta a passare giornate intere fuori casa, poi lo studio feroce e disperato per gli esami, poi il pc che ha deciso di impazzire e farsi qualche giorno lontano da casa, e poi l'immancabile crisi del lettore a cui si è aggiunta quella del blogger che si sono miscelate alla stanchezza di stare tutto il giorno sopra ai libri dell'università e che hanno dato vita a una sorta di rifiuto totale verso tutto, fumetti inclusi. o meglio, quasi totale, qualche cosina sono riuscita a leggerla perché, nonostante la stanchezza, il destino avverso, il poco tempo eccetera eccetera, non è facilissimo rinunciare del tutto a qualcosa che si ama.
in realtà, proprio perché leggere fumetti e poi scrivere qui delle cose che leggo è una delle cose che mi piace fare di più, avevo deciso di aspettare di avere il tempo di poter fare tutto con calma e tranquillità, senza fretta, senza dovermi ritagliare qualche momento sparso qua e là giusto perché dovevo. alla fine non ho resistito e ho ceduto al ritaglino di tempo, a rubare qualche quarto d'ora alla preparazione per gli esami perché tutto questo mi mancava troppo, e - così finiamo questa premessa interminabile e un po' rompipalle - ho pensato che per cavarmi dall'imbarazzo del primo post dopo più di un mese non c'era nulla di meglio che l'ultimo libro di una delle mie coppie d'autori preferiti in assoluto.
*fine premessa noiosa ed evitabile*
*fine premessa noiosa ed evitabile*
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protetta dai grandiosi bastioni, circondata da ogni agio, riverita da uno stuolo di servitori, la piccola lucilla era cresciuta senza conoscere altra vita che quella di corte. e all'età di tredici anni s'era fatta una giovinetta mite e silenziosa: infinitamente ricca e smisuratamente...... sola.
c'era una volta e c'è ancora è la campanella che richiama l'attenzione, le parole magiche che preparano il terreno a una nuova favola, e poco importa se sai già che alla fine, dopo tante peripezie e prove, l'eroe vincerà e i cattivi se ne fileranno via con la coda tra le gambe: poche cose sanno affascinarci ancora come i racconti di castelli, prodi cavalieri, nobili e gentili fanciulle e poetici cantori.
è così che iniziano le avventure di tosca, alla luce fioca di una candela che illumina la biblioteca di un castello, prigione dorata della giovane lucilla, duchessina di castelguelfo, amante più dei libri e delle storie che raccontano che delle feste affollate a cui la trascina sua madre o delle previsioni di matrimoni ed eredi di cui si bea suo padre.
stretta tra mille premure, obblighi e doveri, annoiata durante l'ennesimo ricevimento, lucilla sogna di vivere avventure fuori dalle mura del suo palazzo, immagina che prima o poi qualcosa arriverà a cambiare la sua vita e spera con tutta se stessa di non doversi accontentare solo del miglior pretendente scelto da suo padre per concludere qualche conveniente alleanza politica.
e come sempre succede nelle favole, il suo sogno di avvera, probabilmente nel più improbabile dei modi, quando un rapinatore a corte, nel bel mezzo della festa, ha alleggerito i nobili di buona parte dei loro gioielli, creando finalmente un po' di scompiglio al solito tran tran e portando il tanto desiderato cambiamento nella vita di lucilla: non si tratta di un ladro qualsiasi, ma di una ragazza (una ragazza!).
un po' come robin hood, tosca ruba ai più ricchi per provvedere ai bisogni dei più poveri, ma agli occhi di lucilla è sopratutto una ragazza libera dalle regole e dall'etichetta, autonoma, indipendente, padrona della sua vita. tosca è l'eroina romantica che ha sempre immaginato, l'incarnazione stessa dei suoi desideri di libertà.
certo, non ci vorrà molto prima che lo scontro tra le due realtà - quella di una ricca duchessina abituata agli agi di palazzo e quella di una ladruncola orfana - apra a lucilla gli occhi sulle verità del mondo, ma la distanza iniziale non impedirà alle due di diventare amiche e di stravolgere non soltanto le loro vite ma anche le sorti della loro città.
ad accompagnare le vicende di tosca e lucilla sono i versi di rinaldo, il timido e romantico fratello di tosca, innamorato della bellezza dei versi di petrarca, dante e cavalcanti (e non soltanto), i colori del bosco, ma anche l'eterna voglia di ribaltare un mondo ingiusto, dominato dalle guerre, dalle prepotenze dei più forti per diritto di nascita, dalla povertà e dalla miseria, la voglia di rendere tutto migliore, recitando una poesia sotto il cielo notturno o lottando per permettere a qualcuno di migliorare un po' la sua esistenza: ognuno a modo suo, tutti insieme per un solo obiettivo.
tosca dei boschi non è solo un racconto di avventura, non è solo una storia dove per una volta è una ragazza a impugnare le armi e un ragazzo a sospirare parole dolci, non è neppure soltanto l'esempio di come si possano superare le vecchie tradizioni per giungere a un mondo più alla misura di tutti, capace di ascoltare i desideri di chiunque e di lasciare aperte la possibilità di realizzarli.
è anche, e forse sopratutto, una lettera d'amore alla letteratura stessa, alla poesia, alle storie, alla capacità che hanno le parole di emozionare, di trascinare in mondi fantastici e al contempo di dar forma alle idee, le idee che sono alla base per realizzare una realtà migliore:
non c'è da scherzare con le storie, sai zaccheo? sono cose potenti. cose che possono dare una svolta a una vita intera.
l'amore per i racconti di teresa e stefano è tutta nel volto dolce, rugoso e felice del vecchio monaco che incontriamo nella prima pagina, intento a scrivere il racconto in cui stiamo per addentrarci, concentrato a dipingere le sue miniature, attento a scegliere le parole giuste per descrivere la bellezza di castelguelfo, del suo borgo, delle campagne e dei borghi che lo circondano, e a rendere giustizia al coraggio di tre ragazzini pronti a stravolgere e a rendere bellissimo il corso della storia.
carino, semplice, rilassante. avrei più bisogno di storie così, a volte nel mondo della nona arte si filosofeggia troppo.
RispondiEliminaa me piacciono tanto i fumetti in cui si filosofeggia X°D
Eliminaoltretutto anche qui, anche se è effettivamente una lettura semplice e rilassante, ci sono dei begli spunti di riflessione, direi che è una storia leggera ma niente affatto superficiale ^_^