berlino è la libertà a discapito della realtà
margot si è trasferita a berlino carica di sogni e speranze, e in questa città le sembra che ogni possibilità sia effettivamente vera e pronta a farsi prendere al volo proprio da lei.
berlino è una città viva, piena di arte e di giovani che lavorano realizzando quello che desideravano, è facile trovare lavoro, anche per chi, come lei, vorrebbe farlo nell'ambito culturale...
ma davvero è tutto così facile? come è possibile che berlino sia un'isola felice in un europa in cui il lavoro è sempre più un miraggio, sopratutto per i più giovani?
la risposta è talmente facile che continuerete a non pensarci fino a che non leggerete questo libro.
berlino 2.0 è la nuova versione di una germania che era già stata l'ambita meta di chi era alla disperata ricerca di lavoro, è una berlino riconfezionata ad hoc per i ragazzi che da tutta europa partono cercando il loro futuro, con qualcosa di meglio però che una valigia di cartone, ed è un libro che, senza esagerare mai con i toni, con una pacatezza che accorda perfettamente testo e disegno, racconta con lucidità una generazione allo sbaraglio in un mondo completamente pazzo.
oggi c'è alberto madrigal con noi a chiacchierare un po' su questo libro, che ha disegnato insieme a mathilde ramadier, che si è invece occupata della sceneggiatura.
buona lettura! (alla fine dell'intervista le regole per partecipare al giveaway)
ciao alberto e benvenuto su claccalegge!
ci racconti come vi siete incontrati tu e mathilde ramadier e come avete deciso di raccontare la storia di margot, la protagonista di berlino 2.0?
Ci siamo conosciuti qualche anno fa in una social network di artisti a Berlino (Artconnect Berlin). All’epoca Mathilde stava scrivendo il suo primo fumetto (Rêves Syncopés, Dargaud 2013) e mi ha chiesto informazioni pratiche di come lavoravo io. Siamo diventati amici, mi ha detto che voleva scrivere una storia su Berlino e qualche anno dopo mi ha proposto di disegnarla, visto che l’avevo già fatto nel mio primo libro.
questo libro è un po' come il finale di una trilogia che era iniziata con un lavoro vero, però è anche il primo che non scrivi da solo. come mai questa volta hai deciso di realizzare una storia a quattro mani?
Dopo aver fatto due libri come autore unico ero sicuro di non voler disegnare storie scritte da altri. Per me, disegni e parole vanno molto legate. Quando Mathilde mi ha proposto di fare il libro insieme ero pronto a rispondere di no, ma pensandoci bene, ho capito che potevo prenderlo come una cosa diversa. Potevo fare il regista con i disegni, decidere come raccontare la storia, ma senza preoccuparmi di essa. Per fare questo, comunque, mi serviva libertà assoluta nella narrazione. Non riesco a disegnare se lo sceneggiatore mi dà ogni dettaglio de come dev’essere costruita la pagina, ma con Mathilde non è stato un problema. Lei ha scritto i dialoghi e mi ha detto i luoghi quando erano importanti per il senso della scena. Per il resto, ero libero di scegliere quante vignette usare.
il tema principale delle tue storie è il lavoro, che poi credo sia un po' l'ossessione di tutta la nostra generazione, e infatti di quella generazione racconti nei tuoi libri. nel tuo primo graphic novel, un lavoro vero, c'è una sorta di paradosso perché in effetti tu hai scritto un fumetto in cui racconti quanto sia difficile lavorare come artista e considerarlo un lavoro, appunto, vero. ma mentre disegnavi e scrivevi, come hai superato questa contraddizione?
L’ho superata fino a un certo punto.
Da un lato ho capito che questo è quello che volevo fare nella vita ed essendo un’attività che ha bisogno di molto tempo, 1-2 anni per libro, l’unico modo è prendendolo come un lavoro, scrivendo e disegnando anche quando di voglia non ne ho. Se lo facessi ogni tanto per divertimento, non finirei mai un libro completo.
Dall’altra parte, è difficile pensare che sia un lavoro “vero” quando non ti fa guadagnare abbastanza soldi per campare. Il primo libro mi è servito per ragionare su questi temi, che come dici tu, sono diventati una mia ossessione. Ma quando ho finito il libro ho capito che l’importante non erano i soldi ma la voglia di raccontare storie e disegnarle.
in berlino 2.0 la città più che un'ambientazione per le azioni dei personaggi, è protagonista con le sue promesse a volte disattese e le sue contraddizioni. fino a un paio di generazioni fa - sopratutto per i siciliani come me - la germania era quasi una sorta di terra promessa, dal tuo punto di vista come la vedi adesso? davvero è così tanto uguale agli altri paesi europei, con i giovani in crisi, il lavoro che non conosce diritti, eccetera?
