un'erbaccia è una pianta che cresce dove l'uomo non vuole.
giano ha 31 anni, pessimi amici, una ex fidanzata e un brutto nuovo lavoro. molto brutto.
ed è stato rapito in circostanze misteriose da qualcuno che si rifiuta di mostrarsi, legato da qualche parte al buio e costretto a raccontare la sua storia.
questo è l'inizio di radici, scritto e disegnato da giorgio pandiani, un fumetto che sa destreggiarsi tra il thriller e il fantasy ecologista, che rapisce l'attenzione fin da subito e che pian piano, tra il racconto di giano e quello che avviene a chi lo sta cercando, svela crimini e misteri.
incapace di trovare il suo posto nella società, lontano dalla sua famiglia, amareggiato dagli affetti persi, giano si è ritrovato quasi senza rendersene conto all'interno di una piccola gang di delinquenti, l'ultimo arrivato che in quanto tale non sa nemmeno bene cosa siano i lavoretti che svolge con i suoi amici e che gli permettono di tirare in qualche modo avanti. è questo che racconta ai misteriosi rapitori silvio - giano - gianoli che dapprima lo costringono a farlo ma che poi finiranno con l'ascoltare una sorta di confessione liberatoria, che permette al ragazzo di fare il punto della questione: strani incidenti, strade distrutte da qualcosa nel sottosuolo, rami che chiudono tunnel e intrappolano auto. qualcosa sta succedendo e questo qualcosa in qualche modo è collegato a lui e alle sue strane, assurde visioni, alla presa di coscienza della sua responsabilità per quei crimini in cui ostinatamente non ammette con sé stesso di essere partecipe.
giorgio pandiani mette in scena il numero esatto dei personaggi necessari allo svolgimento della storia: capo, rocca e fari, i colleghi di giano, tutti con il loro passato più o meno difficile e il loro presente di piccoli e grandi crimini; sara, la ex fidanzata di giano, il suo legame con il passato e diana, la ragazza che lo conosce per caso e sembra cominciare a interessarsi a lui e alla sua scomparsa, e sopratutto de luca, il poliziotto protagonista dell'angosciante prologo, che si ostina a portare avanti le indagini su qualcosa di troppo grande e scomodo, qualcosa che nessuno, né buoni né cattivi, hanno intenzione di portare alla luce. la narrazione così si concentra a ritmo serrato sulla vicenda, rallentando giusto il tempo di conoscere un po' meglio i suoi protagonisti, avvolgendosi a spirale attorno ai ricordi di silvio, avanti e indietro lungo il corso degli eventi, si sposta dalla sua buia prigione all'esterno in cui amici - e nemici - lo stanno cercando.
il tratto si affina molto dall'inizio del primo volume alla fine del secondo: le vignette sono tutte dense di forti contrasti tra bianco e nero, senza mezzitoni se non nelle scene delle visioni di giano, le linee sono essenziali, buona parte del gioco visivo lo fanno l'alternanza di luci e ombre, ma i personaggi e i luoghi sono tutti molto ben dettagliati e riconoscibili e i volti espressivi: grafica e narrazione giocano insieme per creare una storia appassionante che sa rispettare i tempi tra i momenti di maggior tensione e quelli più calmi e sa coinvolgere il lettore, portandolo a una verità - per quanto surreale - che diventa sempre più accettabile.
alla questione ecologica della storia si affianca coerentemente una realizzazione ecosostenibile dei volumi cartacei (radici è disponibile anche in digitale, trovate tutte le informazioni sul sito dell'autore) che sono stampati su carta riciclata con inchiostri a cera e fonti rinnovabili. e che sono anche molto belli da vedere e da toccare.
come spesso accade, tra le autoproduzioni non è difficile trovare opere di alta qualità e radici secondo me è una di queste, merita assolutamente che la recuperiate prima possibile. per gli aggiornamenti vi consiglio la pagina facebook dedicata all'opera.
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