più leggerezza. deve sembrare facile
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se non mostrerà loro grazia e leggerezza, vedranno solo fatica e difficoltà.
polina ha sei anni all'inizio della storia. è una bimba piccola ed esile, ma ha lo sguardo pieno di determinazione: vuole diventare una ballerina e ci riuscirà, ma è impossibile non tradire una certa insicurezza, sopratutto quando sei solo una bambina.
eppure, nonostante le sue previsioni e le prime critiche ricevute, riesce ad essere ammessa, alla sua prima audizione, all'accademia di danza classica.
dovrebbe essere una sorta di traguardo, un obbiettivo importante da raggiungere, sopratutto a sei anni, ma per polina è solo l'inizio di un lungo percorso fatto di sacrifici e fatica.
il mondo di polina, il mondo della danza, che visto dal di fuori sembra così delicato e gentile, nasconde invece non solo i sacrifici e la fatica fisica degli allenamenti, ma sopratutto la frustrazione propria di chi passa tutta la vita a cercare di raggiungere un limite che si allontana sempre di più, maggiori sono gli sforzi fatti per sfiorarlo. i complimenti sono pochi e le critiche tante, le lacrime si vedono più spesso dei sorrisi, e l'affetto spesso si nasconde sotto la durezza, come accade per bojinski, l'insegnante di polina, per lei quasi come un padre artistico, il maestro non solo di danza ma - ed è importante per una ragazzina che vediamo accanto a una figura familiare solo per pochissime pagine - di vita.
gli allenamenti, le indecisioni, le parole non dette tra amici, la freddezza degli insegnanti, la pressione delle audizioni e degli esami, e poi l'amore, la gelosia, il senso di abbandono, e ancora i nuovi incontri, le nuove possibilità, il successo anche, tutto esiste nella vita di polina accanto a un'unica immutabile costante: non esattamente la solitudine, quando la necessità di non dover contare su nessuno tranne che su sé stessa, sulla sua perseveranza, il suo talento, le sue capacità.
bastien vivès ha un tratto impreciso, che da a prima vista l'impressione di incompletezza, eppure in polina tutto questo si trasforma in una perfetta resa di fluidità e movimento, elementi fondamentali nel tipo di storia che racconta, e che danno alle figure non solo eleganza, ma vitalità ed espressività.
allo stesso modo, il senso di incompiutezza di avverte nel modo di raccontare, nella narrazione a brandelli, priva di didascalie che diano un qualche suggerimento al lettore sul momento in cui si trova e quanto tempo è passato da quello precedente, eppure, per quanto inizialmente di un senso di disorientamento, questo espediente ci permette di concentrarci sui momenti fondamentali della storia, lasciando che siano i silenzi, gli sguardi e il non-detto a raccontarci il resto.
polina ha il pregio di non essere solo un romanzo sulla danza, di non raccontare solo la storia di una ballerina, ma di saper narrare l'esistenza di una giovane donna, una vita - come tutte le vite - fatta di sogni, errori, speranze e affetti.
un libro che sa dire molto più di quello che racconta, una bellissima prova d'autore che vi consiglio di leggere assolutamente.
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