Non saprei risponderti. Nel senso che, la storia che racconta Mathilde non è quella che io personalmente ho trovato qui, anche se ne ho sentito parlare da altre persone. Io mi trovo in una situazione particolare in cui lavoro da solo, addirittura per altri paesi, quindi non ho un contatto diretto con il mondo lavorativo in Germania. L’unica volta è stata alcuni anni fa, quando ho lavorato in una startup di videogiochi e ho avuto un'esperienza molto positiva. Ora mi rendo conto che sicuramente sono stato fortunato.
La storia di Berlino 2.0 fa vedere il contrasto tra esperienze diverse a quelle che racconto nei miei primi libri, e per questo motivo era interessante concludere la trilogia con questa storia.
sul tuo blog negli ultimi tempi abbiamo letto storie che hanno un tono diverso da quello di questi libri, più allegro se mi passi il termine. pensi che svilupperai il racconto della tua storia e quella della tua famiglia in un libro? o comunque, hai nuovi progetti in mente?
Di solito quando lavoro a un libro vengono fuori dei temi di cui sono preoccupato senza rendermene conto. Forse è un modo di digerirgli in qualche modo.
Invece il blog nasce da situazioni buffe che non vedo l’ora di raccontare per fare sorridere a qualcuno che ho in mente nel momento della scrittura. Se poi la storia viene bene, succede questa cosa magica per cui più persone si riconoscono.
A me piacerebbe molto se un giorno tutte quelle storie del blog fossero raccolte in un libro, perché hanno un filo conduttore che racconta la mia vita in questi anni.
Se invece la tua domanda è se svilupperei un libro della mia storia e quella della mia famiglia che non c’entra con il blog, non lo so. Da un lato mi sento molto comodo scrivendo usando la autobiografia come base, ma mi spaventa l’idea di far vedere troppo su delle persone che mi stanno attorno. Quando fai una storia, i personaggi, pur nascendo da persone vere, vengono cambiati per assecondare il racconto. Questo lo sai tu che scrivi, ma non è facile da accettare da chi lo legge e conosce quelle persone.
A parte questo, ora sono nella fase di scrittura di un nuovo fumetto che finalmente (spero), non parla del lavoro. :)
ti ringrazio per averci dedicato il tuo tempo, in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti! a presto!
Grazie a te, è stato un piacere!per partecipare e poter vincere bisogna:
- mettere mi piace alla pagina facebook bao publishing
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- commentare tutte le tappe del blog tour
- condividere il blogtour sui social
- compilare il form con i dati (per il givaway)
- il giveaway termina il4 dicembre!
ed ecco tutte le tappe del blog tour!
22 novembre fangirl in love with books ~ videorecensione e annuncio giveaway
24 novembre i bookanieri ~ recensione
27 novembre oh ma che ansia ~ videorecensione
29 novembre la tana del booklover ~ recensione
1 dicembre a clacca piace leggere ~ intervista agli autori
a Rafflecopter giveaway
Grazie per le interviste!!
RispondiEliminaBel blog e bell'articolo/intervista!
RispondiEliminaOgni volta che vedo il tuo blog con le tue interviste tra le tappe di un blog tour Bao son contento :)
RispondiEliminagrazie ^_^
EliminaMolto interessante questa intervista, d'altronde se questo libro è proprio bello anche gli autori non sono da meno! Mi è piaciuta molto, brava :)
RispondiEliminaDavvero molto interessante...Spero ed incrocio le dita... :)
RispondiEliminaLe interviste sono sempre belle da leggere perché si scoprono un sacco di retroscena interessanti! Grazie per questa recensione!
RispondiEliminaQuesta intervista è la degna conclusione di un tour fantastico attorno ad un libro che mi avete fatto amare. Lo leggerò senza dubbio, indipendentemente dall'esito del giveaway. E' un raconto "autentico" che fa pensare, che accosta al fascino di Berlino, tutte le difficoltà e le gioie dei protagonisti. Il mondo delle graphic novel di qualità, come questa,è veramente una bella scoperta.
RispondiEliminaIn altre tappe del tour invece di micaelac appare il mio nome: Micaela Catanese.
EliminaMolto bella e gratificante l'intervista. Se questa graphic novel è così fantastica, i suoi autori non potevano certo essere meno !! Spero collaboreranno ancora insieme! Sono fantastici ! Grazie per questa ultima tappa anch'essa essenziale e ben fatta ! Grazie
RispondiEliminaBell'intervista, mi incuriosiva un sacco questa graphic novel e ora sono ancora più convinta sull'acquistarla!
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