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lunedì 26 febbraio 2018

crawl space

ho dimenticato di essere me

trasferirsi in una nuova città, cambiare ambiente, perdere i vecchi amici e doversene cercare di nuovi, ambientarsi in una nuova scuola, farsi accettare dai nuovi compagni, costruire nuovi legami... fa fatica anche solo scriverlo.
ed è esattamente in questa situazione che si trova daisy quando scopre che nella sua nuova casa, nella piccola lavanderia - il crawl space del titolo - dentro la lavatrice c'è un mondo incredibile, popolato di colori e forme cangianti, di buffe creature, di sensazioni abbaglianti, diverso da tutto quello che ha mai potuto sperimentare fuori da lì. un segreto meraviglioso che decide di condividere con una sua nuova amica jeanne-claude (un segreto che sai solo tu non è poi così divertente, no?), pregandola di non rivelarlo a nessuno.
manco a dirlo, ci vuole veramente poco prima che mezza scuola ne sia a conoscenza e che, approfittando dell'assenza dei genitori di daisy, si organizzi una mega festa nel mondo dentro la lavatrice.
ma quel mondo lì, fatto di colori e di astrazioni, dove l'io si perde e si confonde in un turbinare senza posa di forme e sensazioni, non è un mondo facile da gestire: le emozioni estreme hanno il potere di influenzare profondamente l'ambiente [...] se affrontato con intenzioni impure e negative, può servire da varco verso profondi e infiniti abissi di terrore.


non so se jesse jacobs volesse scrivere una metafora dei cambiamenti in cui ci si imbatte in certe fasi della vita, quei momenti in cui non si capisce più cosa succede, non si sanno dare nomi alle cose e tutto sembra un confuso rimescolio di sensazioni che non si fermano un solo attimo, che ci lasciano storditi e confusi, incapaci di comprendere appieno, non so nemmeno se è lecito leggere in un libro quello di cui si ha bisogno al momento o se è una sorta di sgarbo all'autore che magari ti direbbe ehi, non hai capito un bel niente, razza di egocentrica del cavolo.
nel dubbio, considerando che dubito che a jesse jacobs interessi sapere cosa ne penso io del suo lavoro, mi permetto di immaginare quello che voglio.
perché crawl space è un libro che non da risposte chiare a nessuna domanda e che permette di farsi leggere in molti modi: trovate le vostre metafore se ci tenete a farlo, pensate che sia stato scritto proprio per farvi capire un qualche strano messaggio in codice se questo vi fa stare meglio, rintanatevi nel vostro stanzino minuscolo a sentire quello che vi serve per stare meglio, per scappare dalla solitudine, dalla paura delle cose nuove, di quello che non si riesce a capire. per me è sempre così, e forse è questo il potere immenso che hanno i libri belli, quello di farti credere che sei l'unico e solo destinatario di tutto quello che c'è dentro.
oppure semplicemente perdetevi in questo mondo bidimensionale coloratissimo, geometrico e allucinato, lasciate correre gli sguardi sulle forme che si intrecciano in chissà quali strani simboli misteriosi, fatevi ipnotizzare da spirali e nodi e incroci, viaggiate in un universo come non ne esistono, godetevi un'allucinazione da sobri come fa daisy entrando nella sua lavatrice, perché dopo safari honeymoon e e così conoscerai l'universo e gli dei, jacobs crea un non-spazio ancora più strano e visionario del solito, pagine che non sono altro che bellissime immagini a cui forse non ha senso altro dare altro significato che il piacere che si prova a guardarle.

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