vi ricordate che qualche tempo fa vi ho parlato di gimkhana, un fumetto bellissimo, autoprodotto, scritto, disegnato e colorato da una ragazza italiana bravissima?
beh, se volete, potete rinfrescarvi la memoria qui, intanto oggi vi presentiamo in anteprima l'artbook dedicato ai personaggi di gimkhana, colors of lust, una raccolta di illustrazioni un po'piccanti, quindi via i bimbi!
e sì, ho usato il plurale non per manie di grandezza, ma perché ornella ha accettato di dedicarmi un po' di tempo e rispondere a qualche domanda sul suo lavoro e su questo nuovo libro, che troverete in anteprima al napoli comicon e che dal primo aprile sarà disponibile per il preordine (info qui).
buona lettura!
ciao ornella e benvenuta su claccalegge ♥
come hai scoperto di voler diventare una disegnatrice di fumetti?
A dire il vero non c’è stato un momento preciso in cui ciò è successo. Da bambina, essendo figlia unica, ero molto molto facile alla noia, oltre che abbastanza incapace di socializzare con gli altri ragazzini, perciò mio padre mi sommergeva di fumetti, soprattutto “Topolino” e correlati! Col tempo, leggendo, mi è sorta la curiosità: cosa si prova a FARE fumetti, invece che leggerli e basta? Quindi goffamente a 7 anni cominciai a costruirmi volumetti piegando i fogli A4 e rilegandoli con lo scotch, disegnando storielle di un certo ragazzino, Mistral, che ancora oggi porto nel cuore! Con il tempo raccontare storie attraverso i fumetti è diventata una vera e propria necessità, non farlo mi dava la sensazione di essere chiusa in gabbia, quindi è stato una scoperta graduale e “silenziosa”.
quali sono i tuoi "attrezzi" preferiti quando disegni?
Al momento mi sto approcciando all’inchiostrazione tradizionale a pennello, per cominciare a far pratica al di fuori del digitale! Mi diverte molto sperimentare sempre mezzi nuovi, anche solo per uscire dal famigerato “blocco dell’artista”. Tuttavia il mio strumento preferito è assolutamente la matita; anche se ora non uso il mezzo tradizionale per il fumetto per questioni di praticità, per tutto il resto ricorro sempre a quello che sicuramente è lo strumento più semplice con cui ho iniziato e con cui ho più confidenza!
ci racconti la genesi di gimkhana?
“Gimkhana” nasce, senza esagerare, per puro caso! Si parla ormai di circa cinque anni fa: dopo un periodo di allontanamento, ero tornata su DeviantART, che avevo precedentemente frequentato molto di più, e non avevo mai disegnato qualcosa con dei personaggi umani. Per riavviare la galleria cominciai a fare delle tavole di prova con questi due giovincelli dispersi (Tyler e Sean), e addirittura era ambientato ai giorni nostri! Dopo che la prima decina di tavole ebbe suscitato (con mia gran sorpresa) dell’interesse, decisi che fosse il caso di darmi una linea da seguire, e così feci! In realtà, non avendo mai studiato arte e fumetto, tutte le tavole seguivano soltanto ciò che avevo appreso leggendo fumetti da piccola. Le nozioni base le avevo intuite da sola, perciò tutto il resto, la narrazione, i personaggi, nascevano e si muovevano sulla sola base del mio istinto da lettrice.
Se all’inizio c’era una sorta di distacco emotivo nei confronti di quello che facevo, all’improvviso non è stato più così! Raccontare questa storia, dare vita a questi personaggi , vedere come le persone ne fossero coinvolte a loro volta, mi prese così tanto che nel giro di due anni completai i primi tre volumi (molto più brevi rispetto a quelli attuali, ma ci arriverò a breve) , finché … mi fermai. All’improvviso, guardando all’intera prima fase della storia, non le sentii più mie, non soltanto a livello tecnico (in due anni ero cresciuta artisticamente) ma anche narrativo.
