ogni volta che esce un nuovo libro di zerocalcare succede il finimondo: tutti lo vogliono, (quasi) tutti lo leggono, (però) tutti ne parlano e lui, zerocalcare, entra in ansia da prestazione, temendo ogni volta il fallimento (ormai è l'unico a credere che potrebbe fare una roba tanto pessima, noi l'abbiamo capito che è bravo).
possiamo rassicurarlo che anche per questa volta l'ha fatta franca perché, anche se questo libro non è il solito zerocalcare - anche se non sono sicurissima che esista un solito zerocalcare - è piaciuto tanto. e non solo a me (che anche sticazzi, per dirla come direbbe lui).
macerie prime è il libro in cui zerocalcare-personaggio e i suoi comprimari si riallineano ai loro corrispettivi nella vita reale, presentandosi per quello che sono oggi dopo sei anni - che non sono tanti ma che hanno visto pubblicare altri sette libri e un numero imprecisato di tavole online - da la profezia dell'armadillo. ne esce un affresco tanto drammatico quanto, almeno in sottofondo, denso di affetto per quelli che per l'autore sono molto di più che disegnetti nelle sue storie.
ma niente paura, il solito zerocalcare, quello che un po' fa male e un po' fa ridere, è sempre lì, uguale a se stesso, solo molto più incasinato, oppresso da un successo non previsto a cui non riesce a tener freno per via del suo infinito senso di colpa che lo devasta alla sola idea di non partecipare a un'iniziativa che è chiamato a sostenere, a non fare milioni di dediche alle presentazioni, a dire per una volta "no".
necessariamente però, questo stravolgimento ha cambiato le sue abitudini, si è allontanato dalla vita pre-profezia e, inevitabilmente, dai suoi amici: cosa succedeva a loro mentre lui diventava famoso e vendeva milioni di copie?
più o meno quello che succede a tantissimi coetanei in questo paese ridicolo: la deriva delle certezze, la precarietà, la necessità di rinunciare ai sogni e alle ambizioni per sopravvivere, i cambiamenti insospettabili da un lato (cinghiale si sposa! chi mai avrebbe potuto anche solo immaginarlo?) e la monotona mancanza di prospettive dall'altra.
le macerie prime del titolo sono quelle che riguardano tutta la nostra generazione, quelle materie prime che non sono mai neppure state considerate, sottovalutate e sfruttate, ridotte all'osso e svuotate di significato e speranza.
la trama - che se leggendo il fumetto vi è parsa inconcludente è perché effettivamente si concluderà tra sei mesi, a maggio prossimo, con la seconda parte, quindi state tranquilli - prende le mosse da un'inaspettata riunione tra zero-personaggio e i suoi amici-personaggi, che gli chiedono di aiutarlo a partecipare a un bando che per molti di loro potrebbe significare un incredibile passo avanti in quell'inferno che è ilmondodellavoro (chiedo scusa per la bruttezza dell'espressione, fa venire i conati anche a me ogni volta, ma va di moda dirlo, giusto per sottolineare quanti ne sono alieni), e che ovviamente zerocalcare non può rifiutare.
ma, nonostante i legami forti di anni di amicizia, ritrovarsi dopo tempo, carichi del peso del fallimento da un lato e di quello del successo dall'altro, non è tutto rose e fiori, anzi.
ci vuole pochissimo per sbriciolarsi, per perdere quel pezzo di sé che ci rende empatici, solidali, comprensivi, umani.
una perdita che si concretizzerà in un'assenza che - almeno per me - fa più male di ogni altra crudeltà che l'autore potesse immaginare.
parallelamente alle vicende parabiografiche dello zerocalcare del fumetto, assistiamo a delle scene di ambientazione post-apocalittica in cui, tra le macerie reali di una baraccopoli senza regole, un anziano e un bambino studiano il comportamento di alcuni tremendi mostri, una sorta di esasperazione - questa volta per nulla comica - delle incarnazioni che hanno ormai formato il pantheon di emozioni e voci nella testa della produzione di zerocalcare.
è la parte meno comprensibile, per il momento, della storia, che sicuramente capiremo meglio in seguito.
infatti la storia si interrompe per poi riprendere sei mesi dopo, cosa che coinvolgerà direttamente i lettori, come si diceva prima: la parte conclusiva - che si intitolerà macerie prime - sei mesi dopo e che chiarirà tutti i quesiti nati durante la lettura (speriamo) - sarà pubblicata proprio dopo sei mesi dalla pubblicazione del libro.
personalmente trovo che questo espediente, che mette sullo stesso piano tempo della narrazione e tempo reale, crei un coinvolgimento emotivo in più con il lettore e un'aumentata sensazione di veridicità della storia, per quanto zeppa di animali parlanti e situazioni da esplorando il corpo umano.
mi è piaciuto macerie prime? sì, un sacco (così, se mai zerocalcare dovesse leggere queste righe, può stare tranquillo), mi ha fatta ridere, come al solito, e come al solito mi ha commossa, perché sempre, anche in una storia che è in qualche modo parecchio personale, riesce a parlare di tutti e a tutti quelli che a trent'anni, nel bene o nel male, si sono ritrovati a essere quello che mai avrebbero immaginato da bambini.
se le premesse sono queste, vale la pena aspettare sei mesi.
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