ho riscritto venti volte l'introduzione a questo post perché è difficile presentare così non solo i due autori che ci fanno compagnia oggi, ma anche spiegarvi tutto quello che sta dietro quest'intervista.
ho conosciuto emanunele e linda all'etna comics di due anni fa, ho seguito la loro conferenza su lumina e quella sulla colorazione del volume, ho avuto modo di chiacchierare con loro lì e poi successivamente ci siamo scritti tante volte per cianciare di fumetti (e a volte di gatti), e ho capito fin da subito che sono non soltanto due autori bravissimi, due appassionati di fumetto che nel fumetto ci credono davvero e investono ogni energia nei loro progetti, come autori e come editori, in qualche modo due rivoluzionari, che hanno cambiato completamente il modo di intendere l'editoria, ma anche due persone simpatiche, divertenti e incredibilmente disponibili.
ho una stima enorme per loro due e per il tatai lab, la casa editrice che hanno fondato e che sicuramente - se non è la prima volta che passate da qui - conoscete già bene, e tutto questo mi ha creato una paranoia enorme che mi ha fatto ritardare per ben due anni quest'intervista: ogni volta che provavo a buttare giù le domande avevo paura di tirar fuori qualcosa di banale, di non riuscire a rendere giustizia al loro lavoro, che è completamente fuori dagli schemi.
poi - sarà stata la lunga pausa estiva? - è arrivata l'ispirazione e finalmente ci siamo.
spero che leggendo le prossime righe, oltre a divertirvi, riusciate a scoprire qualcosa di più su una delle realtà editoriali e artistiche che più mi sta a cuore, e se magari non avete ancora letto lumina o gli altri titoli di tatai lab, questa diventi una buona occasione per recuperare!
buona lettura! ♥
ciao lia, ciao emanuele, grazie mille per il vostro tempo e benvenuti su claccalegge!
il vostro lumina detiene parecchi primati – ad esempio è il primo fumetto italiano stampato in esacromia – ed è anche uno dei primi fumetti italiani realizzati in crowdfunding: ci raccontate come avete vissuto l'esperienza della prima raccolta fondi dall'altra parte dello schermo?
Ciao Clacca! Grazie a te per essere sempre così gentile ad ospitarci nelle tue pagine!
Si, Lumina detiene parecchi primati, è un progetto molto importante sotto diversi punti di vista.
Organizzare e realizzare una campagna di crowdfunding non è mai facile, e ancora di più non lo è stato due anni fa quando abbiamo iniziato a concretizzare questa idea sul primo volume.
Come ben immaginerai c’è sempre un po’ di “diffidenza” nei confronti delle nuove possibilità e nei nuovi strumenti (non capiamo perché). Essendo stati i primi a realizzare in Italia una campagna così impegnativa e grande, siamo stati oggetto di molte critiche da parte degli “addetti ai lavori” più scettici. Abbiamo combattuto, praticamente, una “piccola guerra” per imporre la nostra idea e per insegnare al pubblico italiano che una strada alternativa era possibile. Sto parlando di possibilità nuove legate al rapporto tra “produttore” e “pubblico”, la cosiddetta “sharing economy”, un modello di finanziamento che permette di by-passare gli ingranaggi più “vecchi” di un sistema che scricchiola, e arrivare a dei risultati nuovi e straordinari (lumina, come dici tu, è stampato in multicromia, tecnica molto costosa, impossibile da realizzare se non attraverso un crowdfunding, e in più ha anche una colonna sonora originale, registrata con un’orchestra sinfonica macedone, anche questo è un “primato” irraggiungibile se non grazie al supporto dei lettori).
prima ancora del lancio del progetto su indiegogo, come è nato lumina?
