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giovedì 11 ottobre 2018

il marito di mio fratello

insomma... le cose stanno così.
mio fratello, che non sentivo da dieci anni, cioè da quanto andò via di casa e si trasferì all'estero, si è sposato con un uomo. questo straniero enorme. poi è morto.
come mi devo rapportare con lui...?! con questo cognato che vedo oggi per la prima volta...

avevo letto fin da subito un sacco di pareri positivi su il marito di mio fratello e posso dire di essere felicissima di averlo recuperato perché era veramente da tanto che un fumetto non mi emozionava così tanto e in modo così forte.
gengoroh tagame è un artista famosissimo per la comunità lgbt+ internazionale, forse un po' meno al di fuori, solitamente avvezzo ad altre tematiche (è famoso per le sue opere a tematica bdsm) ma penso si possa tranquillamente dire che con questa storia sia riuscito a parlare al cuore di chiunque, indipendentemente dalle sue scelte, dalla sua storia, dai suoi amori e che sia riuscito a farlo con estrema semplicità, profondità e delicatezza.

inizialmente, la storia prende una piega un po' troppo didascalica: appena giunto in giappone dal canada, mike è ospite di yaichi, fratello del suo defunto marito, e della piccola kana.
le prime pagine sono tutte incentrate sui luoghi comuni tipici in un paese non esattamente aperto alla diversità: mike è straniero - e come tale ha dei modi di fare un po' troppo espansivi per i giapponesi - ed è gay - cosa che anche se non è apertamente osteggiata, ed è legalmente consentita, non è nemmeno completamente accettata, tant'è che in giappone non è consentito il matrimonio omosessuale, né sono legalmente riconosciute le famiglie arcobaleno.

nonostante yaichi sapesse benissimo che il fratello amasse gli uomini e nonostante probabilmente non penserebbe a se stesso come un omofobo, l'imbarazzo iniziale è palese.
a stemperare la tensione è kana: piccola e ingenua, non riesce a trovare nessuna stranezza nel fatto che il fratello di suo papà - del quale ignorava persino l'esistenza - fosse sposato ad un uomo, ed è affascinata più dall'aspetto diverso, da straniero, di mike - che è un gigante dagli occhi chiari, barbuto e pieno di peli, decisamente diverso dalla maggior parte dei giapponesi - ed entusiasta della sua presenza, che turbata dal suo essere gay.
un po' alla volta così, proprio grazie all'entusiasmo e alla sfacciata curiosità di kana e al carattere aperto e affettuoso di mike, l'atmosfera si fa molto più distesa. zio e nipote legano moltissimo, andando a colmare i vuoti delle loro vite: una mamma assente da un lato e un marito scomparso dall'altro, e anche yaichi comincia a sentirsi sempre più a suo agio, fino a che, in pochi giorni, per i tre sembrerà di essere da sempre parte della stessa famiglia, capaci di condividere con gioia i momenti più semplici e banali giorno per giorno.

attraverso gli eventi della vita quotidiana, tagame dà uno spaccato di una società ancora troppo chiusa e retrograda rispetto a tutto ciò che non è conforme a un determinato modello (che certo però non è la sola, non so quanto in italia possiamo sentirci migliori) e al contempo racconta il riavvicinarsi di una famiglia - e di yaichi alla memoria del fratello, che riesce finalmente a vedere con occhi diversi e a comprendere più di quanto non abbia mai fatto - travolta dall'affetto e dalla spontaneità del nuovo arrivato, auspicando insieme a tutti noi un mondo più aperto, più accogliente e comprensivo.

per quanto a volte possa sembrare un po' retorico, il marito di mio fratello sa affrontare con delicatezza temi importanti (non solo quello dell'omosessualità ma anche, ad esempio, quello dell'elaborazione del lutto) e sa arrivare davvero a tutti, mostrando quanto è semplice, immediata e ovvia l'accettazione di chiunque ci sembri diverso perché, a saper guardare appena sotto la superficie, è facile scoprirlo molto più simile a noi di quanto non avremmo immaginato.

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