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giovedì 26 ottobre 2017

la giusta mezura

"ci hanno insegnato questo: ti innamori, sei la luce dei suoi occhi, finisci per arrenderti ai baci perugina e a tutto il resto.
non ci hanno detto niente di quello che c'è dopo."

ed è del dopo che parla questa storia, la giusta mezura, il dopo di mia e manuel, quasi trent'anni, otto dei quali passati insieme, in bilico tra un passato che li tiene ancora prigionieri, tra le mura della casa per studenti nella quale ancora abitano insieme ad altre quattro persone come ai tempi dell'università, e un futuro che sembra irraggiungibile, perso dopo un presente che si dilata all'infinito tra lavori accettati giusto per sbarcare il lunario e abitudini stantie.

e qui troviamo mia: si è appena licenziata dal negozio di scarpe in cui lavorava, dopo aver da tempo rinunciato al sogni di diventare un'artista come voleva, e sa che manuel non la prenderà affatto bene.
ma non è solo il lavoro a farla arrabbiare, mia sente che la vita le va scivolando di dosso, che i sogni sono tanti e il tempo per realizzarli poco. sembra sia passato solo un giorno da quando era una studentessa, solo un giorno da quando si è innamorata di mauel, il dolce sognatore idealista che lavora in pizzeria ma aspira a diventare uno scrittore, da quando tutto sembrava bellissimo come una porta aperta su un mare di possibilità, e adesso tutto è grigio e vischioso come un mostro che la blocca in una vita che non avrebbe voluto, fatta di routine, compromessi e insoddisfazione.

da un lato, mia è affamata di vita e di emozioni, stanca della quotidianità, malinconica quando pensa ai primi tempi con manuel, quando tutto era una scoperta. guarda costantemente indietro, rimpiangendo quello che ha perso, certa che sia per sempre.
dall'altro, manuel ha lo sguardo pragmaticamente rivolto in avanti, forte dei suoi ideali puri come quelli del cavaliere di cui scrive nel suo romanzo le gesta: l'amore che dura per sempre, la felicità dei giorni sempre insieme, il matrimonio, una casa, dei bambini. il mulino bianco, come uno spot che si ripete sempre uguale, senza lacrime né tensioni.

succede qualcosa nella loro vita, qualcosa che cambia irrimediabilmente il loro amore. quand'è che l'amore diventa sopportazione?


flavia biondi da sempre sa parlare dei sentimenti come sanno fare in pochissimi, sa essere delicata senza risparmiare nessun dolore né ai suoi personaggi né ai suoi lettori: ci prende tutti, senza far troppo caso se siamo fatti di carta e inchiostro o carne e sangue, e ci butta in pasto alla vita, raccontandoci che ok, certo che fa male, però è così. e in qualche modo bisogna uscirne vivi.

mia e manuel si amano ma si feriscono, hanno bisogno l'una dell'altro ma si allontanano, lasciano che la malinconia del passato e la paura del futuro rovinino il loro presente, che la voglia di prendersi cura dell'altro gli si ritorca invece contro.
forse sembra poco romantico ma è fisiologico: ecco cosa c'è dopo la felicità e i baci perugina, c'è quel lento disfarsi delle emozioni e la fine che sembra imminente se non si trova insieme il coraggio e la forza di reinventarsi, di capire che due non significa niente, che si è uno più uno, e che non si può solo contare sull'altro, su quello che desideriamo da lui, che le cose cambiano, la vita va avanti e non deve per forza essere tutto rose e fiori o guerra perenne. la guerra bisogna farla insieme e provare a vincerla a tutti i costi.

la loro storia va in parallelo a quella di decimo e ludovica, il racconto nel racconto, il romanzo medievale che manuel scrive a puntate su facebook, fatto di atti eroici e promesse eterne, di principi inviolabili e altre cose irreali come i draghi. e intrecciandosi a questa, la storia di mia e manuel sembra ancora più vera e comune. l'idea di mettere in parallelo finzione e realtà è stata perfetta.

insomma, io lo sapevo che flavia non avrebbe fatto nulla di meno che farmi il cuore a fettine e poi ricucirlo ricamandoci qualche rosellina qua e là, e così è stato.
lo fa ogni volta dai tempi di barba di perle, ma è inevitabile rendersi conto di quanto, in questi pochi anni, sia cresciuta e diventata un'autrice pazzesca, che non ha solo uno stile di disegno unico e sempre più elegante, bello ed espressivo, ma che sa gestire testi, dialoghi e regia ormai a un livello altissimo. e che sopratutto sa scavare a fondo nell'animo delle storie e dei suoi protagonisti, rendendoli veri e vivi, e che partendo da quelle storie e quei protagonisti, sa parlare a chiunque si ritrovi davanti alle sue pagine.


quelli de la giusta mezura - mia e manuel, ma anche tito e la mamma di mia, che sono un po' la voce della coscienza di tutta la storia - sono quel tipo di personaggi che ci mettono poche vignette a diventare persone, di ci affezioni e ti ci rivedi, ti immagini al posto loro, vivi le loro paure e il loro dolore tanto quanto le loro gioie e le loro risate. e non ti sei nemmeno ancora accorta che è da scemi, che il finale è lì, basta saltare le pagine e dare una sbirciata, e invece stai a fare il tifo per la loro felicità.
questo è quello che, puntualmente a ogni libro, flavia ti convince a fare: ti trascina con forza nella sua storia e ti fa anche dimenticare che è solo una storia, che è finto, perché mentre la leggi non puoi che vivere tutto anche tu, o ricordarti di averlo vissuto, o prepararti a quando succederà anche a te, e insomma, ti ritrovi a commuoverti e ad avere le mani sudate.

se ancora non era chiaro, secondo me questo è uno dei libri più belli dell'anno, e se fossi in voi non me lo perderei per nulla al mondo.


per approfondire e scoprire qualcosa in più su la giusta mezura, qui trovate tutti gli altri appuntamenti di oggi in giro per il web:

intervista a flavia biondi ~ mentelocale
anteprima de la giusta mezura ~ bad comics
diretta fb da bologna con flavia biondi ~ read vlog repeat
recensione ~ una banda di cefali

4 commenti:

  1. Mi sa che sarà uno dei miei acquisti lucchesi. Il titolo mi attirava, da vecchia giocatrice di un famoso GDR online, e ora che vedo come le età dei protagonisti siano vicini alla mia, così come i problemi e le paure... ho ancora più voglia di acquistarlo. Anche se so che mi angoscerà da morire T__T

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    1. no no, non è angosciante però le lacrime scorreranno a fiumi! ma ne vale la pena ♥

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  2. Di Flavia Biondi ho amato molto Barba di Perle e ho letto anche l'orgoglio di leone (che mi è piaciuto un po' meno, ma lo ricordo poco). Sono rimasta un po' indietro con i suoi lavori, ma questo mi incuriosisce molto! ^^
    Complimenti per la bella recensione!

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    1. grazie ^///^ se ti capita recuperalo! e c'è anche la generazione (che è uscito un paio di anni fa) che è bello assai (trovi qualche informazioncina in più qui: http://www.claccalegge.it/2015/11/la-generazione.html)

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