Lumina è un progetto nato dalla nostra (di Linda e Emanuele) esigenza di “sfogarci creativamente”. Dopo anni e anni di lavoro su commissione, avevamo capito che c’era la necessità di creare un nostro progetto tecnicamente ambizioso, un libro che raccogliesse in toto il nostro bagaglio visivo e culturale (nell’accezione “pop” del termine) con l’obiettivo di creare un universo di fantascienza che seguisse le nostre “regole” e le nostre “aspettative”. L’impatto grafico e l’intreccio della storia erano gli elementi principali attorno ai quali ruotava la nostra progettazione.
Lumina non doveva essere solamente un libro di “intrattenimento” ma anche l’occasione per noi di metterci alla prova e realizzare qualcosa che ritenevamo impensabile (nell’accezione soprattutto di essere in sole due persone e totalmente indipendenti, senza alcun supporto finanziario e gestionale da parte di un editore).
insieme al primo volume della vostra saga ha visto la luce anche tatai lab, la vostra casa editrice: quando avete cominciato avevate già in mente di inserire in catalogo anche libri di altri autori?
Quando abbiamo pensato e realizzato Lumina, no, non avevamo in mente di allargare la nostra idea anche ad altri autori, tanto meno creare una vera e propria casa editrice, ma c’era da aspettarselo: Linda ed io siamo così, appena intercettiamo un’idea “virtuosa”, che capiamo avere delle forti potenzialità e soprattutto che può essere d’aiuto anche ad altri, non ci pensiamo un secondo.
L’evoluzione in Tatai Lab, quindi, è stata del tutto spontanea e consecutiva. L’entusiasmo nel vedere le reazioni del pubblico al nostro libro ci ha dato il coraggio e la forza di credere che potevamo farcela anche per tanti altri libri e tanti altri giovani disegnatori e così, fortunatamente, è stato!
tornando un attimo a lumina, emanuele ha inventato una nuova tecnica di colorazione – l'hyperflat – per la realizzazione delle tavole: ho provato a spiegarla anche io tempo fa (quando ho parlato del primo volume di lumina qui) ma mi piacerebbe che ci dicessi tu meglio come funziona e sopratutto come sei riuscito a idearla.
Il tutto è nato da un’intuizione che ebbi molti anni fa per la realizzazione di un progetto molto conosciuto: Wondercity. (n.d.c. ohhh! io adoravo wondercity!)Wondercity era una serie a fumetti da “edicola”, usciva un numero nuovo ogni 2 mesi, e le storie avevano i connotati propri dell’estetica “seriale”. Le storie erano scritte da Giovanni Gualdoni e disegnate da Stefano Turconi (e altri disegnatori disneyani), per ciò io e il mio team di coloristi avevamo grosse aspettative sul lavoro cromatico che volevamo realizzare. La mia necessità era quella di creare un prodotto seriale di altissima qualità che avesse, quindi, i “ritmi produttivi” delle uscite da edicola, ma con un forte impatto qualitativo tipico degli albi francesi.so che lia è un'appassionata di moda e costumi e questo è evidente per l'incredibile ricchezza di dettagli che hanno gli abiti dei vostri personaggi, ma quello che mi incuriosisce ancora di più è scoprire da dove hai preso le idee per le tante stranissime bestione che popolano il pianeta di lumina, alcune sembrano delle chimere mitologiche, altri sembrano quasi dei pokèmon!
Pensai quindi che, per ciò che riguarda la colorazione, invece di limitarmi a stendere 1 tinta piatta e 1 solo livello di ombreggiatura, raddoppiando quest’ultimo potevo aumentare il “sapore pittorico” delle tavole. E così fu: una tinta piatta di colore per realizzare le parti “in luce”, e 2 livelli di ombreggiatura per evidenziare il “mezzotono” e la parte in ombra. Il passaggio ottico tra i tre colori era molto più morbido che un secco “luce-ombra”.
