se pensavate che l'esistenza da trent'enne disoccupato che non sa cosa fare della propria vita mentre il mondo intorno a voi si realizza sia la cosa peggiore che poteva capitarvi, evidentemente vi siete dimenticati quale inferno era l'adolescenza (o magari siete stati tra i pochi adolescenti felici a questo mondo, ma non ci credo nemmeno se fate la croce sul cuore).
ma non c'è problema, leggete sacred heart e ogni cicatrice del vostro animo di ex-brufolosi fuori dal mondo tornerà ad aprirsi e sanguinare rabbiosamente: liz suburbia ha preso il meglio del peggio di quell'era di disagio e frustrazioni e l'ha spremuto in un libro che cambia radicalmente il concetto di teen drama, risparmiandoci i luoghi comuni da commedia e catapultandoci in un mondo assurdo in cui l'apocalisse sembra imminente ma di certo meno interessante del prossimo concerto.
ma non c'è problema, leggete sacred heart e ogni cicatrice del vostro animo di ex-brufolosi fuori dal mondo tornerà ad aprirsi e sanguinare rabbiosamente: liz suburbia ha preso il meglio del peggio di quell'era di disagio e frustrazioni e l'ha spremuto in un libro che cambia radicalmente il concetto di teen drama, risparmiandoci i luoghi comuni da commedia e catapultandoci in un mondo assurdo in cui l'apocalisse sembra imminente ma di certo meno interessante del prossimo concerto.
le scritte sui muri, la birra onnipresente, le partite di rugby, ma sopratutto la musica punk, i concerti, le feste, i tagli di capelli assurdi, la macchina guidata da sbronzi, i primi amori, la necessità di essere alternativi - ma tutti allo stesso modo, le sigarette fumate di continuo ovunque, il sesso sui divani, la voglia di guardare sempre gli stessi film mangiando schifezze sul divano insieme al tuo migliore amico. questo è il mondo di sacred heart al primo sguardo, un mondo di adolescenti alla scoperta della vita, una città come tante altre fino a che qualcosa non comincia a diventare un po' troppo inquietante...
protagonista della vicenda è ben, una ragazza tosta che ama andare ai concerti, non regge troppo bene l'acool, ha una cotta per il tizio figo&più-grande, pochi amici, un cane di nome john mcclane, la passione per i tatuaggi, un migliore amico un po' creepy a cui però non può non voler bene e una sorella, empathy, a volte troppo riservata.
ben vive ad alexandria, una città come tante altre, piena di ragazzini che vorrebbero diventare grandi presto senza sapere bene come fare, che poi a dirla tutta, diventare grandi sembra un po' uno schifo, quindi tanto vale non pensarci troppo.
tutto normale fin qui, ma dove sono gli adulti? e i bambini? e i vecchi? dove sono tutti i non-adolescenti di alexandria? e poi chi è che va in giro uccidendo ragazzi da qualche mese a questa parte? e perché sembra che a nessuno importi, come se morire assassinati per strada fosse la cosa più normale del mondo? e ancora, cos'è questa sensazione di qualcosa di imminente e definitivo che sta per arrivare?
ai ragazzi di alexandria non piace troppo pensarci, la vita è troppo bella e forse troppo breve per perdere tempo a torturarsi per quello che non c'è, per quello che forse non ci sarà mai, e chi lo fa non lo ammette forse neppure a se stesso.
gli interrogativi sono tanti, ma liz suburbia mantiene il fuoco fisso sui suoi personaggi, soprattutto su ben, e lascia in secondo piano tutto il resto, tutto quello che a una prima lettura non vedrete nemmeno, salterà fuori alla seconda.
tra un concerto e un omicidio, la vita sregolata ad alexandria continua come se non ci fosse un domani (e potrebbe davvero essere così per quello che ne sappiamo), e i riferimenti a questa catastrofe prossima a succedere sono numerosi e sempre più frequenti verso la fine del libro, che, a dette dell'autrice, sarà solo il primo di una serie di quattro.
sacred heart sa essere molto di più di un fumetto sull'adolescenza e molto di più di un racconto distopico: sa dosare sarcasmo e delicatezza per rappresentare senza pregiudizi ma con infinita lucidità quel continuo altalenare tra entusiasmo e sconforto proprio di quell'età, affiancando uno stile di disegno cartoonesco ma crudo e realistico - la versione più punk e cattiva di brian l. o'malley - che non risparmia e non elogia nessuno, in perfetto accordo con la colonna sonora (i titoli delle canzoni che i ragazzi ascoltano sono segnati come note) di tutta la storia.
nato come web comic, sacred heart ha riscosso immediatamente successo tanto da essere poi stampato - e prima ancora ridisegnato completamente per uniformare lo stile grafico tra i primi e gli ultimi capitoli e per renderlo adatto alla stampa - da fantagraphics, continuando a stupire e a raggiungere un pubblico sempre più vasto ed entusiasta.
a noi non rimane che ringraziare eris per averci fatto scoprire questa artista straordinaria e sperare che il seguito, che - oltre tutto quello che abbiamo già detto - da alcuni dettagli sparsi qua e là nel primo volume sembra essere davvero promettente, non si faccia attendere per troppo tempo.
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