- ma io non voglio dimenticare me stessa voglio solo dimenticare la mia paura.
- perché?
- m'impedisce di andare avanti.
- e dove diavolo vorrebbe andare?
épiphanie è una bambina di otto anni e mezzo (a otto anni e mezzo è fondamentale specificare che sono e mezzo) e anche la sua paura ha otto anni e mezzo.
sono nate insieme épiphanie e la sua paura, una paura enorme e nera e spaventosa, che la segue, letteralmente, come un'ombra. anzi, potremmo tranquillamente dire che ombra e paura sono la stessa cosa, e che épiphanie non ha soltanto paura della sua ombra, più che altro ha paura di tutto e la paura/ombra lo sa benissimo e sa come deve comportarsi ogni volta.
ma prima o poi di questa paura bisogna pur liberarsene, e così épiphanie inizia il suo viaggio in un bosco misterioso, in cui una guida - che ha perso la sua serietà e la sua gravità - galleggiando come un palloncino le indica la strada per lo studio del dottor psyche, il cervellotico specialista che le consiglia una terapia, qualcosa per curarsi perché, è evidente a tutti ormai, la paura di épiphanie è una malattia a tutti gli effetti.
ne la spaventosa paura di épiphanie frayeur il viaggio continua in un tempo e uno spazio irreali come quelli di un sogno, e continuano gli incontri: prima un parrucchiere dall'anatomia bizzarra come un incubo, che tenta di domare i capelli di épiphanie che per colpa della sua costante paura stanno sempre ritti in testa e non hanno alcuna intenzione di farsi domare, poi un donchisciottesco cavaliere errante, senza macchia e senza paura, che salva le fanciulle in ambasce per condurle verso il sole e lontano da ciò che le spaventa, infine un portentoso circo, pieno di ogni sorta di meravigliosa stranezza, con un coraggioso domatore che propone a épiphanie di domare lo strano, terrificante mostro che si porta dietro proprio come se fosse una fiera selvaggia e pericolosa, e una buffa, piccola indovina non troppo brava a scrutare nel futuro...
séverine gauthier, che aveva già sceneggiato l'uomo montagna, scrive una favola per piccoli e grandi, una sorta di alice nel paese delle meraviglie, in cui una bambina compie un viaggio in un mondo incredibile, incontra creature assurde e alla fine impara la più importante delle lezioni: puoi affidarti a chi vuoi, puoi provare a lasciare che siano gli altri a risolvere il tuo problema, ma la paura va affrontata, capita e in qualche modo accettata, non puoi semplicemente sperare che prima o poi sparisca.
clément lefèvre mette su carta questo mondo incredibile con un tratto dolce e rotondo, tingendolo dei colori freddi e cupi della paura e del bosco e di quelli caldi, luminosi e rassicuranti del sole al tramonto, dando ai personaggi aspetti quasi caricaturali e giocando col bianco del foglio, annullando spesso la griglia tipica del fumetto per realizzare pagine quasi da libro illustrato.
come tutti i bei libri per bambini, la spaventosa paura di épiphanie frayeur è capace di colpire anche i più grandi e di farsi leggere a più livelli: un'avventura nel fitto di un bosco misterioso e incantato, o un viaggio fino alle profondità del nostro animo.
Mi ha ricordato un libro che ho letto, che si chiama "Hortense and the Shadow", anche lì la protagonista ha paura della sua ombra, fino a quando non capisce che non sempre la realtà è quella che appare.
RispondiEliminaMolto bella la copertina!
non lo conosco, ma me lo segno assolutamente!
Elimina(la copertina è bellissima, ma dentro ci sono pagine che mi piacciono ancora di più ^_^)