Da li in avanti tutta la mia produzione fu costellata di progetti (soprattutto per Francia e America) in cui amplificavo questo impatto visivo, che partiva da una tecnica a “tinta piatta” molto secca e grafica, ma arrivava ad un risultato più morbido e pregiato (in quegli anni, dopo un bel po’ che sperimentavo questa tecnica, notai che iniziò a usarla anche Makoto Shinkai per i suoi film dell’epoca (in “5 cm al secondo” potete notare che i personaggi hanno 2 velature di ombra).
Dopo aver conosciuto l’artista contemporaneo Takeshi Murakami e la sua tecnica “super-flat”, decisi di spingermi anche oltre e creare l’”hyperflat” ovvero una tecnica che partiva dalla sovrapposizione di decine e decine di layers di colore che avevano il compito di creare otticamente una “fotografia” sull’inquadratura della vignetta. Mi annoiava che le vignette di un fumetto fossero tutte “a fuoco”, volevo poter creare un effetto “cinematografico” di sfocatura, ma senza utilizzare il filtro “blur” di photoshop (troppo perfetto, artefatto).
Partendo quindi dalle 2 velature di ombra di Wondercity, per ammorbidire otticamente i volumi dei personaggi, capii che aumentando di molto queste velature l’occhio le cominciava a vedere “sfocate”, l’hyperflat è questo: stendo decine di layers, scostati uno dall’altro, ma sempre a tinta piatta (flat), per creare l’impatto ottico di una profondità tridimensionale costruita da un campo focale dell’immagine (hyper), proprio come un “campo visivo” umano.
Ho provato a spiegartelo, ma è più facile “vederlo” che “parlarne” :D
Sono molto appassionata anche del regno animale! In natura, sulla Terra intendo, vivono decine di migliaia di creature davvero eccezionali. Sono una varietà infinita, i Pokèmon in confronto sono pochi!
Quando “invento” una creatura, cerco sempre di immaginarmi qualcosa di reale, che possa muoversi, magari respirare, vivere insomma, niente che sembri davvero troppo “alieno”.
Mi interessa che queste specie abbiano una loro struttura semplice e “quotidiana”, perché ecco, osservando la natura terrestre, vedo che la meraviglia è esattamente nel fatto stesso che certe creature esistono. È quel tipo di stupore che mi piacerebbe raggiungere. Da questo punto di vista Final Fantasy è un'ispirazione fortissima.
Il nostro obiettivo era creare un mondo di fantasia, che potesse rimanere agganciato, però, a dei riferimenti reali. Il progetto che più di tutti realizza questa fantastica combinazione è sicuramente Final Fantasy, un mix tra “magia” e “realtà” perfettamente equilibrato e potente.c'è qualche personaggio di lumina in cui vi riconoscete particolarmente?
Avrai notato, per esempio, che ad un certo punto della loro avventura Shani e Kite si ritrovano ad entrare in una sorta di “autogrill”, con supermercato e motel. Ecco, noi ci galvanizziamo letteralmente per questo tipo di elementi qua: sei in un mondo totalmente alieno, a miliardi di anni luce dal pianeta terra, eppure entri in un “combini” per comprare riviste, panini e fragoliquido! Ahha fantastico!
Quindi, si, Final Fantasy, lo capirà molto bene chi ci ha giocato, è il nostro riferimento principale!
Lia: difficile dirlo, credo di riconoscermi molto in tutti. Per creare personaggi coerenti, abbiamo cercato di analizzare a fondo ogni carattere e cercando di immedesimarci e di immaginare ogni reazione emotiva conseguente agli eventi, filtrata da quel carattere. Partendo da un mio pensiero sarebbe difficile che ne uscisse qualcosa in cui non riconosco un mio ragionamento.
Nessuno di loro è un'esatta trasposizione di me, ma tutti sono l'esatto prodotto del mio pensiero, quindi sono un po' me!