La storia non aveva la profondità che volevo avesse, i personaggi neanche. Non erano fin dall’inizio quelli che avevo costruito man mano col tempo; sentivo di aver sbagliato tutto, che avrei dovuto preparare il tutto meglio sin dall’inizio, ma dopotutto mai avrei immaginato di portare avanti questa storia e di affezionarmi a lei. E così, arrivata alle 264 tavole (ricordo ancora il numero da deviantART!) cancellai tutto, e ricominciai da capo! Per l’occasione ho adottato la divisione attuale in quattro volumi , che sono momenti concettuali diversi sebbene parte di un’unica storia, e soprattutto ho cercato di darle una serietà e una profondità differente, ma soprattutto : studiarla.
Mi piace sempre far presente che “Gimkhana” in realtà sia la testimonianza della mia crescita; quando la rileggerò, più in là, vedrò la mia prima adolescenza nelle 200 pagine scartate, poi il mio primo sforzo nel lavorare sul serio a qualcosa nei primi due volumi, rivedrò alcuni cambiamenti avvenuti in me stessa negli ultimi due volumi e nell’evoluzione dei personaggi, e infine il graduale cambiamento artistico (inevitabile!). Mi piace pensarlo come il mio dialogo indiretto con il lettore, e anche se è un progetto difficilissimo da portare avanti tutto da sola, amo portarlo avanti!
gimkhana ha una trama molto strutturata, la storia si svolge tanto tra le tribù pellerossa che tra i bianchi "civilizzati": che tipo di ricerca c'è dietro la realizzazione di ambientazioni e personaggi così diversi tra loro?
Ammetterò che, paradossalmente, il mio interesse verso il periodo storico e le vicende relative è nato con alcuni studi universitari. Nella primissima versione di Gimkhana a cui ho accennato, non c’era chissà quale ragionato studio; nelle versioni attuali, invece, sto cercando di essere sufficientemente accurata a livello storico (anche se credo sia impossibile esserlo alla perfezione!) Questo interesse lo devo al mio professore di “Storia dell’economia” e “Storia del pensiero economico”, esami grazie ai quali ho approfondito le interessanti dinamiche economiche e sociali del periodo e che sono stati una vera manna dal cielo! È piuttosto complicato, soprattutto perché le tematiche etiche al momento sono scottanti e vanno prese con le pinze, essendo facilmente travisabili; inoltre devo mantenere il giusto equilibrio fra trama “romanzata” e contesto reale, ed è molto difficile. A causa della mancanza di mezzi di ricerca sicuri al cento percento , quando tratto del contesto storico (cosa che accadrà particolarmente nei volumi terzo e quarto) cerco di adottare una prospettiva abbastanza lontana per evitare errori e inaccuratezze, basandomi sulle informazioni certe (poche, ma certe) che riesco a raccogliere da libri e altre fonti! In particolare sui pellerossa sono stata costretta a romanzare più del resto, proprio a causa della vastità e della vaghezza delle notizie, ragione per la quale ho creato una tribù fittizia.
al momento siamo a metà della storia e da domani (in preordine online) e poi al comicon di napoli, sarà possibile acquistare il tuo nuovo lavoro legato all'universo narrativo di gimkhana, colors of lust, un artbook che contiene, oltre agli sketch e alle illustrazioni, anche delle storie brevi... ci racconti qualcosa su questo nuovo lavoro? cosa aggiunge questo libro ai due volumi precedenti? e ci sarà qualche anticipazione di quello che vedremo nei volumi conclusivi? (non so se si capisce, ma sono curiosissima!)
“Colors of lust” nasce dalla mia esigenza insoddisfatta di avere… spazio narrativo infinito!Durante l’avanzare della storia, essendo piena di avvenimenti e sviluppi di trama, non c’è moltissimo tempo per approfondire i rapporti delle coppie presenti; le dinamiche principali si spiegano tranquillamente fra brevi momenti in cui l’attenzione è focalizzata su di loro e poi in sottofondo alle vicende principali, ma sento di non aver comunque spazio sufficiente per parlare di più di loro! A questo problema ho ovviato parzialmente con gli extra narrativi in appendice ai volumi, e ho poi pensato di trasferirli in un artbook separato! È un po’ un esperimento artistico, un po’ una sfida personale verso il tema dell’erotismo, che mi ha sempre bloccata (ah, la timidezza!).Questo libro extra va a spiegare il rapporto delle coppie che abbiamo già conosciuto, quelle che abbiamo soltanto “sfiorato” e quelle che dovremo ancora conoscere; da qui, infatti, qualche anticipazione dei volumi futuri, ma ho fatto ben attenzione a non spoilerare troppo!
il tuo stile è molto personale, e anche se è possibile riconoscere influenze molto diverse tra loro, hai un tratto estremamente originale e riconoscibile. c'è qualche disegnatore/illustratore/fumettista che pensi ti abbia ispirato maggiormente?
