caro diario, io sono nulla, loro hanno tutto e non sanno che esisto.
non so se siete il tipo di lettori che si lasciano affascinare dalle copertine dei libri, o se siete grandi abbastanza da ricordare il periodo in cui a scuola i portacolori esplodevano di penne colorate, i diari erano forse la cosa più importante che si teneva dentro lo zaino, che già a metà anno scolastico straripavano di biglietti, ritagli, adesivi, testi di canzoni, dediche, disegni, gli anni dei video su mtv, delle spice girls, dei pantaloni a vita bassissima e zampa larghissima, le magliette che lasciavano l'ombelico scoperto (no, non le chiamavamo ancora crop top), il frisé, le treccine, la bigiotteria trovata in allegato al cioè... sto divagando, ma se avete la mia età, è inevitabile che questi ricordi vi travolgano davanti a non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano.
il fumetto di eleonora antonioni e francesca ruggiero si articola in tre storie diverse ma che si svolgono quasi contemporaneamente, all'interno della stessa scuola - palcoscenico inevitabile delle storie adolescenziali.
la prima protagonista è giulia, la tipica ragazza poco appariscente, occhialuta, per nulla alla moda, per niente stra-ricca, nemmeno troppo carina. nella sua classe c'è federica, alla quale lei non può che guardare con invidia e ammirazione: federica è ricca, bella, interessante, ha una casa straordinaria e due genitori fuori dal comune, un sacco di amiche e le basta un niente per avere tutti i ragazzi che vuole. sembra impossibile che due ragazze così possano diventare amiche, invece è proprio quello che succede, e per giulia è come essere ammessa d'improvviso a un club esclusivo nel quale sente di non meritarsi di stare, e per rimanere lì la sola cosa da fare è mettere se stessa da parte e trasformarsi il più possibile nella copia di federica.
ma, come si suol dire, augurati di non ottenere quel che chiedi.
la vita che giulia immaginava stupenda ci mette davvero poco a rivelarsi una delusione totale, vuota, stupida e banale, ma è anche un passo importante, una tappa obbligatoria per acquisire finalmente consapevolezza di sé e del valore della propria identità.
la seconda storia è quella di anna e di un'amicizia che nasce in modo violento e cresce prendendosi tutto lo spazio, tutto il tempo, tutti i pensieri, occupa pagine dell'onnipresente diario tra disegni, ritagli e confessioni, che forse è qualcosa di più o forse no, che sembra unica e infinita e fortissima o forse è solo una bolla di sapone bella e fragile, come sono sempre gli amori adolescenziali.
e se giulia e anna chiedono attenzioni, aggrappandosi a qualcuno, cercando una qualche felicità tra un altro paio di braccia o in un gruppo di vincenti, clarice - la protagonista della terza storia - è più uno spirito libero, indipendente, a cui più che delle amiche, dell'essere parte di qualcosa di riconoscibile, interessa la sua passione per la corsa. e quando viene notata da un talent scout invece di impazzire di gioia come farebbero tante altre sue compagne, continua a testa bassa a mirare dritta ai suoi obiettivi.
perché le bambine non sanno solo urlare e chiedere attenzione, hanno imparato a prendersi quello che vogliono e non avete nessun modo di fermarle.
dopo misdirection, eris edizioni continua a restituire all'adolescenza quell'importanza che spesso le viene negata grazie a un'osservazione per nulla superficiale, anzi profonda e interessata, del periodo forse più complesso della nostra vita, gli anni delle prime aspettative, dei cambiamenti, del disincanto, delle scoperte, degli obblighi sociali; gli anni in cui ci si ritrova a sbattere la testa contro muri di cui non capiamo la necessità, tra la voglia di conformarci e confonderci col mondo e quella di essere diversi e unici, con un'attenzione particolare declinata al femminile (ma fruibile anche da un pubblico maschile), a un mondo che è rosa solo in apparenza ma che inizia a svelare le tragiche contraddizioni tra cui la vita delle donne, fin da subito, è costretta ad andare avanti, e che possono essere distrutte solo attraverso la loro conoscenza e comprensione.
Nessun commento:
Posta un commento