Manu: Io non mi riconosco in un personaggio in particolare, mi riconosco invece nella totalità dell’”atmosfera”. E’ proprio il “mood” del progetto che fa parte di me in modo molto forte e presente. Quindi mi sento coinvolto e mi riconosco in ogni piccolo pezzettino di storia: sono un po’ Olego, un po’ Nohea, un po’ Kite, un po’ le pietre dei sentieri e le cascate nei boschi.parlavamo di tatai lab poco fa: in questi anni la vostra casa editrice è cresciuta tanto, avete permesso ad alcuni giovani e talentuosissimi autori di farsi conoscere e di pubblicare le loro opere. vi siete dati una linea guida rigida per la scelta delle opere, o valutate caso per caso, cercando di creare un catalogo più eterogeneo?
Sono praticamente solo due anni che lavoriamo come casa editrice e abbiamo già raggiunto dei traguardi eccezionali! La nostra massima soddisfazione è vedere realizzati, su carta, i sogni dei giovani autori che si avvicinano alla nostra realtà. Ma noi siamo dei “folli”: non seguiamo un percorso troppo chiaro e rigido. Abbiamo, sì, delle proiezioni del nostro lavoro per l’anno in corso, ma l’unica vera regola che seguiamo è: se c’è un libro che vale la pena di produrre, vogliamo produrlo. E attenzione, non sto parlando di progetti con “visibilità”, a noi non interessa nulla dei “like” su Facebook o del seguito più o meno folto che possono avere i nostri autori, noi valutiamo il valore effettivo di un’opera, dalla storia, al disegno al colore, alle intuizioni tecniche e alla ricerca di ogni nostro autore. Non facciamo calcoli di vendite, guadagni, ricavi, costi ecc. Se ci viene presentata un’idea che ci esalta, o se conosciamo un autore che ci stupisce ed entusiasma, ce la mettiamo tutta per realizzare il libro o collaborare con lui/lei. Solo così siamo felici di fare quel che facciamo.dopo canvas, alpha e anima – e ovviamente lumina – quali sono i prossimi progetti in cantiere per tatai lab?
Ce ne sono alcuni di già annunciati: DEVA, per esempio, delll’esplosiva Martina Batelli. Un’autrice dal segno potente e dinamico, che ha scritto una storia veramente assurda. Prima di conoscere i dettagli del suo progetto, però ti confesso che noi eravamo già rimasti entusiasti da lei stessa. La sua energia, simpatia e talento ci avevano letteralmente conquistati, dovevamo per forza di cose fare qualcosa con lei.fino ad ora avete pubblicato opere di esordienti, ma pubblichereste con l'etichetta tatai lab titoli di autori già editi?
E poi ovviamente c’è GG, il nuovo progetto di Ilaria Gelli e Giacomo Masi. Ilaria è una dea. Una persona tanto buona e umile, con un talento totalmente fuori scala. Abituata ad essere illustratrice le abbiamo supplicato di realizzare un fumetto per noi, perché nella nostra testa sapevamo già come sarebbe venuto, e infatti lei non sta deludendo le nostre aspettative. Ha scritto, assieme a Giacomo, un progetto pazzesco e lo sta disegnando nel suo classico modo SUBLIME.
Poi c’è il ritorno di Lorenzo Lanfranconi nel nostro catalogo con l’evoluzione definitiva e ufficiale del suo primo “test” che era stato ALPHA. Ora torna con un libro di 120 pagine totalmente di environment design, anche lui con una tecnica fuori dal comune, considerando tra l’altro che questi ragazzi, nella maggior parte dei casi, non raggiungono nemmeno i 30 anni di età!
Poi come dici tu si continua con ANIMA di Chiara Zuliani, altro talento proveniente da un altro universo, LUMINA il nostro adorato progettino di cui stiamo iniziando il volume 3, e tanti altri libri che non posso ancora annunciare, di cui uno in particolare, se gli “accordi” vanno in porto, sarà totalmente shockante per il mercato italiano (e internazionale) del fumetto!
Come ti ho già detto la condizione assolutamente necessaria è che un progetto ci esalti. Ciò non significa pubblicare solamente opere esordienti ma anche si, aprire le porte ad autori già editi e con esperienza. Il nostro “dojo” è aperto a chiunque (ma non parlateci del vostro numero di “followers”, non ci interessa!).