Dunque mi è davvero difficile individuare una fonte di ispirazione precisa, dato che in realtà mi sottopongo ad un brainstorming continuo di svariati artisti e tecniche, quindi tendo ad apprendere un po’ di tutto, riadattarlo a me stessa, senza mai voler scadere nel plagio! Tuttavia se dovessi individuare con esattezza degli artisti che non posso fare a meno di seguire e di ammirare, direi che sono Orpheelin (Anne Voitot, un’eccellente artista francese) ed Enrico Marini, anche se ho altri svariati “senpai” che non riuscirei ad elencare!
dicevamo che alla conclusione di gimkhana mancano ancora due volumi, ma hai già in mente qualche progetto per un prossimo lavoro? che tipo di ambientazione di piacerebbe dare a una nuova storia?
A dire il vero in questi anni, riuscendo a concentrarmi solo su un progetto alla volta, sono stata davvero poco “creativa” al di fuori di Gimkhana stesso; tuttavia, recentemente ho sentito il bisogno di distrarmi e mi sono avventurata nella stesura di un altro paio di progetti. Uno è una graphic novel a sfondo LGBT, mentre l’altro è una sorta di enorme fiaba con ambientazione che richiama la cultura e gli usi egizi (o meglio, decisamente ispirata a questi, sebbene in un luogo fittizio, quasi fantasy). Entrambi sono ancora in stato di “scarabocchi su taccuino”, per dirla in maniera molto banale, ma ho intenzione di lavorarci al fine di una pubblicazione editoriale (sperando!).
tu sei una bravissima sceneggiatrice, una bravissima disegnatrice e una bravissima colorista: ma se dovessi lavorare in team con altri autori, quale sarebbe il ruolo a cui non sapresti rinunciare?
È molto difficile decidere! Avendo sempre ricoperto tutti questi ruoli, non ho sviluppato preferenze più per l’uno o l’altro; ma se dovessi scegliere, credo non saprei rinunciare alla parte di colorista. La fase del colore mi rilassa, mi mette continuamente alla prova ed è la parte in cui vedo il disegno prendere davvero vita, quindi credo che non riuscirei a dire di no a un ruolo del genere!
quali sono secondo te i punti di forza dell'autoproduzione? e quale, invece, pensi sia la parte più "scomoda" del dover fare tutto in proprio?
Nell’autoproduzione hai la possibilità di metterti alla prova per davvero, di costruire il tuo progetto, il tuo pubblico, di imparare tantissime cose senza dover necessariamente dipendere da altri. Se i risultati arrivano, puoi darti una bella pacca sulla spalla e dirti “Bravo/a, ce l’hai fatta da solo/a”. Ti fa capire quanto ami davvero il tuo progetto, perché ogni singola cosa che lo riguarda sarà in qualche modo un sacrificio (in termini di tempo, di soldi, di fatica e anche di autostima). Però, esattamente come amplifica la fatica, amplifica anche le soddisfazioni; è un’arma a doppio taglio!
La parte più scomoda è proprio il dover emergere; emergere in un mondo dove tutti fanno tutto, dove purtroppo i social stanno rovinando la concezione del pubblico riguardo il fumetto e l’arte in generale, dove la meritocrazia si fa spazio a fatica. Direi che la parte più scomoda è il trovare la forza di credere in se stessi abbastanza da resistere e perseverare, di affrontare le difficoltà anche meramente pratiche del gestire un progetto da solo. Ma è una bella sfida!
oltre al comicon di napoli, in quali delle prossime fiere potremo incontrarti?
Al momento non ho molte certezze a riguardo, ma ho in programma anche il Lucca Comics & Games 2017! Speriamo bene!
ti ringrazio tantissimo di essere stata in nostra compagnia, ti mando un abbraccio e un mega in bocca al lupo per gimkhana e per tutti i tuoi progetti futuri! ♥
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