I pro sono tanti e indiscutibilmente riguardano la qualità dei prodotti che si riescono a realizzare. Con un finanziamento pregresso, da parte del pubblico, l’editore ha in mano degli strumenti economici fortissimi con i quali investire in prodotti che altrimenti non avrebbero potuto veder la luce (per questioni di “bilancio”).in questi ultimi anni – complici gli onnipresenti social – il rapporto pubblico-editori e pubblico-autori si è fatto molto più stretto di prima, ma pubblicando opere finanziate in anticipo dai lettori voi – e gli altri autori di tatai lab – immagino viviate qualcosa di ancora più profondo: c'è stato qualche momento in cui avreste voluto mettere più distanza tra voi e i lettori? O in cui semplicemente avreste voluto far affidamento su un team più numeroso (ripenso ai video di impacchettamento dei libri e a quanto non vi invidiassi affatto per tutto quel lavoraccio!)
Il contro è che il crowdfunding è a tutti gli effetti un modello “faticoso”. Ogni campagna va organizzata in modo molto preciso, seguita dall’inizio alla fine e modificata ed evoluta anche in corsa. Ciò toglie un po’ di concentrazione dal lavoro vero e proprio sui libri, per cui per quanto sia la spinta finanziaria offerta da questo strumento, siamo di fronte ad un parallelo e contemporaneo “freno” dei tempi di produzione, che rallenta un po’ l’intero catalogo. Siamo ancora piccolini, soffriamo di questa mancanza di “strutturazione”, tuttavia abbiamo dimostrato di essere in grado di produrre libri potenti e di avere un pubblico che segue con assoluto entusiasmo la nostra avventura, facendone parte in prima persona. Non possiamo che essere ottimisti per i prossimi anni!
La nostra fortuna principale è di avere un pubblico di assoluta qualità. Il nostro pubblico rispetta la qualità dei nostri libri. Noi come ti ho detto prima non siamo interessati al numero di “followers” di un autore rispetto all’altro, non siamo imprigionati (paradossalmente, poi, perché il crowdfunding si baserebbe proprio su questo!) nel meccanismo del “Like a tutti i costi”, per cui non siamo costretti ad adottare comportamenti “costruiti” per andare alla ricerca di obbiettivi “virtuali”. Sarebbe così facile essere seguiti da molte persone: basi la tua comunicazione su “flames” o su una produzione sovra-stimata e continuativa di contenuti per forza di cose di “basso profilo”. In questo senso l’algoritmo di facebook si incastrerebbe perfettamente con la tua “previsione di portata” sui post e ti donerebbe visibilità in modo sempre più progressivo.essendo editori (e autori) fuori dagli schemi, avete mai pensato di andare oltre il fumetto, di pubblicare racconti in prosa o – allontanandoci proprio dalla carta stampata – realizzare film animati o videogiochi con l'etichetta tatai lab?
Ma ciò porterebbe (e lo dico perché lo vedo) ad avere un pubblico troppo “casual”: milioni di utenti, si, ma milioni di utenti che seguono il personaggio e le sparate che fa, e non necessariamente una filosofia peculiare sulla produzione di un messaggio editoriale “profondo”.
Noi siamo il contrario di tutto questo: abbiamo i nostri tempi, lenti, di produzione di “pochi” contenuti ma di altissimo profilo. E il pubblico che si avvicina a noi è un pubblico di persone che hanno bisogno di cercare e scoprire cose nuove, libri ricercati che hanno bisogno dei giusti tempi di produzione. E’ un po’ la differenza tra andare a mangiare all’autogrill e scoprire, invece un agriturismo a km 0 che ti fa assaggiare le prelibatezze di stagione. Ecco, noi siamo l’agriturismo. Pochi posti a sedere, ma una cucina che ti fa vivere un’esperienza personale e unica. Detto questo è impossibile pensare di mettere distanza tra noi e il nostro pubblico. Perché il nostro pubblico ci è necessario, fondamentale: è fatto di persone intelligenti, che amano la scoperta e la cura e quindi di persone che possono concretamente aiutarci a migliorare sempre di più.
Da questa parte della barricata, dal punto di vista organizzativo, si, siamo in pochissimi. Le scatole, per parlare dei crowdfunding, le costruiamo Linda ed io, da soli, tra una tavola di Lumina e l’editing di uno dei nostri altri libri. Ma siamo maniaci della cura. Siamo proprio malati di perfezionismo, e per ora siamo contenti così!
Stiamo cercando di realizzare tutte le idee che citi. Abbiamo proprietà intellettuali che si prestano a qualsiasi trasposizione, di qualcuna stiamo già sviluppando alcune ramificazioni importanti e curiose, ma per ora abbiamo un po’ le “mani legate”, per realizzare certe cose, videogame e film animati fra tutti, servono finanziamenti di una certa entità, irraggiungibili per noi al momento. Però se magari tra i tuoi lettori c’è qualche facoltoso mecenate, saremo sicuramente a disposizione per esporgli le nostre idee! Eheh!ritornando con i piedi per terra, lumina è un progetto molto ambizioso e ben articolato, ma quando avete cominciato, pensavate già di realizzare una storia così lunga? (se non ricordo male saranno quattro i volumi della storia principale, esclusi gli albetti spin-off)
Assolutamente si! Tutto è già previsto, dall’inizio alla fine. È assolutamente necessario che sia cosi, perché altrimenti non avremo potuto gestire la “tecnica” in modo consapevole e controllato. Non si può “improvvisare”. Quindi, prima di realizzare le tavole vere e proprio abbiamo strutturato l’intero “world-building”, abbiamo steso i soggetti per ogni volume, tutti gli intrecci di trama sono stati pianificati in precedenza, non c’è nulla che non sia stato previsto. Quindi, ci sentiamo dentro una vera e propria botte di ferro!ci spifferate qualcosina sul futuro che attende kite e miriam su lumina? e cosa aspetta invece noi lettori?
Non possiamo spifferare nulla. Ti diciamo solo che dal prossimo numero cominceranno a scoppiettare dei colpi di scena che non crederete ai vostri occhi! :Dimmaginiamo che avete appena finito di disegnare e colorare l'ultima pagina dell'ultimo volume di lumina: il volume sta per andare in stampa, la storia è finita... e adesso? sei mesi di vacanza o avreste già in mente qualcosa di nuovo?
Haha Vacanza, mai! :D Sappiamo perfettamente cosa succederà nel post-lumina vol. 4. È tutto previsto, abbiamo margine di lavoro ancora per un anno successivo e se le cose dovessero andar bene il progetto non si fermerà li (pur finendo la storia, abbiamo già steso almeno altre due stagioni possibili).grazie ancora di essere stati con noi, tantissimi complimenti per il vostro incredibile lavoro e un mega abbraccio (e una carezzina a lumi!) a presto!
Grazie infinite a te, ai tuoi lettori e ai nostri lettori! :) È grazie al lavoro tuo e il supporto di tutte le persone che ci seguono che possiamo continuare a immaginare e lavorare su questi mondi straordinari!
Grazie davvero (anche da parte di Lumi!).
per rinfrescarvi la memoria sui titoli di tatai lab, su claccalegge si è parlato di:
canvas: intervista all'autrice ~ commento
anima: intervista all'autrice ~ commento
Grazie mille cara Claudia! Sei gentilissima e dolcissima, ci sostieni sempre al massimo delle tue possibilità ed energie, e di questo te ne saremo sempre grati <3 Grazie per questa intervista e per tutto!!! :)
RispondiEliminagrazie mille a te e a linda per il tempo che ci avete dedicato e continuate così! ♥
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